Mario Ramous
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Le carte di Mario Ramous sono pervenute al Comune di Bologna nel 2004 grazie alla donazione da parte degli eredi, Ada Valeria Fabj e Michele Ramous, che in tal modo hanno inteso onorare la memoria rispettivamente del marito e del padre.40 Per volontà dei donatori il fondo documentario è stato destinato a Casa Carducci.
Già dal 1999 la biblioteca dello scrittore, di circa 10.000 volumi, era stata invece donata all’Istituto di Filologia Moderna dell’Università di Urbino.
L’archivio personale di Ramous - poeta, traduttore ma anche scrittore, critico d’arte - è costituito da materiale eterogeneo e comprende oltre ai documenti intesi in senso stretto, fotografie, appunti, scritti e i premi ricevuti. È pervenuto al Comune di Bologna in fasi successive: alla documentazione donata inizialmente nel 2004 ne è stata aggiunta altra – tra l’ottobre del 2006 e il marzo 2007 – che gli eredi hanno rinvenuto successivamente nella loro abitazione.
La documentazione pervenuta inizialmente e quella aggiunta nell’ottobre del 2006 era costituita da documenti in parte disposti all’interno di 23 contenitori in plastica, tra buste e cartelle, e in parte privi di condizionamento; il materiale che si è aggiunto nel marzo del 2007 era invece costituito in gran parte da pubblicazioni a stampa (circa 160 unità tra volumi e opuscoli).
Il fondo attualmente si compone di 639 unità archivistiche (613 fascicoli, 9 quaderni, 7 registri, 5 volumi, 5 pezzi) che si estendono cronologicamente dagli anni Quaranta del secolo scorso al 2004, raccolte all’interno di 37 contenitori idonei alla conservazione, che hanno sostituito quelli in plastica e nei quali ha trovato posto anche la documentazione pervenuta priva di condizionamento.
I lavori di riordinamento e inventariazione analitica, affidati a chi scrive, hanno preso avvio nel settembre 2006 con la ricognizione di tutto il materiale e la descrizione di ciascun pezzo (lettera, fotografia, scritto, ecc.) in un elenco di consistenza, integrato in corso d’opera con la documentazione pervenuta successivamente. Tale rilevamento ha permesso di avere un’idea generale della tipologia, della datazione, della consistenza del materiale, prima di decidere quali erano gli interventi da effettuare sullo stesso.
Da questa prima ricognizione è apparso subito evidente che il materiale documentario presente nel fondo era la testimonianza delle svariate attività e dei diversi interessi del suo produttore, anche se in maniera spesso parziale e disordinata. Infatti la documentazione pervenutaci relativamente, ad esempio, alla sua attività di poeta, letterato e traduttore non è certamente tutta quella da lui prodotta, così come il materiale attestante la sua attività presso la casa editrice Cappelli o presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino è estremamente esiguo e frammentario. Il materiale a stampa era invece costituito da libri che gli eredi avevano trattenuto prima di donare la biblioteca dello scrittore all’Università di Urbino.
La maggior parte della documentazione presente nel fondo è stata rinvenuta suddivisa in fascicoli costituiti da Mario Ramous stesso, sulle camicie dei quali, spesso più volte riutilizzate, egli ha apposto spesso una intitolazione. Tali fascicoli sono stati passati in rassegna, dopo la morte dello scrittore, dal figlio Michele, il quale, senza intervenire sulla documentazione si è limitato ad aggiungere sulle camicie delle precisazioni circa il contenuto, o, in alcuni casi, ad apporvi una propria intitolazione, qualora mancasse quella paterna.
L’organizzazione conferita alle carte dal loro produttore è risultata essere sostanzialmente un’organizzazione per materia: le carte e gli scritti presenti in ciascun fascicolo, in linea di massima, sono infatti riconducibili a uno stesso argomento; a loro volta i fascicoli trovati riuniti nei contenitori di cui s’è detto, sono apparsi il più delle volte accorpati secondo questo criterio e non è da escludere che anche quelli pervenuti privi di contenitore, fossero anch’essi originariamente organizzati secondo lo stesso sistema. I fascicoli e i restanti materiali presenti nel fondo (quaderni, registri, ecc.) sono comunque risultati privi di qualsiasi indicazione che possa mettere in risalto un preciso ordinamento conferito alle carte dal loro produttore. Anche sui contenitori originari non appariva altro che un’etichetta con l’indicazione generica del contenuto («Eneide. Traduzione»; «Corrispondenza»; «Urbino»; «Testi di altri autori», ecc.).
