Bo, Carlo
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Death Date
July 21, 2001
Birth Year
1911
Death Year
2001
Birth Place
Death Place
Biography
Carlo Bo nasce il 25 gennaio 1911 a Sestri Levante, figlio di Angelo Bo, notaio, uomo di tradizione liberale-mazziniana e antifascista e di Ada Sanguineti, di tradizione profondamente cattolica. Frequenta la scuola elementare a Sestri poi, a Genova, il Ginnasio e il Liceo presso l’Istituto Arecco dei Padri Gesuiti. Si appassiona alla letteratura e alla lettura grazie all’insegnamento di Camillo Sbarbaro, per breve tempo suo insegnante di greco.
Nel 1929 inizia gli studi universitari in Lettere Classiche a Firenze ma, dopo poco tempo, sceglie di dedicarsi alle letterature moderne, in particolare alla letteratura francese. Nel capoluogo toscano conosce Giovanni Papini e si unisce al gruppo della rivista “Il Frontespizio”, coordinato da Piero Bargellini, Nicola Lisi e Carlo Betocchi; dal 1930 collabora attivamente con propri scritti alla rivista. Il rapporto con gli intellettuali de “Il Frontespizio” resta stretto fino al 1938, anno in cui legge, al Convegno degli scrittori cattolici di San Miniato al Monte, il suo contributo dal titolo programmatico di Letteratura come vita, considerato un testo fondamentale della critica ermetica, poi pubblicato nel numero di settembre de “Il Frontespizio”. Scrive inoltre per le maggiori riviste culturali del tempo, come “Corrente”, “Campo di Marte” e “Letteratura”.
Nel 1934 si laurea in Lettere Moderne con Luigi Foscolo Benedetto, professore di Lingua e letteratura francese, discutendo una tesi su Joris-Karl Huysmans. Dal 1934 al 1936 segue un corso di perfezionamento all’Università Cattolica di Milano che chiude con una seconda tesi, seguita dal prof. Luigi Sorrento, su Charles Augustin de Sainte-Beuve, tesi poi pubblicata da Parenti (Firenze) nel 1938, col titolo Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve.
Negli anni di studio a Firenze entra in amicizia con Renato Poggioli, slavista e traduttore della nuova poesia russa, con Tommaso Landolfi, Leone Traverso ed Elio Vittorini, in seguito con Oreste Macrì, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Bonsanti ed Eugenio Montale, allora direttore del Gabinetto Letterario Vieusseux, tutti poeti o studiosi delle letterature europee moderne e contemporanee e tutti traduttori di poeti del Novecento. Durante questo periodo si dedica intensamente ai più importanti poeti italiani del primo Novecento, ad autori francesi come Proust, Rivière, Mallarmé, Gide, Bernanos, ai poeti surrealisti, in modo particolare ad Apollinaire, Aragon ed Éluard, ad autori spagnoli come Miguel de Unamuno, Federico García Lorca, Juan Ramón Jiménez, Antonio Machado, ma anche ad alcuni autori inglesi, come Virginia Woolf, Katherine Mansfield, James Joyce e ad autori tedeschi; sarà uno dei primi critici italiani ad occuparsi di Franz Kafka.
Nel 1938 inizia l’attività di insegnamento: l’Università di Urbino gli conferisce gli incarichi di Lingua e letteratura francese e di Lingua e letteratura spagnola per il Corso di laurea in Materie letterarie dell’appena fondata Facoltà di Magistero. Nel 1939 vince il concorso per la cattedra di Lingua e letteratura francese bandito dall’Istituto Orientale di Napoli; nel 1941/42, all’Università di Urbino, viene nominato professore straordinario di Lingua e letteratura francese e nel 1944/45 diventa professore ordinario; non lascia l’incarico di Lingua e letteratura spagnola, manterrà sempre i due insegnamenti fino al 1981, anno in cui uscirà di ruolo.
Nel 1941 conosce la scrittrice e giornalista Marise Ferro, ufficialmente ancora sposata con lo scrittore Guido Piovene, dal quale si è però separata. Dal 1942 Carlo Bo e Marise Ferro vivono insieme a Milano, ma durante gli anni della seconda guerra mondiale, per sfuggire ai bombardamenti, si spostano prima a Sestri Levante, poi a Rivanazzano e, infine, a Valbrona, vicino al Lago di Como. Nel 1944 tornano a Milano, potranno sposarsi solo nel 1961.
