Federico Barocci
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The aim of this online corpus is to approach the work of the painter Federico Barocci (Urbino 1533 - 1612) from a historical perspective, revising the known sources, finding new ones and combining them with paintings and drawings. The capillary research in the archives is supported by a careful analysis of the literary sources and compiled in chronological order. As part of the Sanzio Digital Heritage project, the corpus is hosted on a dedicated platform that makes it possible to create a system of internal and external links that allows users to search for specific topics (people, places, decades or years) and immerse themselves in the world of Federico Barocci’s art.
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Archival Material Acconto a Barocci per il Compianto su Cristo morto per il duomo di Milano(1601-12-20)1601, 20 dicembre (a Commento La Fabbrica del duomo di Milano emette un mandato di pagamento di 100 scudi, equivalenti a 600 lire imperiali, a favore di Barocci come acconto per la pala dell'altare di San Giovanni Buono. Il riferimento è al Compianto sul Cristo morto e Santi (vedi 1600, 7 marzo, 10 aprile, 22 aprile, 12 luglio). Guidubaldo Vincenzi, incaricato di trasmettere il denaro a Urbino, ritirerà il dovuto il 15 gennaio 1602 (vedi); Barocci confesserà di aver ricevuto i suddetti denari in data 5 marzo 1602 (vedi) (Arslan 1960, p. 100; Bonomelli 1993, p. 22; Colzani 2024, p. 96). [Camilla Colzani] Trascrizione «Domino Mauritio Cermenato tesoriero della fabrica dil duomo di Milano pagarete al signor Federico Baroccio pittore nella città di Urbino scudi cento d’oro, et per lui al reverendo monsignor Guidubaldo di Vincenti parochiano in detto duomo, et sono a bon conto sopra la tavola overo anchona di San Giovanni Bono qual esso va pingendo per metter al suo altare, de quali danari gli ne darete debito - 600 I. Flaminio Ferrari V.R. Alessandro Mazenta.»Archival Material Acconto a Barocci per il Cristo spirante da tempo ordinato(1604-08)1604, agosto Commento Nella contabilità del duca di Urbino risulta un pagamento in acconto a Barocci per il Cristo spirante richiesto al pittore «negli anni passati». [Barbara Agosti, Camilla Colzani] Trascrizione «al Barroccio negli anni passati per un Crocifisso vivo che valerà 250 a buon conto -50».Archival Material Acconto a Barocci per il Sant’Ambrogio e Teodosio per il duomo di Milano(1600-09-22)1600, 22 settembre Commento La Fabbrica del duomo di Milano, attraverso il tesoriere Maurizio Cermenato, versa a Barocci un acconto per il Sant’Ambrogio e l’imperatore Teodosio (vedi 23 aprile, 12 luglio 1600) tuttora sull'altare di Sant'Ambrogio nella cattedrale milanese, eseguito con il concorso della bottega (vedi 20 dicembre 1601). I denari destinati a Barocci sono stati ritirati da Flaminio Ferrari due giorni dopo (Annali 1877-1885, IV, p. 340; Bonomelli 1993, p. 22; Colzani 2024, pp. 89-90). [Camilla Colzani] Trascrizione «1600, a di 22 settembre, domino Mauritio Cermenato teesoriero della Fabrica del duomo pagarete a Federico Barozzo Pittore in Urbino lire trecento imperiali et sono a bon conto sopra l’ancona che va pingendo del’istoria di S. Ambrosio et Teodosio datali conforme l’ordine dil venerando capitolo. De quali dinanzi ne darete debito al dicto Barozo pigliandone la debita quietanza - 300. Gio. Battista Fossano Confesso domino Flaminio Ferrari delli Illustrissimi deputati alla Veneranda Fabrica del duomo di Milano aver avuto et receputo dal domino Mauritio