Di fronte a questo stato di cose si è ritenuto opportuno, per rendere il più possibile fruibile la documentazione, strutturare il fondo in serie e in alcuni casi in sottoserie, che, accorpando materiali analoghi per argomento o per tipologia, evidenziassero le varie attività svolte dal soggetto produttore e rispettassero nel contempo l’organizzazione da questi conferita al fondo. A eccezione della corrispondenza, infatti, unica vera serie archivistica, le altre serie e sottoserie create in sede di riordino sono in realtà raggruppamenti logici e tematici.
Per quanto concerne invece gli scritti di Mario Ramous, o di altri autori, presenti nel fondo, di cui sono presenti diverse redazioni e fasi di elaborazione (dal manoscritto, al dattiloscritto, alle bozze di stampa) sono state confrontate le correzioni e le aggiunte apportate ai testi per stabilirne la sequenza e sono state ricomposte le parti di un medesimo scritto, a volte presenti in fascicoli diversi, ricostruendo le diverse fasi che hanno portato il più delle volte a lavori editi.
La documentazione presente in ciascun fascicolo è stata riordinata; con la documentazione rinvenuta frammista a materiale non pertinente sono stati costituiti fascicoli ex novo. In alcuni casi fascicoli distinti sullo stesso argomento sono stati accorpati, qualora risultasse più funzionale il loro reperimento.
Infine le pubblicazioni pervenute col materiale archivistico sono state tenute separate e sono andate a costituire un apposito fondo librario, conservato anch’esso presso Casa Carducci.
40 Cfr. Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Archivio, Carteggio amministrativo, 2004, prot. 1271/III e Determinazione dirigenziale della Giunta del Comune di Bologna del 10 giugno 2004, P.G. n. 129994.
Già dal 1999 la biblioteca dello scrittore, di circa 10.000 volumi, era stata invece donata all’Istituto di Filologia Moderna dell’Università di Urbino.
L’archivio personale di Ramous - poeta, traduttore ma anche scrittore, critico d’arte - è costituito da materiale eterogeneo e comprende oltre ai documenti intesi in senso stretto, fotografie, appunti, scritti e i premi ricevuti. È pervenuto al Comune di Bologna in fasi successive: alla documentazione donata inizialmente nel 2004 ne è stata aggiunta altra – tra l’ottobre del 2006 e il marzo 2007 – che gli eredi hanno rinvenuto successivamente nella loro abitazione.
La documentazione pervenuta inizialmente e quella aggiunta nell’ottobre del 2006 era costituita da documenti in parte disposti all’interno di 23 contenitori in plastica, tra buste e cartelle, e in parte privi di condizionamento; il materiale che si è aggiunto nel marzo del 2007 era invece costituito in gran parte da pubblicazioni a stampa (circa 160 unità tra volumi e opuscoli).
Il fondo attualmente si compone di 639 unità archivistiche (613 fascicoli, 9 quaderni, 7 registri, 5 volumi, 5 pezzi) che si estendono cronologicamente dagli anni Quaranta del secolo scorso al 2004, raccolte all’interno di 37 contenitori idonei alla conservazione, che hanno sostituito quelli in plastica e nei quali ha trovato posto anche la documentazione pervenuta priva di condizionamento.
I lavori di riordinamento e inventariazione analitica, affidati a chi scrive, hanno preso avvio nel settembre 2006 con la ricognizione di tutto il materiale e la descrizione di ciascun pezzo (lettera, fotografia, scritto, ecc.) in un elenco di consistenza, integrato in corso d’opera con la documentazione pervenuta successivamente. Tale rilevamento ha permesso di avere un’idea generale della tipologia, della datazione, della consistenza del materiale, prima di decidere quali erano gli interventi da effettuare sullo stesso.