Nel 1944, dopo gli anni difficili della guerra che aveva coinvolto anche il territorio urbinate, Carlo Bo può tornare all’Università di Urbino e riprendere la sua attività di professore di Letteratura francese e di Letteratura spagnola. Nel 1947 viene eletto Rettore. E’ rieletto senza interruzione e confermato fino all’anno della sua morte, nel 2001. È molto attivo come rettore, punta sempre sulla collaborazione con colleghi e persone competenti e di fiducia e fa di tutto per trasformare l’Università di Urbino da una piccola università di passaggio ad un’università di presenza e di permanenza, e la città di Urbino in un luogo di studio, di discussione, di ricerca. Già nell’anno 1946/47, infatti, viene attivato il Corso di laurea in Lingue e letterature straniere. Nel 1956 è istituita la Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1959 la Facoltà di Economia e Commercio (dislocata ad Ancona, poi trasferita a Urbino quando, nel 1982, il capoluogo marchigiano inaugura una propria Università) e, nel 1971, la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Alla fine del 1965 viene aperto, con l’impegno dell’architetto Giancarlo De Carlo, un complesso di quattro collegi universitari per gli studenti e, negli anni seguenti, alcuni palazzi urbinati restaurati da De Carlo saranno destinati a funzioni universitarie. Seguono, nel 1991, l’istituzione della Facoltà di Sociologia e della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, infine, nel 1992, della Facoltà di Scienze Ambientali e della Facoltà di Scienze Politiche; inoltre, l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF), fondato nel 1963, viene convertito in Facoltà di Scienze Motorie. Attraverso la politica universitaria di Carlo Bo, Urbino vede crescere la sua piccola università da sole tre facoltà e 3000 studenti a undici facoltà e 22.000 studenti, con rinomati istituti di ricerca, come il Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica, il Centro Internazionale di Studi sulla Cultura Greca, il Centro per la Storia del Modernismo e l’Istituto di Scienze Religiose.
Molteplici sono anche gli impegni che Bo porta avanti al di fuori di Urbino. Dal 1961/62 e fino alla chiusura del Corso di laurea in Lingue e letterature straniere nel 1972, è incaricato dell’insegnamento di Lingua e letteratura francese all’Università Bocconi di Milano. Fonda, insieme al Professor Silvio Baridon, la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano dalla quale ha origine il Libero Istituto Universitario di Lingue Moderne, convertito, nel 1998, in Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM), con sedi a Milano e Feltre. Non interrompe la sua attività di critico letterario per diverse riviste culturali e per numerosi giornali, in particolare per “La Stampa” e, in seguito, per il “Corriere della Sera” e per settimanali come “La Fiera Letteraria”, “L’Europeo”, “Il Sabato” e “Gente”.
Delle molte onorificenze che Carlo Bo ha ricevuto si possono ricordare la Cittadinanza onoraria della Città di Urbino nel 1956, la nomina a “Senatore a vita” da parte del Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1984, la laurea ad honorem in Lingue e letterature straniere dell’Università di Verona nel 1996. L’Università di Urbino nel 1997 gli dedica, alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, una cerimonia di festeggiamento per il 50° anniversario della sua elezione a rettore. Nel 2001 la Città di Genova gli conferisce la cittadinanza onoraria e la Città di Sestri Levante lo festeggia solennemente per il suo novantesimo compleanno.
Nonostante gli impegni di docente e di rettore, Carlo Bo non abbandona mai la letteratura e la critica letteraria. Anche negli anni in cui predomina la vita pratica, la letteratura, intesa nel senso radicale pronunciato nella sua prolusione del 1938, Letteratura come vita, rimane come meta, forse utopica, comunque come fondamento di tutto il suo lavoro culturale. Continua a scrivere come critico militante, a scandagliare negli autori contemporanei delle letterature europee il nucleo di verità, a discutere su letteratura e fede cristiana, ma spesso interviene anche su problemi urgenti della vita sociale italiana, come il divorzio, l’aborto, i diritti umani, la sofferenza dei deboli e la violenza dei prepotenti. Ne è testimonianza una lunga serie di pubblicazioni, oggi in maggioranza introvabili, che si possono tuttavia in parte rintracciare nel volume Letteratura come vita in cui Sergio Pautasso, nel 1994, ha cercato di riassumere e di presentare le parti più importanti della lunga serie di saggi, articoli ed interventi di Carlo Bo.
Il 21 luglio 2001, pochi mesi dopo il suo novantesimo compleanno, Carlo Bo muore a Genova a causa di un incidente avvenuto nella sua casa di Sestri Levante. Viene sepolto nella cappella della famiglia Bo, nel cimitero di Sestri Levante.
