Conti, Antonio
Antonio Conti nasce ad Acqualagna (PU) il 3 settembre 1897, da Egidio e Michela Lazzarini. Il padre - maestro elementare, Direttore didattico e ricercatore - è ricordato per il "Vocabolario metaurense", un vocabolario sui dialetti della valle del Metauro. La famiglia, di modeste condizioni, è molto numerosa essendo composta anche da sette figlie. Frequenta l’Istituto Magistrale di Acqualagna e conosce l’insegnante e scrittore Agostino Fattori (Gatteo 1886 – Urbino 1933) che lo avvia alla poesia.
Nel 1915 inizia l’attività di insegnante elementare a Montecchio Emilia e sempre a quest’anno risalgono i primi tentativi poetici (“Il mio diario”, “Il sogno”) e il primo dramma “Irredentismo”, rappresentato sia in Acqualagna che a Montecchio Emilia.
Partecipa alla Prima Guerra Mondiale in qualità di tenente continuando a scrivere poesie e prose (poi pubblicate su “L’era nuova”, “La settimana illustrata”, “Corriere Adriatico”, “Piccolo di Roma”) ispirate a quella drammatica esperienza.
Nel 1919 raccoglie sotto il titolo “Piccolo mondo (Novelle paesane)”, dieci novelle, pensando a una loro edizione in volume.
Consegue privatamente la licenza liceale nel 1920 e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Urbino, dove si laurea dopo due anni.
Nel 1921 viene rappresentata la commedia “Il focolare e il mondo” al teatro Zacconi di Montecchio Emilia e viene pubblicata la raccolta “I dilemmi” (Unione tipografica parmense) che comprende tra atti unici scritti in tempi diversi: “I superstiti” (1917), “Il dilemma” (1920), “Alla svolta” (1920). Partecipa alle discussioni, allora vivissime, sulla decadenza del teatro pubblicando, fra gli altri, un articolo intitolato “Crisi del teatro” su “Il Piccolo” del 21 agosto 1921.
Nel 1922 si sposa con Assunta Marchetti e si trasferisce a Pesaro dove intraprende la professione forense e partecipa alle riunioni della “Brigata degli amici dell’arte” in cui conosce pittori come Cancelli, Gallucci, Caffè, Pagliacci, Carnevali, attori come Ninchi, scrittori come Lombrassa, Lilli, Tombari e Dino Garrone. L’amicizia con quest’ultimo si fa particolarmente intensa quando Conti diventa amministratore di casa Garrone. Grazie a Dino Garrone, Conti entra in contatto con l’ambiente teatrale e culturale bolognese: Gherardi, Ruggi e Lilli diventano così i suoi interlocutori privilegiati per discutere di teatro.
Nel 1924 fonda la rivista “Il Piccolo Teatro” e stila il dramma inedito “Roghi”.
Nel 1925 viene rappresentato a Cattolica l’atto unico “L’esame” e scrive “La mano ignota” e il dramma “La Rivale”.
Nel 1926 pubblica la novella “La scena madre” (su “2 lire di novelle” di ottobre) e scrive “Per un sorriso”, in tre atti, e la commedia “Colui che non esiste”.
Nel 1927 vengono pubblicate le novelle “Scandaglio” e “L’uovo benedetto” su “Novelle italiane” e “Napoleone e la sorte” e “La prova” su “Le Seduzioni”. “La prova”, trasformata in atto unico, viene rappresentata all’Arcimboldi di Milano, mentre “Colui che non esiste” viene rappresentata al Comunale di Bologna. Scrive le commedie “Voler bene” e “Tutto s’accomoda”.
Nel 1928 vanno in scena “Carletto ha messo giudizio” (al Teatro Duse di Pesaro, poi a Lecce e Catania), “La prova” (a Bologna) e “L’esame” (all’Arcimboldi di Milano). Scrive “Quello che piace agli altri”, “Nel groviglio”, “Mi hai sedotto” (inediti e non rappresentati) e pubblica l’atto unico “Finte e parate” (su “Lidel” del 15 settembre).
