Testamento
Archival Unit
519
Issue Date
January 27, 1526
Chronology
XVI sec.
Producing entity (organization)
Content
Testamento di Elisabetta Gonzaga Feltria, duchessa di Urbino, che dispone di vari e cospicui legati, fra i quali la donazione alla Cappella della Concezione nel Duomo del Molino a grano detto della Pieve nella corte di Fermignano ed il godimento dei proventi e delle rendite a donna Emilia Pia, vedova del quondam Antonio da Montefeltro, sua vita durante del castello di Poggio Berni, che poi dovrà essere di Alessandro Gonzaga suo nepote; di tutti gli altri suoi beni istituisce sua erede universale la sua nepote Eleonora Gonzaga Della Rovere duchessa di Urbino.
Rog. Lodovico del quondam Baldo della quadra del Vescovado.(1)
Rog. Lodovico del quondam Baldo della quadra del Vescovado.(1)
Description level
Archivist's notes
Busta n. 11
(1) La compendiosità del regesto del Nardini non consente di comprendere le ragioni per le quali questo documento trovasi conservato nell’archivio della fraternita, ai cui rettori – come si vedrà - viene affidata la gestione della Cappella della Concezione; per chiarire questo particolare, oltre che per ovvie considerazioni legate all’importanza della testatrice, Elisabetta Gonzaga (1471 - 1526), moglie e dal 1508 vedova di Guidubaldo I da Montefeltro, sarà quanto mai opportuno esaminare anche il regesto di Antonio Corradini (come sempre più ricco di particolari), che viene riportato integralmente qui di seguito:
«(Carta non pergamena).
Elisabetta Gonzaga Feltria Duchessa d’Urbino nel suo testamento si lascia sepolta a S. Bernardino fuori della Città, alla qual Chiesa lascia 100 fiorini di moneta vecchia alla ragione di quaranta bolognini per fiorino.
Lascia alle Monache di S. Chiara 200 fiorini, a quelle di S. Benedetto 100 fiorini, a quella di S. Caterina 50 fiorini, a quelle della Torre 100 fiorini.
Lascia alla Cattedrale 100 fiorini, ed altri 100 fiorini alla Fraternita delli Disciplinati di S. Giovanni d’Urbino.
Lascia alla Cappella della Concezione nel Duomo il Molino della pieve a grano posto nella Corte di Fermignano sotto queste condizioni: che la detta Cappella sia regolata dai Rettori della Fraternita di Piandimercato; che si diano 27 fiorini per ciascuno a due Cappellani senza benefizio ecclesiastico, da eleggersi ogn’anno dai detti Rettori, i quali Cappellani siano tenuti ogni giorno a celebrare la Messa nella detta Cappella, a servir in Coro nelle messe, ed altre ore divine, come i Cappellani della Cappella del Sagramento: che ogn’anno in perpetuo si solennizzi la Festa della Concezione; e che ogn’anno si facciano nella detta Chiesa due Uffizj funebri per l’anima della Testatrice, e de suoi Predecessori.
Lascia al Monte della Pietà 100 fiorini.
Lascia a Girolama stata ebrea, e poi Monaca alla Torre 150 fiorini per la dote da darsi al Monastero etc.
Lascia ad Alessandro detto Elvenezianello 500 ducati d’oro; e a Ser Gentile Veterani suo Cancelliere fiorini 200; ad Agostino Veterani 300 ducati d’oro; a Gianfrancesco degli Aquilini detto el poverino 100 fiorini; ai Fisici Antonio de Bonaventuri, e Girolamo de Cerioni d’Urbino 20 ducati d’oro per ciascuno; lascia da restituirsi a Cristoforo Catelani d’Urbino 25 ducati d’oro imprestati da esso.
Lascia a Donna Emilia Pia Vedova del quondam Signor Antonio da Montefeltro [figlio naturale poi legittimato del duca Federico da Montefeltro] le rendite, ed i proventi del Poggio di Berni, delle possessioni, e pertinenze finché vivrà; e poi ad Alessandro Gonzaga suo Nipote.
In tutti gl’altri suoi beni instituisce erede universale Leonora Gonzaga della Rovere Duchessa d’Urbino.
Rog. Lodovico del quondam Baldo della Quadra del Vescovato, nel Palazzo Ducale d’Urbino, essendo presenti Domenico di Nerio, ed Antonio di Girolamo de Placidi Nobili di Siena, Guido degli Staccoli Proposto, Vincenzo de Trombetti, e Francesco del quondam Ser Lodovico Canonici d’Urbino, Girolamo Galli, Gianfrancesco di Paolo di Guido, Valerio del quondam Simone de Muccioli, e Ser Battista di Comandino de Comandini d’Urbino.
La detta Testatrice morì nel giorno 29 di detto mese di Gennajo 1526.