Il volume Carlo Bo. Bibliografia degli scritti (1929-2001). Bibliografia degli scritti su Carlo Bo (1932-2015), uscito nel 2015 a cura di Marta Bruscia e Ursula Vogt, con la collaborazione di Laura Toppan, contiene, come scrive Stefano Verdino nell’introduzione, «una prima e fondamentale mappatura della vasta e varia carriera» di Carlo Bo.
OPERE PRINCIPALI DI CARLO BO
- 1935 : Jacques Rivière. Morcelliana, Brescia.
- 1938 : Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve. Fratelli Parenti, Firenze.
- 1939 : Otto Studi (fra altri saggi su D’Annunzio, Boine, Jahier, Serra, Campana, Sbarbaro, Ungaretti, Montale, Quasimodo). Vallecchi, Firenze.
- 1940 : Federico García Lorca: Poesie. Traduzione di Carlo Bo. Guanda, Parma.
- 1940 : Saggi di letteratura francese. Morcelliana, Brescia.
- 1941 : Lirici del Cinquecento. Garzanti, Milano.
- 1941 : Lirici spagnoli. Tradotti da Carlo Bo. Edizioni di Corrente, Milano.
- 1941 : Narratori spagnoli. Raccolta di romanzi e racconti. Dalle origini ai nostri giorni. A cura di Carlo Bo. Bompiani, Milano.
- 1941 : La poesia con Juan Ramón. Edizioni di Rivoluzione, Milano.
- 1942 : Della lettura. CEDAM, Padova.
- 1943 : Bontempelli. CEDAM, Padova.
- 1944 : Bilancio del Surrealismo. CEDAM, Padova.
- 1944 : Antologia del Surrealismo. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : Diario (aperto e chiuso): 1932-1944. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : In margine a un vecchio libro. Bompiani, Milano.
- 1945 : L’assenza, la poesia. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : Mallarmé. Rosa e Ballo Editori, Milano.
- 1946 : Nuovi studi. Prima serie. Vallecchi, Firenze.
- 1946 : Saggi per una letteratura. Con una lunga appendice. Morcelliana, Brescia.
- 1946 : Antologia della poesia francese. Da Baudelaire a Valéry. Argalìa, Urbino.
- 1948 : Carte spagnole. Marzocco, Firenze.
- 1951 : Inchiesta sul neorealismo. A cura di Carlo Bo. ERI, Torino.
- 1952 : Nuova poesia francese. Antologia. Guanda, Parma.
- 1953 : Riflessioni critiche. Sansoni, Firenze.
- 1954 : Antologia dei poeti negri. Traduzione italiana con testi originali a fronte. Prefazione di Carlo Bo.
- 1957 : Scandalo della speranza. Vallecchi, Firenze.
- 1964 : L’eredità di Leopardi e altri saggi. (Opere di Carlo Bo, 1) Vallecchi, Firenze.
- 1967 : La religione di Serra. Saggi e note di lettura. (Opere di Carlo Bo, 2). Vallecchi, Firenze.
- 1973 : Discorsi rettorali. Argalìa, Urbino.
- 1973 : Altre riflessioni critiche. Istituto Statale d’Arte, Urbino.
- 1976 : Aspettando il vento. Introduzione di Mario Luzi. Edizioni L’Astrogallo, Ancona.
- 1979 : Don Mazzolari e altri preti. A cura di R. Colla e G. Mosci. La Locusta, Vicenza.
- 1981 : Lo stile di Maritain. A cura di G. Galeazzi. La Locusta, Vicenza.
- 1982 : Se tornasse San Francesco. A casa del Duca. Il Nuovo Leopardi 1 e 4. Urbino.
- 1983 : Raffaello, bellezza e verità. Il Nuovo Leopardi 10. Urbino.
- 1984 : Sulle tracce del Dio nascosto. A cura di M. Beck. Mondadori, Milano.
- 1985 : Solitudine e carità. A cura di G. Mosci. Camunia, Brescia.
- 1993 : Letteratura come vita. Antologia critica. A cura di S. Pautasso. Prefazione di J. Starobinski. Testimonianza di G. Vigorelli. Rizzoli, Milano. Il volume curato da Sergio Pautasso, contiene una rappresentativa scelta dei saggi critici di Carlo Bo.