Cermenato tesoriero della dicta fabrica, lire trecento imperiali et sono per dare a quel pittore della città d’Urbino che fa l’istoria di S. Ambrosio et Teodosio per metter in dicta chiesa a bon conto sopra dicta opra. E così prometto consignar al dicto tesoriero la receputa del dicto pittore consignandovi esso signor Mauritio il presente scritto. In fede questo di 24 settembre 1600 in Milano. Io Flaminio Ferrari como di sopra».3 Archival Material Acconto a Barocci per la Natività per il duomo di Milano(1597-03-27)1597, 27 marzo (b Commento Alla proposta avanzata dal capitolo della Fabbrica del duomo di Milano dieci giorni prima (vedi 17 marzo 1597) segue l’effettivo versamento dell’acconto a Federico Barocci per la Natività. Lo stesso giorno Maurizio Cermenato, tesoriere della Fabbrica del duomo, emette il relativo mandato di pagamento. Giovan Battista Talento Fiorenza confessa di aver ricevuto i denari da consegnare a Barocci (Colzani 2024, pp. 56-57). [Camilla Colzani] Trascrizione «A Federico Baroccio pittore d’Urbino lire seicentosesantacinque imperiali consegnati a lui per mane dell’illustrissimo domino Giovan Battista Talento da Fiorenza d’ordine del venerdando capitolo a conto de l’ancona che ha da dipingere nella città d’Urbino - 665». Coll. AVFDMi, Registri, 425, f. 82r «Domino Mauritio Cermenato tesoriero della Fabrica del duomo di Milano pagarete all’illustrissimo Giovan Battista Talento da Fiorenza doppie [o doble n.d.r.] cinquanta di Milano per pagar a domino Federico Baroccio pittor a bon conto sopra l’ancona che dal venerando capitolo di detta fabrica gh’è stata data da depinger nella città d’Urbino - 50 doppie - lire 665 Giulio Fossato V.R. Io Giovan Battista Talento Fiorenza confesso aver ricevuto le dople cinquanta di Milano da Mauritio Cermenato tesoriero della Fabrica di duomo per parar a Federico Baroccio».3 Archival Material Acconto ad Alessandro Vitali per la pala con Sant’Ambrogio e Teodosio per il duomo di Milano(1601-12-20)1601, 20 dicembre (b Commento Maurizio Cermenati, tesoriere della Fabbrica del duomo di Milano, emette un mandato di pagamento di 300 lire imperiali ad Alessandro Vitali per la pala raffigurante Sant’Ambrogio e l’imperatore Teodosio (vedi 22 settembre 1600; 23 novembre 1600). A far da tramite con l’artista è Guidubaldo Vincenzi (Arslan 1960, p. 100; Bonomelli 1993, p. 22; Colzani 2024, p. 97). [Camilla Colzani] Trascrizione «Domino Mauritio Cermenato tesoriero della Fabbrica del duomo pagarete a Alessandro Vitale pittore della tavola ossia ancona di S. Ambrogio, e per dicto pittore al reverendo padre Guidubaldo Vincenzi curato in detto duomo lire trecento imperiali a bon conto sopra la detta tavola che va posta al suo altare et gli ne darete debito - Iire 300 Flaminio Ferrari V.R. Alessandro Mazenta»Archival Material Acconto di Simonetto Anastagi per una versione del Riposo nella fuga in Egitto(1570-02)1570, febbraio Commento Il collezionista perugino Simonetto Anastagi invia a Urbino un acconto per una tela di Barocci con la «Istoria della ritornata della gloriosa Vergine da l'Egitto», ovvero il Riposo nella fuga in Egitto nella versione oggi alla Pinacoteca Vaticana (vedi anche 1573, 2 ottobre; 1577, 12 gennaio). [Camilla Colzani] Trascrizione «Messer Federico Baroccio da Urbino deve dare scudi quindeci di moneta a lui conti, per man di Pietropaolo di Berardino pittor, sono a buon conto della valuta del quadro che ha promesso far in Urbino e mandarlo [***] pagati detti scudi 25 adi [la data è lasciata in bianco] di febraio 1570 – scudi 15».42 3 