Da questa prima ricognizione è apparso subito evidente che il materiale documentario presente nel fondo era la testimonianza delle svariate attività e dei diversi interessi del suo produttore, anche se in maniera spesso parziale e disordinata. Infatti la documentazione pervenutaci relativamente, ad esempio, alla sua attività di poeta, letterato e traduttore non è certamente tutta quella da lui prodotta, così come il materiale attestante la sua attività presso la casa editrice Cappelli o presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino è estremamente esiguo e frammentario. Il materiale a stampa era invece costituito da libri che gli eredi avevano trattenuto prima di donare la biblioteca dello scrittore all’Università di Urbino.
La maggior parte della documentazione presente nel fondo è stata rinvenuta suddivisa in fascicoli costituiti da Mario Ramous stesso, sulle camicie dei quali, spesso più volte riutilizzate, egli ha apposto spesso una intitolazione. Tali fascicoli sono stati passati in rassegna, dopo la morte dello scrittore, dal figlio Michele, il quale, senza intervenire sulla documentazione si è limitato ad aggiungere sulle camicie delle precisazioni circa il contenuto, o, in alcuni casi, ad apporvi una propria intitolazione, qualora mancasse quella paterna.
L’organizzazione conferita alle carte dal loro produttore è risultata essere sostanzialmente un’organizzazione per materia: le carte e gli scritti presenti in ciascun fascicolo, in linea di massima, sono infatti riconducibili a uno stesso argomento; a loro volta i fascicoli trovati riuniti nei contenitori di cui s’è detto, sono apparsi il più delle volte accorpati secondo questo criterio e non è da escludere che anche quelli pervenuti privi di contenitore, fossero anch’essi originariamente organizzati secondo lo stesso sistema. I fascicoli e i restanti materiali presenti nel fondo (quaderni, registri, ecc.) sono comunque risultati privi di qualsiasi indicazione che possa mettere in risalto un preciso ordinamento conferito alle carte dal loro produttore. Anche sui contenitori originari non appariva altro che un’etichetta con l’indicazione generica del contenuto («Eneide. Traduzione»; «Corrispondenza»; «Urbino»; «Testi di altri autori», ecc.).
Di fronte a questo stato di cose si è ritenuto opportuno, per rendere il più possibile fruibile la documentazione, strutturare il fondo in serie e in alcuni casi in sottoserie, che, accorpando materiali analoghi per argomento o per tipologia, evidenziassero le varie attività svolte dal soggetto produttore e rispettassero nel contempo l’organizzazione da questi conferita al fondo. A eccezione della corrispondenza, infatti, unica vera serie archivistica, le altre serie e sottoserie create in sede di riordino sono in realtà raggruppamenti logici e tematici.
Per quanto concerne invece gli scritti di Mario Ramous, o di altri autori, presenti nel fondo, di cui sono presenti diverse redazioni e fasi di elaborazione (dal manoscritto, al dattiloscritto, alle bozze di stampa) sono state confrontate le correzioni e le aggiunte apportate ai testi per stabilirne la sequenza e sono state ricomposte le parti di un medesimo scritto, a volte presenti in fascicoli diversi, ricostruendo le diverse fasi che hanno portato il più delle volte a lavori editi.
La documentazione presente in ciascun fascicolo è stata riordinata; con la documentazione rinvenuta frammista a materiale non pertinente sono stati costituiti fascicoli ex novo. In alcuni casi fascicoli distinti sullo stesso argomento sono stati accorpati, qualora risultasse più funzionale il loro reperimento.
Infine le pubblicazioni pervenute col materiale archivistico sono state tenute separate e sono andate a costituire un apposito fondo librario, conservato anch’esso presso Casa Carducci.
40 Cfr. Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Archivio, Carteggio amministrativo, 2004, prot. 1271/III e Determinazione dirigenziale della Giunta del Comune di Bologna del 10 giugno 2004, P.G. n. 129994.
Arrangement Notes
Al riordinamento della documentazione ha fatto seguito l’inventariazione analitica della stessa.
All’interno di ogni serie/sottoserie ciascuna unità archivistica (fascicolo, registro, quaderno) è stata descritta riportando in inventario i seguenti elementi:
SEGNATURA: numero di corda identificativo costituito dal numero della busta-contenitore (1-37) e dal numero progressivo dell’unità documentaria (fascicolo, registro, quaderno) all’interno della busta stessa. Tale segnatura è stato apposta anche sull’unità stessa. A questo numero di segnatura viene fatto riferimento nel presente inventario nel caso di rimandi e citazioni.