- 1998 : Intorno a Serra. Saggi raccolti, annotati e presentati da V. Gueglio. Greco & Greco Editori, Milano.
- 2001 : Città dell’anima. Scritti sulle Marche e i marchigiani 1937-2000. A cura di U. Vogt. La Banca delle Marche/il lavoro editoriale, Ancona.
A cura di Ursula Vogt
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Nel 1929 inizia gli studi universitari in Lettere Classiche a Firenze ma, dopo poco tempo, sceglie di dedicarsi alle letterature moderne, in particolare alla letteratura francese. Nel capoluogo toscano conosce Giovanni Papini e si unisce al gruppo della rivista “Il Frontespizio”, coordinato da Piero Bargellini, Nicola Lisi e Carlo Betocchi; dal 1930 collabora attivamente con propri scritti alla rivista. Il rapporto con gli intellettuali de “Il Frontespizio” resta stretto fino al 1938, anno in cui legge, al Convegno degli scrittori cattolici di San Miniato al Monte, il suo contributo dal titolo programmatico di Letteratura come vita, considerato un testo fondamentale della critica ermetica, poi pubblicato nel numero di settembre de “Il Frontespizio”. Scrive inoltre per le maggiori riviste culturali del tempo, come “Corrente”, “Campo di Marte” e “Letteratura”.
Nel 1934 si laurea in Lettere Moderne con Luigi Foscolo Benedetto, professore di Lingua e letteratura francese, discutendo una tesi su Joris-Karl Huysmans. Dal 1934 al 1936 segue un corso di perfezionamento all’Università Cattolica di Milano che chiude con una seconda tesi, seguita dal prof. Luigi Sorrento, su Charles Augustin de Sainte-Beuve, tesi poi pubblicata da Parenti (Firenze) nel 1938, col titolo Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve.
Negli anni di studio a Firenze entra in amicizia con Renato Poggioli, slavista e traduttore della nuova poesia russa, con Tommaso Landolfi, Leone Traverso ed Elio Vittorini, in seguito con Oreste Macrì, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Bonsanti ed Eugenio Montale, allora direttore del Gabinetto Letterario Vieusseux, tutti poeti o studiosi delle letterature europee moderne e contemporanee e tutti traduttori di poeti del Novecento. Durante questo periodo si dedica intensamente ai più importanti poeti italiani del primo Novecento, ad autori francesi come Proust, Rivière, Mallarmé, Gide, Bernanos, ai poeti surrealisti, in modo particolare ad Apollinaire, Aragon ed Éluard, ad autori spagnoli come Miguel de Unamuno, Federico García Lorca, Juan Ramón Jiménez, Antonio Machado, ma anche ad alcuni autori inglesi, come Virginia Woolf, Katherine Mansfield, James Joyce e ad autori tedeschi; sarà uno dei primi critici italiani ad occuparsi di Franz Kafka.
Nel 1938 inizia l’attività di insegnamento: l’Università di Urbino gli conferisce gli incarichi di Lingua e letteratura francese e di Lingua e letteratura spagnola per il Corso di laurea in Materie letterarie dell’appena fondata Facoltà di Magistero. Nel 1939 vince il concorso per la cattedra di Lingua e letteratura francese bandito dall’Istituto Orientale di Napoli; nel 1941/42, all’Università di Urbino, viene nominato professore straordinario di Lingua e letteratura francese e nel 1944/45 diventa professore ordinario; non lascia l’incarico di Lingua e letteratura spagnola, manterrà sempre i due insegnamenti fino al 1981, anno in cui uscirà di ruolo.
Nel 1941 conosce la scrittrice e giornalista Marise Ferro, ufficialmente ancora sposata con lo scrittore Guido Piovene, dal quale si è però separata. Dal 1942 Carlo Bo e Marise Ferro vivono insieme a Milano, ma durante gli anni della seconda guerra mondiale, per sfuggire ai bombardamenti, si spostano prima a Sestri Levante, poi a Rivanazzano e, infine, a Valbrona, vicino al Lago di Como. Nel 1944 tornano a Milano, potranno sposarsi solo nel 1961.
