Federico Barocci
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The aim of this online corpus is to approach the work of the painter Federico Barocci (Urbino 1533 - 1612) from a historical perspective, revising the known sources, finding new ones and combining them with paintings and drawings. The capillary research in the archives is supported by a careful analysis of the literary sources and compiled in chronological order. As part of the Sanzio Digital Heritage project, the corpus is hosted on a dedicated platform that makes it possible to create a system of internal and external links that allows users to search for specific topics (people, places, decades or years) and immerse themselves in the world of Federico Barocci’s art.
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Archival Material Acconto di Simonetto Anastagi per una versione del Riposo nella fuga in Egitto(1570-02)1570, febbraio Commento Il collezionista perugino Simonetto Anastagi invia a Urbino un acconto per una tela di Barocci con la «Istoria della ritornata della gloriosa Vergine da l'Egitto», ovvero il Riposo nella fuga in Egitto nella versione oggi alla Pinacoteca Vaticana (vedi anche 1573, 2 ottobre; 1577, 12 gennaio). [Camilla Colzani] Trascrizione «Messer Federico Baroccio da Urbino deve dare scudi quindeci di moneta a lui conti, per man di Pietropaolo di Berardino pittor, sono a buon conto della valuta del quadro che ha promesso far in Urbino e mandarlo [***] pagati detti scudi 25 adi [la data è lasciata in bianco] di febraio 1570 – scudi 15».42 3 Archival Material La Fabbrica del duomo di Milano attende ancora una pala di Barocci(1608-01-28)1608, 28 gennaio Commento I deputati della Fabbrica del duomo di Milano, data l’insolvenza di Barocci rispetto all’opera che doveva realizzare per uno degli altari, verosimilmente quello di San Giovanni Buono, decidono di informarsi rispetto a quanto l’artista ha già ricevuto per riferirlo al capitolo (Colzani 2024, pp. 121-122). [Camilla Colzani] Trascrizione «Tertio sicut Federicus Barotius pictor in civitate Urbini magnam pecuniarum quantitatem recepit pro pingenda tabula una pro uno altari in dicta Maiori ecclesia et tamen adhuc tabulam ipsam non pinxit, nec certiorem reddidit ipsum capitulum quo in statu ipsam tabulam habeat. Dictum fuit quod Illustrissimus domino Rector se informet quid, et quantum ipse Barotius receperit super dicta tabula et omnia ad primum capitulum refferat».Archival Material Riprendono i solleciti a Barocci per la pala ancora da consegnare al duomo di Milano(1608-04-21)1608, 21 aprile Commento I deputati della Fabbrica del duomo di Milano affidano a Giovanni Battista Talento Fiorenza o in alternativa Pietro Antonio Lonati il compito di scrivere al duca di Urbino affinché solleciti Barocci a completare la pala ancora incompiuta (Bonomelli 1993, p. 22; Colzani 2024, p. 122). [Camilla Colzani] Trascrizione «Elegerunt Illustrissimum dominum Cajmum, qui alloquatur Illustrissimos dominos Johannem Baptistam Florentiam, et Petrum Antonium Lonatum ad effectum ut alter eorum scribat litteras Illustrissimo et excellentissimo domino duci Urbini ad finem ut ille cogat Phedericum Barotium eius pictorem termino brevi ad consignandum venerande fabrice anchonam Sancti [in bianco] ei datam ad pingendum vel ad restituendum pecunias».Archival Material La Fabbrica del duomo di Milano è innervosita dal tergiversare di Barocci(1608-04-30)1608, 30 aprile Giovanni Battista Talento Fiorenza in Milano scrive al duca di Urbino riepilogando le complesse vicende delle commissioni avanzate a Barocci da parte della fabbrica del duomo milanese fin dal 1597; ricorda il primo progetto, poi tramontato per una pala (con la Natività), avallato dal cardinale Federico Borromeo facendo presente che il pittore aveva comunque percepito un cospicuo importo, ma che al duomo era giunta soltanto la pala con Sant’Ambrogio e l’imperatore Teodosio eseguita da Barocci e Alessandro Vitali. Stanti queste premesse, Talento Fiorenza chiede al duca di Urbino di fare pressione su Barocci affinché venisse compiuta la pala per l’altare di San Giovanni Buono, di cui i fabbricieri