Sebastiano Vannucci d’Urbino (con carattere scelleratissimo) ne estrasse una particola sotto il dì 24 Aprile 1587 colla licenza di Rodolfo Gaugelli della Pergola Podestà.
In quanto ai Cappellani della Concezione Vedi Credenza B. N. dell’Archivio della Fraternita.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carta 111 recto e verso (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
(1) La compendiosità del regesto del Nardini non consente di comprendere le ragioni per le quali questo documento trovasi conservato nell’archivio della fraternita, ai cui rettori – come si vedrà - viene affidata la gestione della Cappella della Concezione; per chiarire questo particolare, oltre che per ovvie considerazioni legate all’importanza della testatrice, Elisabetta Gonzaga (1471 - 1526), moglie e dal 1508 vedova di Guidubaldo I da Montefeltro, sarà quanto mai opportuno esaminare anche il regesto di Antonio Corradini (come sempre più ricco di particolari), che viene riportato integralmente qui di seguito:
«(Carta non pergamena).
Elisabetta Gonzaga Feltria Duchessa d’Urbino nel suo testamento si lascia sepolta a S. Bernardino fuori della Città, alla qual Chiesa lascia 100 fiorini di moneta vecchia alla ragione di quaranta bolognini per fiorino.
Lascia alle Monache di S. Chiara 200 fiorini, a quelle di S. Benedetto 100 fiorini, a quella di S. Caterina 50 fiorini, a quelle della Torre 100 fiorini.
Lascia alla Cattedrale 100 fiorini, ed altri 100 fiorini alla Fraternita delli Disciplinati di S. Giovanni d’Urbino.
Lascia alla Cappella della Concezione nel Duomo il Molino della pieve a grano posto nella Corte di Fermignano sotto queste condizioni: che la detta Cappella sia regolata dai Rettori della Fraternita di Piandimercato; che si diano 27 fiorini per ciascuno a due Cappellani senza benefizio ecclesiastico, da eleggersi ogn’anno dai detti Rettori, i quali Cappellani siano tenuti ogni giorno a celebrare la Messa nella detta Cappella, a servir in Coro nelle messe, ed altre ore divine, come i Cappellani della Cappella del Sagramento: che ogn’anno in perpetuo si solennizzi la Festa della Concezione; e che ogn’anno si facciano nella detta Chiesa due Uffizj funebri per l’anima della Testatrice, e de suoi Predecessori.
Lascia al Monte della Pietà 100 fiorini.
Lascia a Girolama stata ebrea, e poi Monaca alla Torre 150 fiorini per la dote da darsi al Monastero etc.
Lascia ad Alessandro detto Elvenezianello 500 ducati d’oro; e a Ser Gentile Veterani suo Cancelliere fiorini 200; ad Agostino Veterani 300 ducati d’oro; a Gianfrancesco degli Aquilini detto el poverino 100 fiorini; ai Fisici Antonio de Bonaventuri, e Girolamo de Cerioni d’Urbino 20 ducati d’oro per ciascuno; lascia da restituirsi a Cristoforo Catelani d’Urbino 25 ducati d’oro imprestati da esso.
Lascia a Donna Emilia Pia Vedova del quondam Signor Antonio da Montefeltro [figlio naturale poi legittimato del duca Federico da Montefeltro] le rendite, ed i proventi del Poggio di Berni, delle possessioni, e pertinenze finché vivrà; e poi ad Alessandro Gonzaga suo Nipote.
In tutti gl’altri suoi beni instituisce erede universale Leonora Gonzaga della Rovere Duchessa d’Urbino.
Rog. Lodovico del quondam Baldo della Quadra del Vescovato, nel Palazzo Ducale d’Urbino, essendo presenti Domenico di Nerio, ed Antonio di Girolamo de Placidi Nobili di Siena, Guido degli Staccoli Proposto, Vincenzo de Trombetti, e Francesco del quondam Ser Lodovico Canonici d’Urbino, Girolamo Galli, Gianfrancesco di Paolo di Guido, Valerio del quondam Simone de Muccioli, e Ser Battista di Comandino de Comandini d’Urbino.
La detta Testatrice morì nel giorno 29 di detto mese di Gennajo 1526.
Sebastiano Vannucci d’Urbino (con carattere scelleratissimo) ne estrasse una particola sotto il dì 24 Aprile 1587 colla licenza di Rodolfo Gaugelli della Pergola Podestà.
In quanto ai Cappellani della Concezione Vedi Credenza B. N. dell’Archivio della Fraternita.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carta 111 recto e verso (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
Physical type
Rotolo
Preservation status
Buono
Language
Latino
File(s)
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Name
0519_B_01.jpg
Size
13.45 MB
Format
JPEG
Checksum (MD5)
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