Archival Material Acconto per l’Annunciazione di Loreto(1582)1582 Commento Stanziamento per Barocci nella contabilità del duca di Urbino (Calzini 1913, p. 55; Krommes 1912, p. 79). Il pagamento è collegato alla commissione dell'Annunciazione ordinata dal duca Francesco Maria per la cappella della Rovere nella basilica di Loreto e oggi nella Pinacoteca Vaticana (vedi anche 1583; 1583, 7 ottobre; 1583, 8 ottobre; 1584) Trascrizione «a Federico Barroccio a buon conto per scudi 150 – 50»Archival Material Accordi con Barocci per una nuova pala d’altare per il duomo di Milano(1600-01-27)1600, 27 gennaio Commento Giovan Battista Talento Fiorenza relaziona al capitolo della Fabbrica del duomo di Milano che Federico Barocci, pittore eccellentissimo nella città di Urbino, accetta volentieri di eseguire la nuova ancona a lui domandata secondo le misure promesse. Si tratta verosimilmente della pala per l’altare di San Giovanni Buono ossia il Compianto su Cristo morto e santi oggi nei Musei Civici di Bologna. Il capitolo stabilisce che il rettore e i provinciali della cattedrale si rechino presso l’altare per vedere se, sulla base del modello inviato, sia possibile aumentare le dimensioni del dipinto concordando il cambiamento con l’artista. Quanto ai denari consegnati tramite Pietro Antonio Lonati a Barocci e per i quali l’artista è stato segnato quale debitore nei libri della Fabbrica, stabilisce che vengano recuperati dal nunzio del duca di Savoia, Giacomo Antonio della Torre (Colzani 2024, pp. 78-79). I soldi saranno consegnati anni dopo (vedi 1606, 26 gennaio). [Camilla Colzani] Trascrizione «Refferentur Illustrissimus dominus Johannes Baptista Florentia quod tandem certior factus fuit quod Phedericus Barotius pictor excellentissimus in civitate Urbini contentatus est facere anconam alias ad faciendum sibi demandatam. [***] quod cupiet cartonem ampliorem [***] facere modello omnibus mensura? [***] proportionis. Ordinaverunt quod Illustrissimus dominus Rector et provintialis ecclesiae visitent altare et videant seu dictus modellus ampliari possit vel non et seu ex ampliatione sequitur aliquod inconvenientium et demum quod Illustrissimus dominus Florentia et Illustrissimus dominus Ferrarius tractent cum dicto Barotio et eas pecunias sibi dirigant in venerando capitulo tractatas. Dictum etiam fuit quod pro pecuniis traditis Illustrissimo domino Pietro Antonio Lonato pro dando dicto Barotio pro quibus dictus Barotius debitor constitutus fuit ad libros venerande fabrice [***] dictus Lonatus quod Illustrissimus Cotta Rector et Florentia pro earum pecuniarum recuperatione et restitutione ea faciant quae sibi videbuntur magis expedire – quorum[?] mittente [***] Illustrissimo domino Jacobo Antonio della Torre nuncio serenissimi ducis Sabaudiae de solvendo dictas pecunias hinc ad festum Sancti Michaelis […]».1 Archival Material Accordi per la restituzione dei denari dati dalla Fabbrica del duomo a Ventura Mazza(1629-12-20)1629, 20 dicembre Commento Il marchese Pietro Antonio Lonati figlio del conte omonimo si impegna davanti al notaio milanese Cristoforo Sola con la Fabbrica del duomo di Milano per la restituzione delle 300 lire imperiali date a Ventura Mazza, allievo di Federico Barocci, nel caso in cui non termini l’ancona rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, per l’altare di San Giovanni Buono in duomo, la quale ancona è in parte già abbozzata (Colzani 2024, pp. 143-144). [Camilla Colzani] Trascrizione Promissio et obligo domino Marchio Petro Antonii Lonati, erga Veneranda Fabrica quod