erano ancora in attesa (Gronau [1936] 2011, pp. 186-187, n. CCLXII; Colzani 2024, pp. 122-123). [Camilla Colzani] Trascrizione «Sino l'anno 1597, passando io per Pesaro fecci riverenza a Vostra Altezza serenissima in nome del signore cardinale Borromeo e delli signori deputati della Fabrica del domo di Milano, lo supplicai si degnasse concedere licenza a Federico Baroccio di fare una tavola per uno altare di essa chiesa. Vostra Altezza con la solita sua benignità lo concesse e disse era bon pensiero, perché lo stimava delli primi pittori d'hoggidì e così mi fece gratia mostrarmi alcuni suo[i] quadri. Il Baroccio per le molte occupationi e per l'età sua non ha finito mai la tavola, ancor che habbia avuto molti danari, e per darci in parte sodisfattione, ne ha mandato una d'uno suo giovane. Questi signori che governano questa Fabrica, quali sono cavallieri principali della nostra città, supplicano ora Vostra Altezza serenissima, sì come con tanta prontezza al hora si contentò che le facesse, ora ancora si degni farle commandare che attenda a finire essa tavola, quale con tanto desiderio da tutta la città è aspettata, che tutti noi altri restaremo a Vostra Altezza perpetuamente obligati […]».Archival Material Una lettera a Barocci da Milano(1608-05-05)1608, 5 maggio Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano scrive al fratello Francesco Maria in Urbino comunicando di aver inviato da Milano una lettera per Federico Barocci (Sangiorgi 1982, p. 50, n. XLI; Colzani 2024, pp. 123-124). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] La posta passata vi mandai una lettera per il signor Federico Barocci, aspetto nuova del recepito […]».Archival Material Sulla stessa lettera indirizzata a Barocci da Milano(1608-05-18)1608, 18 maggio Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano scrive al fratello Francesco Maria in Urbino per chiedere notizie della lettera che, tramite quest’ultimo, aveva fatto recapitare a Federico Barocci (vedi 1608, 21 aprile) (Sangiorgi 1982, p. 51, n. XLII; Colzani 2024, p. 124). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] V’inviai una lettera al signor Barocci, posso quasi assicurarmi che l’habbiate havuta. Però dovreste darmene qualche aviso, acciò io sapessi come ho da rispondere a quelli che me l’hanno fatta scrivere […]».Archival Material Barocci è al lavoro sul Compianto su Cristo morto e Santi per il duomo di Milano(1608-05-21)1608, 21 maggio Commento Barocci in Urbino scrive a Guidubaldo Vincenzi in Milano aggiornandolo sullo stato della pala per l’altare di San Giovanni Buono del duomo di Milano, per la quale ha realizzato il cartone e che ha abbozzato: chiede di scusarsi con i deputati della Fabbrica per il ritardo nella consegna. Il pittore si giustifica del proprio ritardo aggravato dal lutto della morte del proprio fratello Simone e promette di riprendere quanto prima la lavorazione del Compianto su Cristo morto e Santi oggi nei Musei civici di Bologna. Segue un rendiconto dei pagamenti fino ad allora ricevuti (Annali 1877-1885, V, p. 56; Bonomelli 1993, pp. 22-23; Colzani 2024, pp. 124-126). [Camilla Colzani] Trascrizione «Molto magnifico et reverendo signor mio osservandissimo, per la lettera di vostra Signoria Illustrissima ho inteso il desiderio che tengono cotesti signori Deputati alla fabrica del Domo di Milano, per sapere nova del quadro di San Giovanni Bono da me accettato tanti anni sono, per ciò dalli sudetti signori ricevutone 230 scudi d'oro per primo pagamento. Vostra Signoria potrà adunque per sua cortesia racordarsi, come di già molti anni sono scrissi ai sudetti signori, che il serenissimo padrone mi aveva ordinato che io dovessi lasciare ogni altra cosa per fare un suo quadro, il che mi ha bisogniato come sudito et servitore ubidire, et con l'aiuto di Nostro Signore darli fine; e si bene il signor Duca giornalmente mi teneva solicitato, ad ogni modo so andato afaticando per il quadro di Milano, ho fatto il cartone, et mezzo abozato l'opera, et tutte l'altre fatiche da me sollite a farsi, ho compite; resta solo che io vi rimetta le mane, il che di già avrei fatto, si non mi succedeva la