Lunardi, Raul
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Role
Scrittore e poeta
Nationality
Italiana
Birth Date
February 10, 1905
Death Date
July 18, 2004
Biography
Raul Lunardi nasce a Sassoferrato, in provincia di Ancona, il 10 febbraio 1905 in una famiglia di modesta estrazione sociale, incline all'arte. Il padre era un impiegato comunale con la passione per il teatro; la madre, proveniente da una famiglia di artigiani-artisti del ferro battuto, amava leggere poesie.
Nel 1925 Lunardi si diploma a Roma perito elettromeccanico, nonostante le inclinazioni umanistiche.
L'anno successivo frequenta a Torino la scuola di allievi ufficiali del Genio Ferrovieri e per sette anni ricopre l'impiego di capozona dei servizi elettrici in Ancona e provincia.
Nel 1932 presenta le dimissioni volontarie dalla società e decide di preparasi privatamente per ottenere il diploma magistrale, in breve tempo consegue sia il diploma che l'abilitazione all'insegnamento.
Nel 1934 entra nel ruolo della scuola elementare di Ancona e, nello stesso anno, sposa in Urbino Teresa Valleri, da cui avrà due figli, Nora e Alberto.
Nel periodo 1940-1941, viene richiamato alle armi come tenente del Genio Ferrovieri prima in Slovenia, quindi in Croazia. Promosso capitano, destinato inizialmente a un reparto in preparazione per la Russia, viene inviato nel catanese e poi, in procinto di partire per la Libia, a Melfi e Benevento; nel 1943, per una circostanza del tutto fortuita, evita di essere mandato in Germania.
Si iscrive alla Facoltà di Magistero dell'Università di Urbino, dove vanta maestri come Carlo Bo, Giovanni Necco, Leone Traverso, Alessandro Ronconi, Fabio Cusin, Francesco Valli e Piero Rebora, fratello del poeta.
Nel 1945, discute con Carlo Bo la tesi di laurea sulla poesia di Eugenio Montale, studio che pubblicherà successivamente, nel 1948, per i tipi della Liviana Editrice di Padova, con il titolo "Montale e la nuova poesia".
Dopo un breve periodo di assistentato volontario presso la cattedra di Letteratura italiana ricoperta da Piero Rebora, viene nominato lettore, ma presto abbandona le aule accademiche e torna all'insegnamento scolastico, limitandosi a tenere nel mese di agosto, per diversi anni, conferenze nell'Ateneo feltresco nell'ambito dei Corsi Estivi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri.
Entrato nel 1955 nel ruolo della scuola media superiore, gli viene assegnata la cattedra di Italiano e Storia all'Istituto Tecnico Industriale "G. Marconi" di Chieti, dopo aver avuto, l'anno precedente, l'incarico nello stesso Istituto romano presso cui si era diplomato.
Nel 1956 torna di nuovo nella capitale, questa volta all'Istituto Tecnico Agrario "G. Garibaldi", dove ininterrottamente svolgerà la sua attività didattica fino al pensionamento, avvenuto nel 1974.
Per la sua lunga attività culturale è stato insignito di prestigiosi attestati come la Croce di Cavaliere e il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ha esordito come narratore nel 1926 dando alle stampe il suo primo racconto ("E tutti cantarono...") nella rivista "Nuove firme", fondata e diretta da Nino Segre, più conosciuto come Pitigrilli.
Nel 1930 esordisce invece come poeta con la raccolta di liriche "La pace del ritorno" che, pubblicata a proprie spese presso la tipografia Garofoli di Sassoferrato, viene illustrata con ex libris della stessa moglie.
Nel 1937, presso la casa editrice anconetana "All'insegna del Conero", stampa "Esperienze e appunti di pedagogia pratica", un saggio cui affida le esperienze didattiche maturate negli anni di insegnamento nella scuola elementare di Ancona, dove ha risieduto con la famiglia per circa dieci anni, fino allo scoppio della guerra. In questo periodo trascorso nella città dorica Lunardi frequenta il cenacolo letterario-giornalistico che, formatosi attorno alla "Voce Adriatica" e al suo direttore, il romanziere Ubaldo Fagioli, vanta la guida spirituale di Mario Puccini.
Tuttavia, è la frequentazione del circolo romano creatosi intorno a "Il Mondo" di Mario Pannunzio, autorevole punto di incontro delle intelligenze più vive della cultura laica e liberal-democratica italiana e straniera, a dischiudere allo scrittore, negli anni Cinquanta, le porte del giornalismo più impegnato. Presso il periodico pannunziano cura la rubrica "Italia minore"; conosce, tra gli altri, Ennio Flaiano e Alfredo Mezio; collabora attivamente a "il Messaggero" con la rubrica intitolata "Memoria di Roma".