Ventura Barotii Pictor Urbini compensabit dicta Veneranda Fabrica libras 300 Imperialis vel eos restituat. In Nomine Domini Anno a Nativitate eiusdem Millessimo sexcentessimo viessimo nono Indictione decima tertia die iovis vigessimo mensis decembris. Marchio D. Petrus Antonio Lonatus Filius Quondam alterius Petri Antonii Comitis, Parochie Sante Marcelini Mediolani Volontarie et omnibus modo ut supra Promisit et obligando se, et bonae suae ex persona eius propria, ac ex causa constituti et alias omni meliori modo et pignori Mihi notario infrascripto stippulatis et nomine Venerandae Fabricae Ecclesiae Maioris Mediolani. Ita quod Ventura Barotius pictor Urbini compensabit dictae Venerandae Fabricae illas libras tercentum Imperiales dicto Ventura exsolvendas per dictam Venerandam Fabricam in causam anconae seu tabulae per dictum Venturam pingendae pro usu dictae Venerandae Fabricae iuxta ordinem, et formam dicto Venturae perscribendam per domino Josephum Ravertam in executione ordinis Venerandi Capituli diei 13 presentis mensis vel quod dictus Ventura restituet dictas libras tercentum Imperiales dictae Venerandae Fabricae ubi non pingat dictam anconam illamque perfectam non consignet seu a Veneranda Fabrica non acceptetur, et [***] semper in electione dictAe Venerandae Fabricae de quarum librarum tercentum solutione semper stetur ac stari debeat libris dicti venerandae Fabricae qui habeatur pro plena probatione et huc remota quacumque exceptione, et deffensione […].»Archival Material Accordi per la restituzione del Compianto su Cristo morto e Santi alla Fabbrica del duomo(1631-12-22)1631, 22 dicembre Commento I deputati del Consiglio della Fabbrica del duomo di Milano deliberano di restituire la tavola incompiuta di Barocci alla Fabbrica del duomo, come il marchese Pietro Antonio Lonati aveva promesso (Colzani 2024, p. 146). [Camilla Colzani] Trascrizione «Facto verbo per dominum Rectorem de tabula picta formata a quodam pictore Urbini sed non perfecta existente in domo domini Marchionis Petri Antoni Lonati ad effectum illam perficiendam et restituendi dictae Venerandae Fabricae, prout dictus dominus Marchio Lonatus promissit».Archival Material Accordi tra Federico Barocci e Ventura Mazza(1600-03-09)1600, 9 marzo Commento Atto rogato a Urbino in casa di Federico Barocci, alla presenza dei testimoni Giovanni Francesco Turoneo e Giovanni Angelo Veluti. Federico Barocci e Ventura Mazza reciprocamente si accordano di non esigere l’uno dall’altro denaro per i dipinti da essi realizzati o giunti nelle mani di chiunque di loro due. Lo stesso giorno Ventura Mazza esprime l’intenzione di voler andare a Roma per visitare San Pietro e altre chiese. Dichiara di avere in casa di Barocci beni e denari, per i quali si preoccupa di dettare una sorta di testamento valido qualora il cantianese morisse durante il viaggio o in città. In particolare, lascia cento scudi ai figli di suo fratello, alla serva Margherita alcune masserizie e a Barocci «dessegni et stampe a mano de più sorte et colori in doi casse et teste colorite a olio» (e solo qualora Federico Barocci non lo volesse, tale materiale passerebbe ai figli del fratello di Ventura Mazza). Nella stessa data la serva di Barocci, Margherita di Antonio da Camerino, si dichiara soddisfatta e afferma di non avanzare richieste come ringraziamento per il servizio svolto per il pittore. [Filippo Duro]Archival Material Adriaen Collaert realizza la stampa dalla Vocazione di sant’Andrea di Bruxelles(1590)1590 (d Commento Data della stampa di Adriaen Collaert dalla Vocazione