morte di mio fratello, quale mi ha travagliato tanto, che ancor io gli ho auto a fare compagnia, et so stato un mese e mezzo in letto. Ora per grazia di Nostro Signore mi sono riavuto et ho ricominciato a lavorare; ma perché non vorei che cotesti signori restassero disgustati de la persona mia, mi faorirà per sua grazia scusarmi con quella maniera, che ben saprà dire vostra Signoria, asicurandoli ch'io non mancarò darli sodisfazione, come è debito mio, né meno pigliarò altre opere, sintanto che non ho compito questa di Milano. Ringrazio infinitamente vostra Signoria de l'amorevole et affezione che mi porta, rendendomi sicuro che de i miei travagli e fastidi n'arà sentito quel dispiacere, che suole un bono et amorevole amico come vostra Signoria. Ma poi che ha piaciuto al Signore di richiamarlo a miglior vita, gli pregarò requie, contentandomi di quanto gli ha piaciuto di fare; in tanto pensi ove io sia bono a servirla et mi comandi, che è quanto desidero. Facendo fine con baciarli le mani, gli prego dal signore ogni compìto contento. D'Urbino, alli 21 di maggio 1608. Federico Baroccio Il debito di Federico Baroccio in lire dell’anno 1606 è de 3180 Havere per l’Ancona di S. Ambrogio fatta da lui 1600 … a conto dell’ancona di San Giovanni Bono che ha da fare le sudette 1580 che sono i 230 d’oro come confessa la presente lettera».Archival Material Il duca di Urbino giustifica Barocci per i suoi ritardi nei confronti della Fabbrica del duomo di Milano(1608-06-14)1608, 14 giugno Commento Il duca di Urbino in Casteldurante scrive a Giovanni Battista Talento Fiorenza in Milano (Gronau [1936] 2011, pp. 187-188, n. CCLXIII; Colzani 2024, p. 126) per giustificare l’inadempienza di Barocci nei confronti della Fabbrica del duomo di Milano. [Camilla Colzani] Trascrizione «Creda vostra Signoria et n'assicuri quei signori deputati che tanto più desidero che il Barocci finisca quell'opera, quanto mi sarebbe di molta sodisfattione che in cotesta nobilissima città si vedesse qualche cosa di questi paesi. Non ho perciò mancato di farne con lui efficace uffitio, il quale dice d'attendervi et promette usarvi diligenza et assiduità, ma vostra Signoria può considerare che prestezza s'ha d'aspettare da chi è indisposto del corpo et aggravato dell'età di 75 anni. Io lo farò sollicitare quanto sarà possibile, et desidererò occasioni maggiori del servitio di questi signori et di vostra Signoria in particulare […]».Archival Material Da Milano si chiedono aggiornamenti sulla pala per il duomo(1608-10-22)1608, 22 ottobre Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano chiede al fratello Francesco Maria in Urbino aggiornamenti sul Compianto su Cristo morto e Santi destinato all’altare di San Giovanni Buono nel duomo milanese (Sangiorgi 1982, p. 53, n. XLV; Col-zani 2024, pp. 126-127). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Vorrei che vedeste d'intendere se il signor Federico Barocci ha mai lavorato nel quadro di Milano et a che termine è, et insomma se ci è speranza di poterlo havere fornito, et avisatemelo in maniera che havendo a mostrare la lettera a chi me l'ha ricercato, ch'è stato il signor rettore della Fabrica, gli la possi mostrare […]».Archival Material Solleciti da Milano per la pala del duomo(1608-12-24)1608, 24 dicembre Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano scrive al fratello Francesco Maria in Urbino chiedendo ragguagli sullo stato di avanzamento della pala per l’altare di San Giovanni Buono del duomo di Milano (vedi 1608, 22 ottobre) (Sangiorgi 1982, p. 53, n. XLVI; Colzani 2024, p. 127). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Di quello che mi havete scritto del signor Barocci non posso servirmene a niente. Io desidero sapere se lavora et quanto è inanzi, quando fui a Urbino mi disse che l'haveva ripigliato et che non voleva accettar altre opere, ma però il quadro è in sala in un cantone. Vorrei sapere se ci lavora, se così è fu fatto tanto […]».Archival Material Aggiornamenti sulla lavorazione della pala per il duomo di Milano(1609-01-21)1609, 21 gennaio Commento Francesco Maria Vincenzi in Urbino aggiorna il fratello Guidubaldo in Milano sullo stato di avanzamento della tela commissionata a Barocci dal capitolo del duomo per l’altare di San Giovanni Buono (Sangiorgi 1982, pp. 53-54, n. XLVII; Colzani 2024, pp. 127-128). [Camilla Colzani] Trascrizione «Monsignor Ludovico è stato dal signor Baroccio a vedere il quadro, quale dice che da un mese in qua che ci lavora et che prima non ci haveva fatto altro, et che era come voi vi partiste, et che non attende con altro, et che risolutissimamente non vuol pigliare altr'opera, et che quando haverà fatto più lavoro che vuole adimandare denari, et non mi ha saputo dire altro se non che attende all'opera da questo tempo in qua […]».Archival Material Disposizioni iconografiche per la pala Pizzamiglio(1582-06-27)1582, 27 giugno Commento Vedi 1582, 9/13 giugno. L'ambasciatore urbinate a Roma Baldo Falcucci avvisa il duca di Urbino che i padri dell'oratorio di San Filippo Neri hanno dato disposizioni sul soggetto della pala commissionata a Barocci per l'altare Pizzamiglio nella Chiesa Nuova e che tale memoriale è stato consegnato al segretario del duca, Giulio Veterani (Gronau [1936] 2011, p. 156. n. CCII). [Camilla Colzani] Trascrizione «I padri di Pozzobianco hanno dato un poco di memoriale, come vogliano il quadro del Baroccio, et lo mandò al Veterano per saper l'animo suo et il prezzo apresso a poco et debutaranno persona costì, che se ne prenda cura».25 Archival Material Da Milano si chiedono aggiornamenti sulla realizzazione del Compianto su Cristo morto e Santi per il duomo(1610-05-05)1610, 5 maggio Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano chiede al fratello Ludovico in Urbino di monitorare la realizzazione del Compianto su Cristo morto e Santi per il duomo di Milano (Sangiorgi 1982, p. 54, n. XLVIII; Colzani 2024, p. 128). [Camilla Colza-ni] Trascrizione «[…] Dovrete sapere se il signor Barocci lavora nel quadro di Milano et a che termine è […]».Archival Material La Fabbrica del duomo di Milano sollecita il compimento del Compianto per il duomo(1610-05-13)1610, 13 maggio Commento Ottaviano Scotto fa relazione al capitolo del duomo rendendosi disponibile ad andare a Urbino per far terminare l’ancona dell’altare di San Giovanni Buono. Il capitolo stabilisce a questo proposito di mandare una lettera commendatizia al duca di Urbino (Colzani 2024, p. 129). [Camilla Colzani] Trascrizione «Facta rellatione per prefatum M. illustrem dominum equitem Octavianum Scottum V.R. qualiter quidam eques principalis huius Civitatis deputati intendit ire in partibus Ducatus Urbini et quod bonum esset quid ille alloqueretur Illustrissimum et excellentissimum dominum ducem ad effectum ut eo mediante Foedericus Barotius finem imponat anchonae per eum coeptae et super qua iam habuit plures pecunias exorando etiam dictum Barotium ut se expediat. Dictum fuit bonum esse etiam nomine venerandae fabricae scribere literas comendatitias dicto Illustrissimo et excellentissimo duci Urbini dicta de causa».Archival Material Altra richiesta di aggiornamenti da Milano per il Compianto per il duomo(1610-07-07)1610, 7 luglio Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano sollecita il fratello Ludovico in Urbino a verificare lo stato della pala per il duomo di Milano (Sangiorgi 1982, p. 54, n. XLIX; Colzani 2024, p. 129). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Vedete anco d'intendere se il signor Baroccio lavora nel quadro di Milano et a che termine è».Archival Material Si richiedono da Milano aggiornamenti sulla realizzazione del Compianto per il duomo(1610-07-14)1610, 14 luglio Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano chiede al fratello Francesco Maria in Urbino di verificare che Barocci stia lavorando alla pala per l’altare di San Giovanni Buono del duomo di Milano (Sangiorgi 1982, p. 54, n. L; Colzani 2024, p. 130). [Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Di gratia vedete d'intendere se il signor Baroccio lavora nel quadro di Milano et a che termine è et che speranza si può avere (…)».Archival Material Guido Mazenta vorrebbe i servigi di un allievo di Barocci per l’esecuzione di copie(1610-12-29)1610, 29 dicembre Commento