Nel 1944, dopo gli anni difficili della guerra che aveva coinvolto anche il territorio urbinate, Carlo Bo può tornare all’Università di Urbino e riprendere la sua attività di professore di Letteratura francese e di Letteratura spagnola. Nel 1947 viene eletto Rettore. E’ rieletto senza interruzione e confermato fino all’anno della sua morte, nel 2001. È molto attivo come rettore, punta sempre sulla collaborazione con colleghi e persone competenti e di fiducia e fa di tutto per trasformare l’Università di Urbino da una piccola università di passaggio ad un’università di presenza e di permanenza, e la città di Urbino in un luogo di studio, di discussione, di ricerca. Già nell’anno 1946/47, infatti, viene attivato il Corso di laurea in Lingue e letterature straniere. Nel 1956 è istituita la Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1959 la Facoltà di Economia e Commercio (dislocata ad Ancona, poi trasferita a Urbino quando, nel 1982, il capoluogo marchigiano inaugura una propria Università) e, nel 1971, la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Alla fine del 1965 viene aperto, con l’impegno dell’architetto Giancarlo De Carlo, un complesso di quattro collegi universitari per gli studenti e, negli anni seguenti, alcuni palazzi urbinati restaurati da De Carlo saranno destinati a funzioni universitarie. Seguono, nel 1991, l’istituzione della Facoltà di Sociologia e della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, infine, nel 1992, della Facoltà di Scienze Ambientali e della Facoltà di Scienze Politiche; inoltre, l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF), fondato nel 1963, viene convertito in Facoltà di Scienze Motorie. Attraverso la politica universitaria di Carlo Bo, Urbino vede crescere la sua piccola università da sole tre facoltà e 3000 studenti a undici facoltà e 22.000 studenti, con rinomati istituti di ricerca, come il Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica, il Centro Internazionale di Studi sulla Cultura Greca, il Centro per la Storia del Modernismo e l’Istituto di Scienze Religiose.
Molteplici sono anche gli impegni che Bo porta avanti al di fuori di Urbino. Dal 1961/62 e fino alla chiusura del Corso di laurea in Lingue e letterature straniere nel 1972, è incaricato dell’insegnamento di Lingua e letteratura francese all’Università Bocconi di Milano. Fonda, insieme al Professor Silvio Baridon, la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano dalla quale ha origine il Libero Istituto Universitario di Lingue Moderne, convertito, nel 1998, in Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM), con sedi a Milano e Feltre. Non interrompe la sua attività di critico letterario per diverse riviste culturali e per numerosi giornali, in particolare per “La Stampa” e, in seguito, per il “Corriere della Sera” e per settimanali come “La Fiera Letteraria”, “L’Europeo”, “Il Sabato” e “Gente”.
Delle molte onorificenze che Carlo Bo ha ricevuto si possono ricordare la Cittadinanza onoraria della Città di Urbino nel 1956, la nomina a “Senatore a vita” da parte del Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1984, la laurea ad honorem in Lingue e letterature straniere dell’Università di Verona nel 1996. L’Università di Urbino nel 1997 gli dedica, alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, una cerimonia di festeggiamento per il 50° anniversario della sua elezione a rettore. Nel 2001 la Città di Genova gli conferisce la cittadinanza onoraria e la Città di Sestri Levante lo festeggia solennemente per il suo novantesimo compleanno.
Nonostante gli impegni di docente e di rettore, Carlo Bo non abbandona mai la letteratura e la critica letteraria. Anche negli anni in cui predomina la vita pratica, la letteratura, intesa nel senso radicale pronunciato nella sua prolusione del 1938, Letteratura come vita, rimane come meta, forse utopica, comunque come fondamento di tutto il suo lavoro culturale. Continua a scrivere come critico militante, a scandagliare negli autori contemporanei delle letterature europee il nucleo di verità, a discutere su letteratura e fede cristiana, ma spesso interviene anche su problemi urgenti della vita sociale italiana, come il divorzio, l’aborto, i diritti umani, la sofferenza dei deboli e la violenza dei prepotenti. Ne è testimonianza una lunga serie di pubblicazioni, oggi in maggioranza introvabili, che si possono tuttavia in parte rintracciare nel volume Letteratura come vita in cui Sergio Pautasso, nel 1994, ha cercato di riassumere e di presentare le parti più importanti della lunga serie di saggi, articoli ed interventi di Carlo Bo.
Il 21 luglio 2001, pochi mesi dopo il suo novantesimo compleanno, Carlo Bo muore a Genova a causa di un incidente avvenuto nella sua casa di Sestri Levante. Viene sepolto nella cappella della famiglia Bo, nel cimitero di Sestri Levante.
Il volume Carlo Bo. Bibliografia degli scritti (1929-2001). Bibliografia degli scritti su Carlo Bo (1932-2015), uscito nel 2015 a cura di Marta Bruscia e Ursula Vogt, con la collaborazione di Laura Toppan, contiene, come scrive Stefano Verdino nell’introduzione, «una prima e fondamentale mappatura della vasta e varia carriera» di Carlo Bo.