di sant’Andrea oggi a Bruxelles, pala di Barocci firmata e datata 1583 (vedi). [Anna Maria Ambrosini]Archival Material Aegidius Sadeler pubblica la stampa della Vocazione di Sant’Andrea(1594)1594 Commento Data della stampa di Aegidius Sadeler dalla Vocazione di Sant’Andrea già nell’oratorio della confraternita del santo e oggi nei Musées Royaux di Bruxelles. [Camilla Colzani]Archival Material Aggiornamenti sulla lavorazione della pala per il duomo di Milano(1609-01-21)1609, 21 gennaio Commento Francesco Maria Vincenzi in Urbino aggiorna il fratello Guidubaldo in Milano sullo stato di avanzamento della tela commissionata a Barocci dal capitolo del duomo per l’altare di San Giovanni Buono (Sangiorgi 1982, pp. 53-54, n. XLVII; Colzani 2024, pp. 127-128). [Camilla Colzani] Trascrizione «Monsignor Ludovico è stato dal signor Baroccio a vedere il quadro, quale dice che da un mese in qua che ci lavora et che prima non ci haveva fatto altro, et che era come voi vi partiste, et che non attende con altro, et che risolutissimamente non vuol pigliare altr'opera, et che quando haverà fatto più lavoro che vuole adimandare denari, et non mi ha saputo dire altro se non che attende all'opera da questo tempo in qua […]».Archival Material Aggiornamenti sulla Natività per il duomo di Milano(1598-09-09)1598, 9 settembre Commento Nanno Vincenzi in Urbino informa il fratello Guidubaldo in Milano di aver parlato direttamente con Barocci per sollecitarlo a eseguire la Natività per il duomo di Milano (Sangiorgi 1982, pp. 26-27, n. XI; Colzani 2024, pp. 64-65), come espressamente richiestogli dal fratello (vedi 1598, 18 agosto); il pittore lo ha tranquillizzato riferendo di avere già rinnovato la propria disponibilità tramite il marchese Pietro Antonio Lonati (per il quale vedi 1593, 27 gennaio, 2 luglio). Tuttavia, Barocci preferisce non ricevere altri acconti fino a che non avrà concluso i due quadri per la cappella del Sacramento nel duomo urbinate (vedi 1597, 19 giugno). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Ho parlato al signor Federico Barocci qual dice haver detto al signore Pietro Antonio che farà quanto potrà, et a me ha detto che di già va pensando al opra e che non mancarà, ma hora bisogna che facci certi quadri nella cappella del Santissimo Sacramento qui in Urbino per comessione di Sua Altezza serenissima, et perciò fin che non havrà finito credo non è per mettervi le mani e che bisognandoli poi danari ne sarà avisato […]».3 Archival Material Agostino Carracci pubblica la stampa della Fuga di Enea da Troia(1595)1595 Commento Data dell'incisione di Agostino Carracci dalla Fuga di Enea da Troia nella prima versione, perduta, spedita a Rodolfo II a Praga. A questo tempo risale una corrispondenza intercorsa tra Agostino e Federico, riferita da Malvasia [1678] 1841, I, p. 293. Agostino aveva mandato «due copie» della stampa, accompagnate da una «umanissima lettera» a Barocci, il quale contraccambiò invece con una «risentita ed indiscreta risposta» tale da amareggiare l'artista bolognese. [Barbara Agosti, Valentina Balzarotti]Archival Material Al cardinale Federico Borromeo è proposto l’acquisto di disegni e cartoni di Barocci(1628-09-09)1628, 9 settembre Commento Francesco Maria cappuccino in Loreto scrive al cardinale Federico Borromeo in Milano descrivendo il Compianto su Cristo morto e Santi incominciato per il duomo di Milano e mai concluso. Informa inoltre il cardinale che Ventura Mazza è disponibile a portare l’opera a destinazione. Il frate riferisce inoltre che il nipote ed erede di