La seconda versione della Vocazione di Sant’Andrea sta per essere spedita in Spagna
Issue Date
July 15, 1588
Chronology
XVI sec.
Content
1588, 15 luglio
Commento
Il duca di Urbino in Urbino scrive a Bernardo Maschi (Gronau [1936] 2011, pp. 160-161, n. CCIX) preannunciando l'imminente invio, insieme ad altri doni, della seconda redazione della Vocazione di sant'Andrea ordinata molti anni prima a Barocci per farne dono al re di Spagna (vedi 1583, 8 ottobre; 1584, 30 giugno; 1585, dicembre?; 1586; 1586, 11 maggio; 1586, 28 giugno; 1586, 31 luglio; 1586, 8 settembre; 1587, 26 novembre; 1588, 11 febbraio). Francesco Maria tiene a chiarire che il pittore ha eseguito il dipinto senza avere mai rivisto frattanto la prima versione allora nell'oratorio della Confraternita del santo a Pesaro, firmata e datata 1583 (oggi a Bruxelles), affinché non gli si potesse imputare l’esecuzione di una mera copia. [Barbara Agosti, Camilla Colzani]
Trascrizione
«Che per la lettera scrittami dal signor don Diego di Cordova ho veduto che il re gl’ha comandato che li facci veder l'horologgio che ultimamente li mandai, da che mi son risoluto d'inviar in man sua alcune cose acciò le presenti a Sua Maestà in mio nome, le quali s'inviano per via di [spazio lasciato in bianco]
Però quando li saranno consegnate, senza sballarle altrimenti, le mandi ad esso signor don Diego con la lettera che sarà per lui insieme con questa, che al re non scrivo parendomi che a quei signori secretari rincreschi assai il rispondere, et però non volendo io far loro se non servitio me ne astengo. Che dico ch’esso non sballi le robbe, perché quando anco havessero patito non potrebbe farle conciar, per il che meglio è che si presentino come di qua si partono, non essendo anco cose che meritino molta fattura, se bene non si è stentato poco di farli far, et massimamente il quadro di Sant'Andrea, il quale ha fatto il Baroccio, che se bene come esso deve sapere è tenuto il miglior huomo per queste essercitio che hora sia in Italia, è non di meno tanto lungo nell'opere sue che è un stento haver da far seco, sì come può comprendere del tempo che in quest'opera ha messo che non è stato meno di quattr'anni, ancorché ne havesse fatto prima un altro simile per una chiesa in Pesaro, il quale essendo molto lodato da quanti il vedevano mi fece venir voglia che ne facesse un altro del medesimo dissegno, et così ha fatto, senza però veder mai più quello di Pesaro, acciò non si potesse dire che fosse copiato, et finalmente dopo tanto tempo l'ha finito in modo che a quelli che hanno veduto l'uno et l'altro satisfa più quest'ultimo et però tanto più volentieri il mando.
In oltre si manda un calamaro fatto come un Fiume nel quale di più ci è un horologgio fatto dal nostro maestro di Pesaro et un stuzzo di compassi lavorato da questo maestro di qui, del quale si tiene molto conto. Ci è poi un libro miniato dove è scritta la Passione di Nostro Signore et di più ci ho messo un Tosone fatto da uno che sta con meco, che non mi pare che lavori male. Pensavo anco di mandare un par di cavalli portanti molto belli e buoni, ma ha tardato tanto il pittore nell'opera sua, che il meglio si è morto et l'altro non mi è parso tale, che solo meriti di comparire. Che mandi adunque ogni cosa imbagagliata al signor don Diego et lasci ch'esso facci il restante come meglio li parerà. Che ci saranno con queste lettere due scritture, l'una del pittore per conto di come si ha da veder il quadro, et l'altro dell'horlogero, che dice molte cose per servitio dell'horologgio, che l'una et l'altra mandi a don Diego».
