Un giudizio negativo di Bernini su Barocci
Issue Date
June 8, 1665
Chronology
XVII sec.
Authors
Content
1665, 8 giugno
Commento
Sotto questa data Paul Fréart de Chantelou nel suo resoconto del soggiorno francese di Giovan Lorenzo Bernini registrava un giudizio limitativo su Barocci espresso dallo scultore durante un colloquio con il nunzio apostolico in Francia, Carlo Roberto de Vettori (Chantelou 1988, pp. 57-58). [Barbara Agosti]
«L'otto, il Nunzio è venuto per vedere il cavaliere. L'ha trovato con la matita in mano. Dopo avere parlato del Louvre e della grandiosità di questa costruzione, gli ha chiesto com'è che vi sono delle opere che piacciono molto a prima vista, ma dopo, quando le si consideri a lungo, e le si riveda un'altra volta, piacciono molto meno o niente affatto, e al contrario vi sono opere di altri pittori che non colpiscono in principio, ma che di giorno in girono piacciono sempre di più, ed alla fine, talvolta, ci rapiscono. Egli ha risposto che ciò procede dalla perizia o dall'imperizia del pittore; che i quadri di quel pittore che non ha lavorato secondo i buoni principi e non possiede appieno il disegno, quei quadri avendo soltanto un bel colore o qualche naturale piacevolezza, contentano solo gli occhi e non lo spirito, il quale cercandovi di poi il suo soddisfacimento, che trova solo nelle opere eseguite con la esatta osservazione delle buone regole e piene di intelligenza e di sapere, si disgusta e le rifiuta. Per esempio, egli ha detto, un quadro del Barocci, – che aveva un colorito vago e dava un atteggiamento piacevole alle sue figure–, a prima vista, anche agli esperti, piacerà forse più di un quadro di Michelangelo, rude e niente affatto piacevole al punto da fare allontanare, per così dire, lo sguardo; tuttavia mentre si volgono le spalle e lo si lascia, sembra – egli ha aggiunto – che vi trattenga e vi richiami, e s'è costretti a dire, dopo averlo un po' esaminato: "Eppure è molto bello". Esso vi prende infine insensibilmente e in modo tale che a malincuore vi allontanate, e le altre volte che tornate a rivederlo, lo troverete sempre più bello. Avviene il contrario – egli ha concluso – di un'opera del Barocci o di un qualche altro pittore che non ha altra dote che il colore o la piacevolezza esterna; perché quest'opera diminuisce nella sua bellezza ogni volta che la si rivede».
Commento
Sotto questa data Paul Fréart de Chantelou nel suo resoconto del soggiorno francese di Giovan Lorenzo Bernini registrava un giudizio limitativo su Barocci espresso dallo scultore durante un colloquio con il nunzio apostolico in Francia, Carlo Roberto de Vettori (Chantelou 1988, pp. 57-58). [Barbara Agosti]
«L'otto, il Nunzio è venuto per vedere il cavaliere. L'ha trovato con la matita in mano. Dopo avere parlato del Louvre e della grandiosità di questa costruzione, gli ha chiesto com'è che vi sono delle opere che piacciono molto a prima vista, ma dopo, quando le si consideri a lungo, e le si riveda un'altra volta, piacciono molto meno o niente affatto, e al contrario vi sono opere di altri pittori che non colpiscono in principio, ma che di giorno in girono piacciono sempre di più, ed alla fine, talvolta, ci rapiscono. Egli ha risposto che ciò procede dalla perizia o dall'imperizia del pittore; che i quadri di quel pittore che non ha lavorato secondo i buoni principi e non possiede appieno il disegno, quei quadri avendo soltanto un bel colore o qualche naturale piacevolezza, contentano solo gli occhi e non lo spirito, il quale cercandovi di poi il suo soddisfacimento, che trova solo nelle opere eseguite con la esatta osservazione delle buone regole e piene di intelligenza e di sapere, si disgusta e le rifiuta. Per esempio, egli ha detto, un quadro del Barocci, – che aveva un colorito vago e dava un atteggiamento piacevole alle sue figure–, a prima vista, anche agli esperti, piacerà forse più di un quadro di Michelangelo, rude e niente affatto piacevole al punto da fare allontanare, per così dire, lo sguardo; tuttavia mentre si volgono le spalle e lo si lascia, sembra – egli ha aggiunto – che vi trattenga e vi richiami, e s'è costretti a dire, dopo averlo un po' esaminato: "Eppure è molto bello". Esso vi prende infine insensibilmente e in modo tale che a malincuore vi allontanate, e le altre volte che tornate a rivederlo, lo troverete sempre più bello. Avviene il contrario – egli ha concluso – di un'opera del Barocci o di un qualche altro pittore che non ha altra dote che il colore o la piacevolezza esterna; perché quest'opera diminuisce nella sua bellezza ogni volta che la si rivede».
Archivist's notes
Bibl. Paul Fréart de Chantelou, Viaggio del Cavalier Bernini in Francia, traduzione di S. Bottari, introduzione di G. Bilancioni, Palermo 1988.
Physical type
Foglio
Preservation status
Buono
Language
Italiano
Project
Keywords
Paul Fréart de Chantelou
Gian Lorenzo Bernini
Carlo Roberto de Vettori
Michelangelo
Project