Barocci, Ambrogio, non è incline alla pittura, ma si trova allora nelle mani tutti i disegni dello zio, ambitissimi dai pittori. Tra questi materiali vi sono anche il cartone per la pala dell’altare di San Giovanni Buono, uno per l’Assunzione della Vergine, con ogni probabilità il quadro oggi alla Galleria Nazionale delle Marche e molti altri, che potrebbero essere di interesse per Federico Borromeo, allora impegnato nella costituzione dell’accademia Ambrosiana (Valsecchi, Il duomo, p. 230, nota 34; Sangiorgi 1982, pp. 61-62, n. LX; Colzani 2024, pp. 141-142). Trascrizione «Nel partire del Monte della Vernia passai per Urbino per andare poi a Loreto viddi a Urbino l’opere di Federico Baroccio, et in particolare l’ancona incominciata per il duomo di Milano la quale è miracolosissima; sono di già fatte 16 figure incirca, et ci fornirà facilmente, essendovi M. Ventura suo primo discepolo, il quale à tutta la sua maniera, et quando questi signori della Fabbrica vurano che si fuornisca porterà l’ancona a Milano et la fuornirà a Milano. Il nipote del Baroccio è giovine, e ha puochissima inclinatione alla pittura. Ha tutti li disegni del Baroccio, che son cose che hanno del divino, e certo sono cose di molta consideratione, ne vole far essito, et sono molti pittori de più principali che li vogliano comparare, et in particolare ne sono da 6 incirca di grandezza di 4 braccia in circa, et in particolare vi è quello che ha fatto per l’ancona del duomo di Milano che vale ogni tesoro; ve n’è ancor uno pure così grande di un’Assontione della Vergine Santissima con tutti li dodici Apostoli il quale è fatto con tanto studio che tutti si vedono et uno non impedisce l’altro, ne ha molti altri, che fa restare atoniti a chi li remira; mi viene subito in mente che forsi vostra Signoria Illustrissima ne haria preso per mettere nella Cademie della libreria Ambroggiana; si che li ho fatto suspendere questa vendita sino ad altro mio avviso, el che hanno fatto volentieri. Ora supplico vostra Signoria Illustrissima ad avisarmi a Roma»Archival Material Alessandro Vitali ha copiato per il duca di Urbino una Natività di Barocci(1598-03)1598, marzo Commento Nella contabilità del duca di Urbino risulta un pagamento di 30 scudi ad Alessandro Vitali per l’esecuzione di una copia di una Natività realizzata da Barocci da riconoscersi in quella richiesta da Francesco Maria (Krommes 1912, p. 83); il collegamento tra questo pagamento e la versione della Natività realizzata per Federico Borromeo e conservata alla Pinacoteca Ambrosiana, in passato dato per certo dalla critica, non è più condivisibile (Colzani 2024). Trascrizione «Per la copia del Presepio del Barroccio a Alessandro»Archival Material Alla Chiesa Nuova si attende la seconda pala di Barocci(1592-08-01)1592, 1 agosto Commento Il padre oratoriano Tommaso Bozzi informa padre Antonio Talpa che la cappella Cesi nel transetto sinistro è quasi compiuta: sono state messe in opera le statue di San Pietro e di San Paolo (eseguite da Giovanni Antonio Paracca detto il Valsoldo: Baglione [1642] 2023, I, p. 231, nota 4), mancano ancora le decorazioni della volta e si attende la pala d’altare con la Presentazione della Vergine al Tempio commissionata a Barocci, qualificato qui come «pittore hoggidì in Italia forse il primo» (Cistellini 1989, II, p. 802, nota 117). [Alberto Bianco, Camilla Colzani] Trascrizione «[…] La capella eretta nella mia chiesa et ornata da monsignor di Todi è ormai ridotta a perfettione et riesce assai magnifica per esser tutta di marmi eletti, eccetto alcune