Barocci offre una Natività della Vergine per la Chiesa Nuova
Issue Date
May 7, 1603
Chronology
XVII sec.
Authors
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Content
1603, 7 maggio
Commento
Flaminio Ricci della Congregazione dell'oratorio di Santa Maria in Vallicella scrive a Federico Borromeo arcivescovo di Milano (Bonadonna Russo 1968, p. 152 nota 1 sub numero XVI; Von zur Mühlen 1996, pp. 269-270, n. B 25). Attraverso il garzone di Barocci inviato a Roma a consegnare la Presentazione della Vergine al Tempio per l'altare del transetto sinistro della Chiesa Nuova, i padri oratoriani hanno appreso dell’offerta da parte del maestro urbinate stesso di realizzare la pala dell'altare maggiore rappresentante la Natività di Maria, dal momento che Barocci aveva per le mani un quadro di tale soggetto abbozzato tempo prima, quando il duca di Urbino glielo aveva inizialmente chiesto come dono per Filippo II, per poi cambiare idea e commissionare a tale scopo la seconda versione della Vocazione di sant'Andrea spedita nel 1588 (vedi 14 settembre 1588). [Barbara Agosti, Alberto Bianco, Camilla Colzani]
Trascrizione
«Essendo venuto qua un giovane del Baroccio a portare il quadro che monsignore di Todi ha fatto per la sua cappella della Presentazione nella nostra chiesa, si è lasciato intendere che il predetto Baroccio farebbe volontieri me. o il quadro della Natività per l'altar maggiore, sì per haver particolare genio a quella istoria che non solamente a questo della Presentazione con tutto che sii riuscito maraviglioso, et di stupore a tutta Roma, come per trovarsi la fatiga mezza fatta, havendone già per ordine del duca d'Urbino fatto a disegno, et sbozzo per il re di Spagna, che gli restò poi essendosi detto duca mutato di pensiero, et havendole fatto fare un Sant'Andrea in luogo di quello et per questo ricordata speranza che si haverebbe finito in due anni. Per tanto mi è parso avisarne Vostra Signoria Illustrissima per non lasciarsi uscire così bella occasione di dare compimento al detto altar maggiore condotto a quel buon stato nel quale hora si vede per causa di Vostra Signoria Illustrissima havendoci ella somministrata con molto charità tutta la spesa, che ne si è fatta. Poiché con ottocento, o al più mille scudi, che si dassero fra termine die due anni il pittore ce la d’avere finito, et alla Congregatione restasse una perpetua memoria della charità Sua […]».
Commento
Flaminio Ricci della Congregazione dell'oratorio di Santa Maria in Vallicella scrive a Federico Borromeo arcivescovo di Milano (Bonadonna Russo 1968, p. 152 nota 1 sub numero XVI; Von zur Mühlen 1996, pp. 269-270, n. B 25). Attraverso il garzone di Barocci inviato a Roma a consegnare la Presentazione della Vergine al Tempio per l'altare del transetto sinistro della Chiesa Nuova, i padri oratoriani hanno appreso dell’offerta da parte del maestro urbinate stesso di realizzare la pala dell'altare maggiore rappresentante la Natività di Maria, dal momento che Barocci aveva per le mani un quadro di tale soggetto abbozzato tempo prima, quando il duca di Urbino glielo aveva inizialmente chiesto come dono per Filippo II, per poi cambiare idea e commissionare a tale scopo la seconda versione della Vocazione di sant'Andrea spedita nel 1588 (vedi 14 settembre 1588). [Barbara Agosti, Alberto Bianco, Camilla Colzani]
Trascrizione
«Essendo venuto qua un giovane del Baroccio a portare il quadro che monsignore di Todi ha fatto per la sua cappella della Presentazione nella nostra chiesa, si è lasciato intendere che il predetto Baroccio farebbe volontieri me. o il quadro della Natività per l'altar maggiore, sì per haver particolare genio a quella istoria che non solamente a questo della Presentazione con tutto che sii riuscito maraviglioso, et di stupore a tutta Roma, come per trovarsi la fatiga mezza fatta, havendone già per ordine del duca d'Urbino fatto a disegno, et sbozzo per il re di Spagna, che gli restò poi essendosi detto duca mutato di pensiero, et havendole fatto fare un Sant'Andrea in luogo di quello et per questo ricordata speranza che si haverebbe finito in due anni. Per tanto mi è parso avisarne Vostra Signoria Illustrissima per non lasciarsi uscire così bella occasione di dare compimento al detto altar maggiore condotto a quel buon stato nel quale hora si vede per causa di Vostra Signoria Illustrissima havendoci ella somministrata con molto charità tutta la spesa, che ne si è fatta. Poiché con ottocento, o al più mille scudi, che si dassero fra termine die due anni il pittore ce la d’avere finito, et alla Congregatione restasse una perpetua memoria della charità Sua […]».
Archivist's notes
Coll. ACOR. B. IV, 19, f. 61v
Bibl. M. T. Bonadonna Russo, I Cesi e la Congregazione dell'Oratorio, "Archivio della Società Romana di Storia Patria", 91, 1968, pp. 1-163; I. von zur Mühlen, S. Maria in Vallicella: zur Geschichte des Hauptaltars, in «Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana», 31, 1996, 245-272.
Bibl. M. T. Bonadonna Russo, I Cesi e la Congregazione dell'Oratorio, "Archivio della Società Romana di Storia Patria", 91, 1968, pp. 1-163; I. von zur Mühlen, S. Maria in Vallicella: zur Geschichte des Hauptaltars, in «Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana», 31, 1996, 245-272.
Physical type
Foglio
Preservation status
Buono
Language
Italiano
Project
Keywords
Flaminio Ricci
Federico Borromeo
Francesco Maria II della Rovere
Filippo II