Commento
Il duca di Urbino in Urbino scrive a Bernardo Maschi (Gronau [1936] 2011, pp. 160-161, n. CCIX) preannunciando l'imminente invio, insieme ad altri doni, della seconda redazione della Vocazione di sant'Andrea ordinata molti anni prima a Barocci per farne dono al re di Spagna (vedi 1583, 8 ottobre; 1584, 30 giugno; 1585, dicembre?; 1586; 1586, 11 maggio; 1586, 28 giugno; 1586, 31 luglio; 1586, 8 settembre; 1587, 26 novembre; 1588, 11 febbraio). Francesco Maria tiene a chiarire che il pittore ha eseguito il dipinto senza avere mai rivisto frattanto la prima versione allora nell'oratorio della Confraternita del santo a Pesaro, firmata e datata 1583 (oggi a Bruxelles), affinché non gli si potesse imputare l’esecuzione di una mera copia. [Barbara Agosti, Camilla Colzani]
Trascrizione
«Che per la lettera scrittami dal signor don Diego di Cordova ho veduto che il re gl’ha comandato che li facci veder l'horologgio che ultimamente li mandai, da che mi son risoluto d'inviar in man sua alcune cose acciò le presenti a Sua Maestà in mio nome, le quali s'inviano per via di [spazio lasciato in bianco]
Però quando li saranno consegnate, senza sballarle altrimenti, le mandi ad esso signor don Diego con la lettera che sarà per lui insieme con questa, che al re non scrivo parendomi che a quei signori secretari rincreschi assai il rispondere, et però non volendo io far loro se non servitio me ne astengo. Che dico ch’esso non sballi le robbe, perché quando anco havessero patito non potrebbe farle conciar, per il che meglio è che si presentino come di qua si partono, non essendo anco cose che meritino molta fattura, se bene non si è stentato poco di farli far, et massimamente il quadro di Sant'Andrea, il quale ha fatto il Baroccio, che se bene come esso deve sapere è tenuto il miglior huomo per queste essercitio che hora sia in Italia, è non di meno tanto lungo nell'opere sue che è un stento haver da far seco, sì come può comprendere del tempo che in quest'opera ha messo che non è stato meno di quattr'anni, ancorché ne havesse fatto prima un altro simile per una chiesa in Pesaro, il quale essendo molto lodato da quanti il vedevano mi fece venir voglia che ne facesse un altro del medesimo dissegno, et così ha fatto, senza però veder mai più quello di Pesaro, acciò non si potesse dire che fosse copiato, et finalmente dopo tanto tempo l'ha finito in modo che a quelli che hanno veduto l'uno et l'altro satisfa più quest'ultimo et però tanto più volentieri il mando.
In oltre si manda un calamaro fatto come un Fiume nel quale di più ci è un horologgio fatto dal nostro maestro di Pesaro et un stuzzo di compassi lavorato da questo maestro di qui, del quale si tiene molto conto. Ci è poi un libro miniato dove è scritta la Passione di Nostro Signore et di più ci ho messo un Tosone fatto da uno che sta con meco, che non mi pare che lavori male. Pensavo anco di mandare un par di cavalli portanti molto belli e buoni, ma ha tardato tanto il pittore nell'opera sua, che il meglio si è morto et l'altro non mi è parso tale, che solo meriti di comparire. Che mandi adunque ogni cosa imbagagliata al signor don Diego et lasci ch'esso facci il restante come meglio li parerà. Che ci saranno con queste lettere due scritture, l'una del pittore per conto di come si ha da veder il quadro, et l'altro dell'horlogero, che dice molte cose per servitio dell'horologgio, che l'una et l'altra mandi a don Diego».
Archivist's notes
Coll. ASF, Urbino, Classe I, Filza 315, f. 291r-v
Bibl. Georg Gronau, Documenti artistici urbinati [Firenze 1936], Urbino 2011
Bibl. Georg Gronau, Documenti artistici urbinati [Firenze 1936], Urbino 2011
Physical type
Foglio
Preservation status
Buono
Language
Italiano
Project
Keywords
Francesco Maria II della Rovere
Bernardo Maschi
Diego di Cordova
Project