Negli anni '60-'70 Lunardi pubblica una serie di interventi su "Paese Sera", mentre dal 1955 fino ad oltre il '70 scrive numerosi articoli letterari sulla "Rassegna di vita scolastica", il periodico diretto da Amleto Di Marcantonio, nel cui quaderno 66 del 1971 compare "Joseph o la crisi. Studio sulla lingua". Per circa sei anni dirige il "Bollettino di Informazioni Culturali" del Ministero degli Affari Esteri.
Nel 1952 pubblica da Einaudi il suo primo romanzo, "Diario di un soldato semplice", con cui ottenne uno dei Premi Cino del Duca; in questa occasione guadagna la stima di Elio Vittorini e di Italo Calvino, redattori della casa editrice torinese, che nel 1960 promuovono, sempre per i tipi einaudiani, anche la stampa del "Racconto di provincia".
Una serie di traversie editoriali relega lo scrittore a un forzato silenzio per diversi anni, senza tuttavia impedirgli di produrre scritti di vario genere che, ancora oggi in parte inediti, vanno dal saggio alla poesia, dal racconto breve al romanzo, al teatro. Infatti Lunardi ha scritto anche quattro commedie, di cui soltanto una, "Il ministero", è stata trasmessa nel '60 da Radio Firenze, e ha curato per la Rai, con cui ha collaborato, una sceneggiatura dell'"Illustrissimo" di Cantoni, regolarmente retribuita, ma mai trasmessa.
Nel 1970 lo scrittore torna in libreria con "La Delazione", edita da Fabbri, nel 1973 riceve il Premio Basilicata: di questi racconti, "Diario svizzero" era già apparso sul secondo numero de "il Menabò".
Ancora dieci anni di attesa e nel 1980, su "La battana" fiumana, esce il racconto "Matilde", cui nel 1982 segue il romanzo "egiziano" "Alessandria" (Torino, Fògola), che consegue nello stesso anno il Premio Selezione Campiello. Sempre nel 1982 una serie di racconti brevi, "I Sogni e la Città", viene raccolta e pubblicata nell'antologia "Campiello". Tre anni dopo, presso l'editore romano Bulzoni, stampa una seconda silloge di saggi, "Far grosso e la corporeità".
Di nuovo un periodo di silenzio, rotto nel 1986 da un saggio su "Il Palace" dello scrittore francese Claude Simon, apparso su "Studi Urbinati" e intitolato "I piccioni di Simon".
Nel 1993 vede finalmente la luce il romanzo breve "Jane" nel "Belpaese", rivista diretta da Raffaele Crovi. Questo lungo racconto attendeva di essere pubblicato da quasi quarant'anni, dal 1955-56, ma una logorante storia di equivoci e incomprensioni, di valutazioni e controvalutazioni critiche dei redattori einaudiani, ha fatto sì che fosse la sensibilità di Crovi a strapparlo dall'oscurità per consegnarlo alle stampe, insieme all'interessante carteggio Lunardi-Calvino-Vittorini prodottosi intorno all'opera.
Infine, novantenne, dà alle stampe la raccolta di tutte le liriche scritte nel lungo sessantennio 1923-83, con il titolo "Poesie" (Istituto Internazionale Studi Piceni).
Nel 2000 pubblica il romanzo "Un eroe qualunque" (il lavoro editoriale) che era parzialmente apparso nel 1960 su "Letteratura" con il titolo "Il convento" e che da decenni riposava nei cassetti dello scrittore, dopo aver illusoriamente visto uno spiraglio di luce nelle bozze di stampa delle edizioni Piemme.
[dalla "Nota biografica" di Teresa Ferri in, "Raul Lunardi: un eroe qualunque", a cura di Teresa Ferri, Ancona, il lavoro editoriale, 2000, pp. 23-26]
Nel 1925 Lunardi si diploma a Roma perito elettromeccanico, nonostante le inclinazioni umanistiche.
L'anno successivo frequenta a Torino la scuola di allievi ufficiali del Genio Ferrovieri e per sette anni ricopre l'impiego di capozona dei servizi elettrici in Ancona e provincia.
Nel 1932 presenta le dimissioni volontarie dalla società e decide di preparasi privatamente per ottenere il diploma magistrale, in breve tempo consegue sia il diploma che l'abilitazione all'insegnamento.
Nel 1934 entra nel ruolo della scuola elementare di Ancona e, nello stesso anno, sposa in Urbino Teresa Valleri, da cui avrà due figli, Nora e Alberto.