pitture nel convesso della volta et nella facciata dinanzi sopra la volta della cappella istessa. Ultimamente nei muri che sostengono la volta et vengono a formare la cappella, per più ornamento e santità, si sono colocate due statue di assai maggior grandezza della statura commune d’un huomo, delle quali una è di s. Pietro, l’altra di s. Paolo, di marmo, che quando sarà finito et aggiunto all’altre cose che gli son fatte sin qui il quadro che tuttavia si va facendo dal Baroccio, pittore hoggidì in Italia forse il primo, altro non mancherà se non che all’ornato et santità esteriore; che hormai si comincia a vede-re in questa chiesa a mano a mano finita, si aggiunga la interiore perfettione e profitto che principalmente ricerca il Signore da noi altri ministri et templi vivi di Sua Divina Maestà [***] Bozzi rettore»Archival Material Altra richiesta a Barocci per il duomo di Milano(1597-03-12)1597, 12 marzo Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano riferisce al fratello Ludovico in Urbino che i deputati della Fabbrica del duomo persistono nel desiderio di un dipinto di mano di Barocci, dopo che sono ormai sfumati sia la prima richiesta di una pala per l'altare di Santa Prassede (vedi 1592, 21 maggio) sia un secondo tentativo di ottenere un dipinto destinato a un altare non specificato (vedi 1593, 27 gennaio; 1593, 2 luglio). Pur di ottenere un quadro di Barocci i deputati della Fabbrica hanno chiesto la mediazione del cardinale Federico Borromeo, mostratosi assai disponibile, pregandolo di sollecitare il duca di Urbino in tal senso (vedi 1597, 22 marzo). Il soggetto della pala che ora si auspica di avere è il Presepe ovvero una Natività (vedi 1597, 17 marzo). Guidubaldo preannuncia inoltre l'imminente arrivo di un delegato della Fabbrica della cattedrale milanese, il quale durante il pellegrinaggio a Loreto si sarebbe spinto a Urbino per parlare con Barocci e depositare una caparra (Sangiorgi 1982, pp. 19-20, n. IV; Colzani 2024, pp. 52-53); tale personaggio è da identificarsi con Giovan Battista Talento Fiorenza (per il quale vedi 1565, 24 giugno; 1593, 27 gennaio). L'ultima notizia a cui si allude nella lettera si riferisce alla rappresentazione della commedia di Ludovico Ariosto, I suppositi, tenutasi a Pesaro nel febbraio, ricordata anche nel diario di Francesco Maria (Diario 1989, p. 88), della quale a Milano era giunta voce attraverso Giovan Battista Clarici (per il quale vedi 1593, 27 gennaio). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Mi piace che il signor Baroccio [Simone] abbia dato principio alli lavori, e diteli che vada inanzi allegramente, che quel signore vuole questa Pasqua venire a Loreto et forse che arrivarà a Urbino et portarà li danari, et mi sarebbe caro che li lavori fossero forniti per portarseli seco. Questi signori della Fabrica del duomo vorrebbono pure una tavola del signor Baroccio, e nel capitolo che hanno fatto ultimamente si risolsero pregare il signor cardinale che sia contento scrivere al nostro signor Duca Serenissimo con pregarlo a comandare al Baroccio che facci questo quadro, che credo sarà il Presepio, se vurranno seguitare la dispositione antica; e questa Pasqua uno delli deputati di detta Fabrica, con occasione che va a Loreto, arrivarà a Urbino a parlare con il signor Baroccio et li portarà danari; et il signor cardinale ha risposto che scriverà ogni volta che vorranno. Il signor Clarici tornò l’altra sera da Cremona et mi ha detto aver inteso là che la comedia recitata in Urbino con gl’intermedii è stata cosa bellissima […]».20