INTITOLAZIONE: è stata riportata tra virgolette, se originale; senza virgolette se attribuita. Non è stata considerata originale l’intitolazione assegnata dal figlio Michele Ramous.
ESTREMI CRONOLOGICI: sono stati riportati indicando gli anni della documentazione e, se indicativi, il mese e il giorno.
TIPOLOGIA: è stato specificato se l’unità archivistica descritta sia un fascicolo, un registro o un quaderno.
CONSISTENZA: nel caso di fascicoli è stata espressa in sottofascicoli e in pezzi, nel caso di registri e quaderni è stata espressa in carte e pagine.
CONTENUTO: per i fascicoli è stata descritta analiticamente ciascuna sottounità (sottofascicolo o pezzo) in essi presente, riportando per ognuna il titolo originale o desunto, gli estremi cronologici e l’eventuale consistenza; per i registri e i quaderni è stata data la descrizione del contenuto.
NOTE: sono state riportate a piè di pagina eventuali note esplicative e/o di commento.
La numerazione originale delle carte di ciascuna unità e sottounità è stata mantenuta, ove presente, ed evidenziata nella descrizione inventariale con l’indicazione «num. orig.» (numerazione originale), mentre si è provveduto ad apporre una nuova numerazione nei casi in cui quella originale sia risultata assente, lacunosa o incoerente. Quando l’indicazione «num. orig.» non compare in inventario, si intende che la numerazione delle carte è stata apposta dall’archivista. Con l’indicazione «autogr.» vengono identificati, ove non diversamente specificato, gli scritti autografi di Mario Ramous.
Si è inoltre sempre specificata la natura del materiale, indicando se si tratti di documenti originali o di documenti in fotocopia, comprendendo sotto quest’ultima dizione anche quelli riprodotti tramite il procedimento della xerografia.
All’interno di ogni serie/sottoserie ciascuna unità archivistica (fascicolo, registro, quaderno) è stata descritta riportando in inventario i seguenti elementi:
SEGNATURA: numero di corda identificativo costituito dal numero della busta-contenitore (1-37) e dal numero progressivo dell’unità documentaria (fascicolo, registro, quaderno) all’interno della busta stessa. Tale segnatura è stato apposta anche sull’unità stessa. A questo numero di segnatura viene fatto riferimento nel presente inventario nel caso di rimandi e citazioni.
INTITOLAZIONE: è stata riportata tra virgolette, se originale; senza virgolette se attribuita. Non è stata considerata originale l’intitolazione assegnata dal figlio Michele Ramous.
ESTREMI CRONOLOGICI: sono stati riportati indicando gli anni della documentazione e, se indicativi, il mese e il giorno.
TIPOLOGIA: è stato specificato se l’unità archivistica descritta sia un fascicolo, un registro o un quaderno.
CONSISTENZA: nel caso di fascicoli è stata espressa in sottofascicoli e in pezzi, nel caso di registri e quaderni è stata espressa in carte e pagine.
CONTENUTO: per i fascicoli è stata descritta analiticamente ciascuna sottounità (sottofascicolo o pezzo) in essi presente, riportando per ognuna il titolo originale o desunto, gli estremi cronologici e l’eventuale consistenza; per i registri e i quaderni è stata data la descrizione del contenuto.
NOTE: sono state riportate a piè di pagina eventuali note esplicative e/o di commento.
La numerazione originale delle carte di ciascuna unità e sottounità è stata mantenuta, ove presente, ed evidenziata nella descrizione inventariale con l’indicazione «num. orig.» (numerazione originale), mentre si è provveduto ad apporre una nuova numerazione nei casi in cui quella originale sia risultata assente, lacunosa o incoerente. Quando l’indicazione «num. orig.» non compare in inventario, si intende che la numerazione delle carte è stata apposta dall’archivista. Con l’indicazione «autogr.» vengono identificati, ove non diversamente specificato, gli scritti autografi di Mario Ramous.
Si è inoltre sempre specificata la natura del materiale, indicando se si tratti di documenti originali o di documenti in fotocopia, comprendendo sotto quest’ultima dizione anche quelli riprodotti tramite il procedimento della xerografia.
Preservation
Buono
Creation Date
February 7, 2024
Leaf
no