OPERE PRINCIPALI DI CARLO BO
- 1935 : Jacques Rivière. Morcelliana, Brescia.
- 1938 : Delle immagini giovanili di Sainte-Beuve. Fratelli Parenti, Firenze.
- 1939 : Otto Studi (fra altri saggi su D’Annunzio, Boine, Jahier, Serra, Campana, Sbarbaro, Ungaretti, Montale, Quasimodo). Vallecchi, Firenze.
- 1940 : Federico García Lorca: Poesie. Traduzione di Carlo Bo. Guanda, Parma.
- 1940 : Saggi di letteratura francese. Morcelliana, Brescia.
- 1941 : Lirici del Cinquecento. Garzanti, Milano.
- 1941 : Lirici spagnoli. Tradotti da Carlo Bo. Edizioni di Corrente, Milano.
- 1941 : Narratori spagnoli. Raccolta di romanzi e racconti. Dalle origini ai nostri giorni. A cura di Carlo Bo. Bompiani, Milano.
- 1941 : La poesia con Juan Ramón. Edizioni di Rivoluzione, Milano.
- 1942 : Della lettura. CEDAM, Padova.
- 1943 : Bontempelli. CEDAM, Padova.
- 1944 : Bilancio del Surrealismo. CEDAM, Padova.
- 1944 : Antologia del Surrealismo. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : Diario (aperto e chiuso): 1932-1944. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : In margine a un vecchio libro. Bompiani, Milano.
- 1945 : L’assenza, la poesia. Edizioni di Uomo, Milano.
- 1945 : Mallarmé. Rosa e Ballo Editori, Milano.
- 1946 : Nuovi studi. Prima serie. Vallecchi, Firenze.
- 1946 : Saggi per una letteratura. Con una lunga appendice. Morcelliana, Brescia.
- 1946 : Antologia della poesia francese. Da Baudelaire a Valéry. Argalìa, Urbino.
- 1948 : Carte spagnole. Marzocco, Firenze.
- 1951 : Inchiesta sul neorealismo. A cura di Carlo Bo. ERI, Torino.
- 1952 : Nuova poesia francese. Antologia. Guanda, Parma.
- 1953 : Riflessioni critiche. Sansoni, Firenze.
- 1954 : Antologia dei poeti negri. Traduzione italiana con testi originali a fronte. Prefazione di Carlo Bo.
- 1957 : Scandalo della speranza. Vallecchi, Firenze.
- 1964 : L’eredità di Leopardi e altri saggi. (Opere di Carlo Bo, 1) Vallecchi, Firenze.
- 1967 : La religione di Serra. Saggi e note di lettura. (Opere di Carlo Bo, 2). Vallecchi, Firenze.
- 1973 : Discorsi rettorali. Argalìa, Urbino.
- 1973 : Altre riflessioni critiche. Istituto Statale d’Arte, Urbino.
- 1976 : Aspettando il vento. Introduzione di Mario Luzi. Edizioni L’Astrogallo, Ancona.
- 1979 : Don Mazzolari e altri preti. A cura di R. Colla e G. Mosci. La Locusta, Vicenza.
- 1981 : Lo stile di Maritain. A cura di G. Galeazzi. La Locusta, Vicenza.
- 1982 : Se tornasse San Francesco. A casa del Duca. Il Nuovo Leopardi 1 e 4. Urbino.
- 1983 : Raffaello, bellezza e verità. Il Nuovo Leopardi 10. Urbino.
- 1984 : Sulle tracce del Dio nascosto. A cura di M. Beck. Mondadori, Milano.
- 1985 : Solitudine e carità. A cura di G. Mosci. Camunia, Brescia.
- 1993 : Letteratura come vita. Antologia critica. A cura di S. Pautasso. Prefazione di J. Starobinski. Testimonianza di G. Vigorelli. Rizzoli, Milano. Il volume curato da Sergio Pautasso, contiene una rappresentativa scelta dei saggi critici di Carlo Bo.
- 1998 : Intorno a Serra. Saggi raccolti, annotati e presentati da V. Gueglio. Greco & Greco Editori, Milano.
- 2001 : Città dell’anima. Scritti sulle Marche e i marchigiani 1937-2000. A cura di U. Vogt. La Banca delle Marche/il lavoro editoriale, Ancona.
A cura di Ursula Vogt
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