Nel 1929 pubblica “Si figuri” (su “Lidel” del 15 giugno), atto unico nato dalla novella omonima, pubblica “L’esame” e il racconto “Congedo da un’attrice celebre” (su “Dramma”) e stila “La vita del figlio” (nucleo originario di “Armonie rimaste” da cui poi nascerà, in collaborazione con Guglielmo Zorzi, “L’immagine”). Scrive anche “La via segnata” e la commedia “Quello che piace agli altri”.
Nel 1930 “L’immagine” va in scena al Teatro Argentina di Roma (poi replicata a Lecce, a Petruzzelli di Bari, all’Arena del sole a Bologna e al Manzoni di Milano) e viene pubblicata in volume per i tipi di Barbera. Scrive le commedie “Giochi sulla sabbia” e “Casa nostra” che poi diventeranno soggetti cinematografici.
Nel 1931 scrive la commedia “Il silenzio” e la prima stesura della commedia “Come te stesso”, nello stesso anno, a dicembre, muore a Parigi Dino Garrone.
Nel 1932 esce la rievocazione di Garrone da parte di Conti su “L’Ora” (10 dicembre), ad un anno dalla morte e scrive un testo, incompleto, “Il sole negli occhi” e la commedia “Il Matto grosso” in collaborazione con Fabio Tombari.
Nel 1933 “Il Matto grosso” viene rappresentato al Teatro Goldoni di Roma, al Teatro Duse di Pesaro e, trasposto in siciliano, al Biondo di Palermo. Scrive la commedia “Il cuore in tasca”.
Nel 1934 partecipa al Concorso nazionale di teatro, presieduto da Pirandello, con la commedia “Un uomo da niente”. La commedia, segnalata tra i primi dieci in concorso, viene poi messa in scena al Teatro Valle di Roma.
Nel 1935 viene pubblicato “Un uomo da niente” (su “Dramma”, n. 202) e viene rappresentato “Sabbie mobili”.
Nel 1936 “Il cuore in tasca” va in scena a Palermo e viene pubblicato su “Scenario” di ottobre; “Sabbie mobili” viene rappresentato al Barberini di Roma e viene pubblicato su “Dramma”( n. 242). Scrive la commedia, rimasta inedita, “Quasi giallo”.
Nel 1937 scrive “Ragazzi miei”, “Lacrime da vendere”, “Ombrello n. 13” e la commedia radiofonica “Una voce poco fa”. In radio vengono trasmesse “L’esame”, “Si figuri” e, alla Radio Svizzera di Lugano, “Sabbie mobili”.
Nel 1938 scrive la commedia “Quella maschera” (precedentemente intitolata “Maschere al buio”, poi “Le cose in noi” e “Maschere delle cose”) rappresentata al Teatro Verdi di Trieste. Scrive la seconda stesura di “Lacrime da vendere” (talora nei copioni a titolo “Il mercante di commedie, Gli uomini inventati”), la commedia inedita e mai rappresentata “Aspetto un volto”, la commedia a protagonista “La Barba Finta” (ricavata da una novella e poi trasformata in soggetto cinematografico). In questo periodo promuove a Pesaro iniziative per il rilancio del teatro: il Premio Rossini per un’opera comica, il Premio Morselli per un poema drammatico e sollecita la venuta di compagnie primarie.
Nel 1939 scrive il soggetto cinematografico “Fino all’alba” e le commedie “I cosidetti amanti”, “Ragazzi miei” e “Noi milionari” (destinata a tradursi in una ipotesi di film dal titolo “Noi miliardari” e poi nella commedia televisiva degli anni ’60 “Il manico della scopa”).
Nel 1940 si cimenta nel genere della commedia lirica con “Manuela” (di cui esiste anche un abbozzo per libretto d’opera a titolo “Nuela”), pubblica “Ragazzi miei” (su “Dramma”, n. 333) e scrive il dramma “Un dolore da vendere”.
Nel 1941-1942 elabora i soggetti cinematografici di “Il Passatore”, “Un grattacapo ci vuole”, “Il Pane e l’oro”, “Tornerò domani” e “La casa del ciliegio” e scrive il dramma “Barabba”. Inizia a collaborare a “Il popolo di Roma” con prose come “Anni luce” e articoli dedicati a grandi musicisti.
