Federico Barocci
Permanent URI for this collection
The aim of this online corpus is to approach the work of the painter Federico Barocci (Urbino 1533 - 1612) from a historical perspective, revising the known sources, finding new ones and combining them with paintings and drawings. The capillary research in the archives is supported by a careful analysis of the literary sources and compiled in chronological order. As part of the Sanzio Digital Heritage project, the corpus is hosted on a dedicated platform that makes it possible to create a system of internal and external links that allows users to search for specific topics (people, places, decades or years) and immerse themselves in the world of Federico Barocci’s art.
Browse
Browsing Federico Barocci by browse.metadata.subjectAM "Alfonso Visconti"
Now showing 1 - 1 of 1
Results Per Page
Sort Options
Archival Material I padri oratoriani meditano di chiedere a Barocci la pala per la cappella Glorieri(1591-12-06)1591, 6 dicembre Commento L’oratoriano Germanico Fedeli in Roma scrive ad Antonio Talpa a Napoli ribadendo il desiderio di chiedere a Barocci un’altra opera per la Chiesa Nuova (vedi 1590, 20 dicembre); tuttavia Federico ha rifiutato il denaro che i padri hanno offerto per questa terza commissione, perché oberato di lavoro. Barocci, reduce dal successo della Visitazione, a questo punto ha già ricevuto la commissione per la pala con la Presentazione della Vergine al Tempio destinata all’altare sinistro del transetto della chiesa passato, dopo la morte di Pierdonato Cesi, sotto il patronato di Angelo Cesi vescovo di Todi; i padri meditano ora di affidare a lui la pala per l’altare sotto il patronato di Alessandro Glorieri nel transetto destro, destinata a raffigurare l’Incoronazione della Vergine (tale dipinto, mai eseguito da Barocci, sarà commissionato al Cavalier d’Arpino nel 1592: Barbieri, Barchiesi, Ferrara 1995, p. 86). [Barbara Agosti, Alberto Bianco, Camilla Colzani] Trascrizione «[…] Piacesse a Iddio che il Barozzo potesse fare anco il quadro dell’altra cappella presa da quel personaggio che gli si darebbe tempo ma non siamo né anco securi di havere quello della cappella del vescovo poiché havendogli ultimamente offerto il denaro acciò incomenciasse l’opera ha risposto che non li vuole, non potendoci metter mano prima che non habbia finito uno che si ha incomenciato et fattone doi altri tirati in telaro promessi molto prima, onde ocorreranno anni et essendo tale sano non so quello che ne possano promettere se stava così sospeso per qualche tempo, quale potrà consigliare quello se habbia a resolvere nel uno et altro. Nella detta cappella del vescovo ci va l’istoria della presentatione della Madonna al Tempio ch’è il secondo atto dopo la natività sua che accadeva sopra l’altare maggiore et questa istoria ha aiutato assai a disporre il Barozzo a farla, dicendo che ne haveva hauto sempre voluntà né mai gli si era porta occasione. Nella cappella poi incontro ci va la coronatione della Madonna che è l’ultimo atto dopo l’Assunta, et seranno doi cappelle molto nobili che hanno ballaustri, marmi et nobile disegno di tabernacolo et in particolare per le colonne verde belle et rare che in tutta Roma non habbiamo trovato che un paro, et quelle anco l’habbiamo in qualche dubio essendo ricevute da altri, ma spero l’havremo, che il padrone è risoluto darcele et lunedì si faranno condurre che prima non se poteva per uno rispetto, io sto tremando che certo se non le havremo non so come faremo; ma spero che la Madonna ne farà anco qualche gratia et non curta che la sua chiesa stessi difforme per una sola cappella et doi colonne [***] ci ha fatto sapere dove esse costono trecento scudi ma li vagliono, che sono belle alte 15 palmi che tanto bisognava et lavorate che poca spesa ricercherà, et in tempo di estrema carestia di esse, che si è lavorato per haverle. A Natale sarà finita la cappella incontro a quella del Pinelli ch’è fatta, dicono, che io non l’ho vista, che essendo opera di altri non ho voluto havere occasione né di consigliarli né di tassare essendo troppo libero, et alle volte mi pare d’intender molte cose che in verità poi non intendo. Farò il debito con monsignor Visconti che credo domani verrà in chiesa a messa et questo Natale ci favorirà a cantare messa a vespero, et anco la notte se non sarà tanto freddo che ci impedirà che la chiesa resti freddosa assai, che lavorandosi tutta via non si può così chiudere ogni buco. Si è incomenciato a coprire la cuppola di quelle tegole cotte invetriate di colore bianco, giallo, verde et turchino, et fa bellissima vista, et credo sarà anco durabile non essendo Roma sotto posta a giacci grandi, et sotto si è fatto un astrico con bona colla che se bene penetrasse qualche goccia in evento di rottura di tegola, si crede non sia per penetrar né fare danno alcuno. Tutta la parte nova della croce si incolla et si imbianca, che così hanno tutti resoluto per goderla finita, non si sapendo poi se con il tempo ci verrà occasione di denaro da poterla stuccare come l’altra. La prima spesa si farà dopo quello sarà la volta della nave che tutti la desiderano et ci specolano che certo sarà la corona et perfettione di essa, et forsi quest’estate si potrebbe principiare. Monsignor vescovo di Todi finita che havrà la sua cappella di tutto quello ci va fatto, vuole mettere mano alla facciata et già mi ha dato ordine di trattare con scarpellini, che non sarà tanta spesa che in doi anni non la possa finire senza molto suo scomodo. Ho scritto assai et credo havere sopplito al longo silentio che ho tenuto con lei, se bene con il cuore et memoria spesso me la fo presente con quella affetione et riverenza che devo. Gli bacio le mani, mi raccomando per sempre alle sue orationi et la saluto da parte del padre nostro Filippo et di tutti gli altri di casa et si degni di fare parte di quanto scrivo al padre Francesco Maria. Di Roma adì 6 di dicembre 1591».