Guidubaldo Vincenzi in Milano chiede al fratello Ludovico in Urbino la disponibilità di un giovane allievo di Barocci per servire in Venezia il milanese Guido Mazenta nella realizzazione di copie non meglio specificate (Sangiorgi 1982, pp. 22-23 nota 1; Colzani 2024, p. 130). [Camilla Colzani] Trascrizione «Vi ho scritto hoggi un'altra mia et vi sarà mandata da Venetia dal signor Guido Mazenta qual desidera un giovane che sappi copiare bene. Gli rispondo che non credo che ci siino poiché il signor Federico adesso lavora poco et quelli che sono atti vi hanno case et famiglia di modo che non possono abbandonare. Sentirete quello che li servirà et occorendo che vi fosse qualcheduno trattate chiaro acciò che né l'uno né l'altro si possa lamentare di voi».Archival Material Il Compianto su Cristo morto e Santi per Milano non è ancora stato consegnato(1611-03-07)1611, 7 marzo Ottaviano Scotto (vedi 13 maggio 1610)relaziona al Capitolo del duomo di Milano sullo stato della volta della sacrestia settentrionale del duomo, rovinato da un incendio. Con l’occasione chiede al rettore della Fabbrica del duomo di scrivere una lettera commendatizia al duca di Urbino affinché quest’ultimo ottenga da Federico Barocci la conclusione della pala del Compianto su Cristo morto e Santi per l’altare di San Giovanni Buono, oppure la restituzione dei denari finora versati per questa opera. Non è specificato, ma è verosimile che il recupero di questa somma fosse auspicato per contribuire a finanziare il ripristino della volta danneggiata (Colzani 2024, p. 131). [Camilla Colzani] Trascrizione «Facta rellatione per Illustrissimum dominum equitem ac comendatarium dominum Octavianum Scottum equitem rectorem de necessitate aptationis tecmentiae seu curvitatis sacrastiae in qua secuta fuit combustio pro decore tam insignis ecclesiae, et an illud tecmentum sit aptandum ut vulgo dicitur alla mosaica, vel dipingendum, et cum quibus figuris et habito superinde lungo colloquio. Dictum fuit quod curvitas tecmenti dictae sacrastiae consistat cum octo partibus quae in quatuor partibus ab una parte dipingi possent quatuor evangelistae, et in aliis quatuor partibus ab alia parte sacrastiae dipingi possent quatuor Doctores Ecclesiae, vel in tota curvitate octo angeli representantes misterum indumentorum sacerdotium se se preparantium ad missarum celebrationem et quod tamen bonum erit de predictis omnibus verbum facere cum Illustrissimo et Reverendissimo domino cardinali Borromeo Illustrissimo archiepiscopo ad effectum ut Illustrissima dominatio sua dignetur dicere quid-nam ex premissis figuris sibi videatur depingendum in summitate dictae Sacra-stiae et ad eum effectum eligerunt, et eligunt Illustrissimos et M.R. dominos Joannem Antonium Besutium [...] Illustrissimum dominum equitem Scottum rectorem, qui de hoc negotio alloquantur ipsum Illustrissimum dominum cardinalem, et ab eo inteligant quid sit in curvitate, ut vulgo dicitur la volta dictae sacrastiae ex dictis figuris dipingendum et eodem etiam tempore cum deprecentur ac exorent pro obtinendis ab eo literis commendatitiis ad Illustrissimum et excellentissimum dominum ducem Urbini ad effectum ut illa ita agat ut tandem Federicus Barotius pictor excellentissimus qui moratur in eius curia tandem transmittat anchonam sibi ad pingendum demandatam iam tot annis preteritis apponendam in dicta ecclesia maiori [***] quo usque in horam praesentem ab hac veneranda Fabrica pro pictura ipsius anchonae recepit circa scuta octocentum vel saltem restituat pecunias per eum habitas venerande fabrice».Archival Material Conti della Fabbrica del duomo con Barocci per il Sant’Ambrogio e Teodosio e il Compianto su Cristo morto e Santi(1611-03-23)1611, 23 marzo La Fabbrica del duomo di Milano emette un mandato di pagamento di 1600 lire imperiali a favore di Barocci per saldo dell’ancona con Sant’Ambrogio e l’imperatore Teodosio . Con l’occasione la Fabbrica chiede di scalare la cifra dal debito di 3180 lire imperiali che il pittore ha in sospeso e che così si riduce a 1580 lire già versategli per l’ancona dell’altare di San Giovanni Buono, ancora da compiere (Arslan 1960, p. 104; Bonomelli 