Pubblica la commedia “Chi è di scena?” su “Dramma” (n. 34).
Nel 1946 partecipa come consigliere comunale e provinciale ai progetti per il rilancio del Teatro Rossini di Pesaro. In qualità di Presidente del Rossini, stila il “Contributo al progetto di una riforma” e rende il teatro pesarese un punto di riferimento per il teatro di prosa.
Nel 1947 “Chi è di scena’” viene rappresentata al Rossini.
Nel 1948 diventa il Presidente del Festival Nazionale dei Gruppi di Arte Drammatica, carica che manterrà fino alla morte.
Nel 1949 “Barabba” va in scena a Pesaro nel contesto del Festival. Stila i frammenti de “La voce dell’uomo”, mentre “Il cuore in tasca” va in onda alla radio.
Nel 1950 scrive la commedia “Meraviglie intorno a noi” che, sebbene segnalata al premio Sem Benelli, non viene rappresentata.
Nel 1951 scrive “La croce di Caino” e l’articolo “Dare al teatro una casa ovunque” (sul “Corriere dello spettacolo” del 7 dicembre 1951) sulla crisi del teatro in provincia.
Nel 1952 viene pubblicato “Barabba” su “Scenario” (n. 14), mentre l’opera “Come te stesso” (derivata da un abbozzo intitolato “Il Padrone”) va in scena a Pesaro.
Nel 1953 viene messo in scena “Non rimane che questo” (precedentemente intitolato “Edipo inutile”) e viene pubblicato “Meraviglie intorno a noi” (su “Ridotto”, n. 27).
Nel 1954 “Edipo inutile” viene pubblicato su “Scenario” (n. 8) e viene rappresentato a Pesaro. Abbozza un coro in tre atti intitolato “Personaggi nel cassetto”.
Nel 1955 scrive “La Bettola dell’illusione”, commedia rimasta inedita.
Nel 1956 stila “No a tutti”.
Nel 1957 “Barabba” viene letto al Piccolo Teatro di Torino, esce “Come te stesso” (su “Ridotto”, n. 5).
Nel 1959 “No a tutti” vince il premio Napoli ma rimane non rappresentato e “Barabba” viene pubblicato a Bologna da Cappelli.
Nel 1960 scrive “Una attesa così”.
Nel 1961 viene pubblicata la commedia “Nessuno lo sa” (su “Ridotto” di dicembre).
Nel 1962 stila la commedia televisiva “Il manico della scopa” (sulla traccia, come s’è detto, di “Noi milionari”).
Nel 1963 viene teletrasmessa “L’immagine”, poi replicata.
Nel 1964 viene pubblicata “La cicuta” (su “Ridotto” di novembre) che vince il Premio Tricolore a Reggio Emilia per un’opera drammatica sul Risorgimento.
Nel 1965 viene teletrasmesso “Un uomo da niente”.
Nel 1966 viene pubblicato “No a tutti” (su “Dramma”, n. 352-353) e stila la commedia inedita “Coso”.
Il 29 maggio 1968 muore a Pesaro.
Biografia basata sulla "Cronologia" contenuta in "Quella maschera: Antonio Conti per il teatro. Atti del Convegno, Acqualagna-Pesaro, 5-6 giugno 1998" (a cura di A. T. Ossani, Fossombrone, Metauro, 2000, pp. 11-48,) a cui si rimanda per approfondimenti.
Si vedano anche:
- "Dizionario biografico dei marchigiani", a cura di Giovanni M. Claudi e Liana Catri, Ancona, Il lavoro editoriale, 2002, p. 157
- Archivio Storico di Acqualagna "Egidio Conti", alla pagina relativa ad Antonio Conti: http://archivioegidioconti.blogspot.com/p/antonio-conti-1897-1968_29.html
- Dino Garrone, "Carteggi con gli amici (1922-1931)", a cura di Tiziana Mattioli e Anna T. Ossani, introduzione di Giorgio Cerboni Baiardi, Ancona, Banca Popolare dell'Adriatico, 1994, v. 2, p. 1283
- Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Conti_(commediografo)