1993, p. 23; Colzani 2024, pp. 132-133). [Camilla Colzani] Trascrizione «Domino Lodovico Cabiate Ragionato di questa veneranda Fabrica del duomo di Milano darete credito a Federico Barocci pittore della città d’Urbino de lire mille seicento che sono per tanti che questa veneranda Fabrica gli stabilì dell’anno 1608 doversegli pagare l’ancona di Santo Ambrogio da lui fatta più anni avanti per mettere in duomo la qual ancona fu da lui consegnata et è in opera e non gli è mai stato dato credito dell’amontare d’essa. Et perciò hora, in virtù dell’inclusa sua lettera, si da accomodare tal scritture stando che alli libri di questa Fabrica è debitore de lire imperiali 3180 che dicono esser tutti a conto dell’ancona di Santo Giovanni Bono ordinatogli [***] la quale non ha mai consignato a conto della quale non ha avuto più che imperiali 230 datigli deducendo dalla sudetta summa de imperiali 3280 le dicte imperiali 1600 siche dicto suo debito si riduce solo nelle lire imperiali 1580 a conto della sudetta ancora di Santo Giovanni Bono che così esso Baroccio conferma per l’inclusa lettera sottoscritta di sua mano et in conformità d’essa ne accomodarete gli libri di questa veneranda Fabrica dandogli credito delle lire - 1600».Archival Material Barocci è in cattiva salute ma il Compianto su Cristo morto e Santi per il duomo di Milano è quasi finito(1611-12-29)1611, 29 dicembre Commento Ludovico Vincenzi in Urbino scrive al fratello Guidubaldo in Milano informandolo di aver recapitato una missiva all’arcivescovo di Urbino Benedetto Ala (BUU, Congregazione di Carità, 38, III, f. 452r; Sangiorgi 1982, p. 55) il quale si è dimostrato ben disposto nel servire i deputati della Fabbrica del duomo di Milano per risolvere il problema della mancata consegna della pala di Barocci per l’altare di San Giovanni Buono. Ludovico aggiorna Guidubaldo sullo stato di salute di Barocci e conferma che la pala per Milano è degna del duomo, sebbene ancora non sia terminata. Benedetto Ala sarà presente alle esequie dell’artista, come testimoniano l’orazione funebre di Vittorio Venturelli (in Bellori [1672, 1976] 2009, I, p. 201; Baroni 2015, p. 63; Colzani 2024, pp. 133-134). [Camilla Colzani] Trascrizione «Ho portato la lettera del vostro Illustrissimo signor cardinale a monsignor nostro Illustrissimo arcivescovo, il quale s'è mostrato prontissimo di far il possibile per servire sì al signor cardinale come anco a tutti cotesti Signori deputati della Fabrica; se bene sin hora non ha potuto parlare al signor Baroccio, per rispetto ch'è convalescente et mal sano et in particolare adesso che sono tempi infelicissimi per le nevi et freddi eccessivi. Onde quanto prima potrà non mancarà di mettere in essecutione quanto si conviene et ne darà poi aviso particolare di quanto ha operato. Ordinò a me che v'andassi a pigliarne qualche informatione e li refferissi a che termine stava il negotio, e così non mancai di essequir subito, e trovai il suddetto Baroccio in assai miglior termine di quello che si diceva, se bene al solito indisposto; et havendoli fatto l'ambasciada mi rispose che quello che l'ha trattenuto, e lo trattiene, è la sua poca sanità et in particolare che gli vien commandato da chi è obligato a servire a far sempre qualche cosa, di modo tale che non può dare satisfattione poi a tutti, come sarebbe suo desiderio et obligo. Vi aggiunse ancora che li pareva che cotesti signori si fossero raffreddati e che però lui ancora non poteva dimostrare di aver quella caldezza ch'havrebbe bisognato. Ho visto finalmente l'opra, che se bene vi ha da fare assai è però a qualche buon termine, et è per esser cosa veramente degna di cotesto luogo, e crederei ancora se non li dessero o non si pigliasse altra briga alle mani che cotesti signori dovriano ancor loro presto haver satisfatione. Quest'altro ordinario monsignor Illustrissimo arcivescovo ne doverà dare più particolare aviso lui medemo. Quanto poi alle cose nostre di casa passano al solito e bene adesso di sanità, facendo le raccomandationi al solito a nome di tuti con pregarli da nostro signore ogni contento. D’Urbino alli 29 Decembre 1611. Lodovico Vincenzi».