Nel periodo 1940-1941, viene richiamato alle armi come tenente del Genio Ferrovieri prima in Slovenia, quindi in Croazia. Promosso capitano, destinato inizialmente a un reparto in preparazione per la Russia, viene inviato nel catanese e poi, in procinto di partire per la Libia, a Melfi e Benevento; nel 1943, per una circostanza del tutto fortuita, evita di essere mandato in Germania.
Si iscrive alla Facoltà di Magistero dell'Università di Urbino, dove vanta maestri come Carlo Bo, Giovanni Necco, Leone Traverso, Alessandro Ronconi, Fabio Cusin, Francesco Valli e Piero Rebora, fratello del poeta.
Nel 1945, discute con Carlo Bo la tesi di laurea sulla poesia di Eugenio Montale, studio che pubblicherà successivamente, nel 1948, per i tipi della Liviana Editrice di Padova, con il titolo "Montale e la nuova poesia".
Dopo un breve periodo di assistentato volontario presso la cattedra di Letteratura italiana ricoperta da Piero Rebora, viene nominato lettore, ma presto abbandona le aule accademiche e torna all'insegnamento scolastico, limitandosi a tenere nel mese di agosto, per diversi anni, conferenze nell'Ateneo feltresco nell'ambito dei Corsi Estivi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri.
Entrato nel 1955 nel ruolo della scuola media superiore, gli viene assegnata la cattedra di Italiano e Storia all'Istituto Tecnico Industriale "G. Marconi" di Chieti, dopo aver avuto, l'anno precedente, l'incarico nello stesso Istituto romano presso cui si era diplomato.
Nel 1956 torna di nuovo nella capitale, questa volta all'Istituto Tecnico Agrario "G. Garibaldi", dove ininterrottamente svolgerà la sua attività didattica fino al pensionamento, avvenuto nel 1974.
Per la sua lunga attività culturale è stato insignito di prestigiosi attestati come la Croce di Cavaliere e il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ha esordito come narratore nel 1926 dando alle stampe il suo primo racconto ("E tutti cantarono...") nella rivista "Nuove firme", fondata e diretta da Nino Segre, più conosciuto come Pitigrilli.
Nel 1930 esordisce invece come poeta con la raccolta di liriche "La pace del ritorno" che, pubblicata a proprie spese presso la tipografia Garofoli di Sassoferrato, viene illustrata con ex libris della stessa moglie.
Nel 1937, presso la casa editrice anconetana "All'insegna del Conero", stampa "Esperienze e appunti di pedagogia pratica", un saggio cui affida le esperienze didattiche maturate negli anni di insegnamento nella scuola elementare di Ancona, dove ha risieduto con la famiglia per circa dieci anni, fino allo scoppio della guerra. In questo periodo trascorso nella città dorica Lunardi frequenta il cenacolo letterario-giornalistico che, formatosi attorno alla "Voce Adriatica" e al suo direttore, il romanziere Ubaldo Fagioli, vanta la guida spirituale di Mario Puccini.
Tuttavia, è la frequentazione del circolo romano creatosi intorno a "Il Mondo" di Mario Pannunzio, autorevole punto di incontro delle intelligenze più vive della cultura laica e liberal-democratica italiana e straniera, a dischiudere allo scrittore, negli anni Cinquanta, le porte del giornalismo più impegnato. Presso il periodico pannunziano cura la rubrica "Italia minore"; conosce, tra gli altri, Ennio Flaiano e Alfredo Mezio; collabora attivamente a "il Messaggero" con la rubrica intitolata "Memoria di Roma".
Negli anni '60-'70 Lunardi pubblica una serie di interventi su "Paese Sera", mentre dal 1955 fino ad oltre il '70 scrive numerosi articoli letterari sulla "Rassegna di vita scolastica", il periodico diretto da Amleto Di Marcantonio, nel cui quaderno 66 del 1971 compare "Joseph o la crisi. Studio sulla lingua". Per circa sei anni dirige il "Bollettino di Informazioni Culturali" del Ministero degli Affari Esteri.
Nel 1952 pubblica da Einaudi il suo primo romanzo, "Diario di un soldato semplice", con cui ottenne uno dei Premi Cino del Duca; in questa occasione guadagna la stima di Elio Vittorini e di Italo Calvino, redattori della casa editrice torinese, che nel 1960 promuovono, sempre per i tipi einaudiani, anche la stampa del "Racconto di provincia".
Una serie di traversie editoriali relega lo scrittore a un forzato silenzio per diversi anni, senza tuttavia impedirgli di produrre scritti di vario genere che, ancora oggi in parte inediti, vanno dal saggio alla poesia, dal racconto breve al romanzo, al teatro. Infatti Lunardi ha scritto anche quattro commedie, di cui soltanto una, "Il ministero", è stata trasmessa nel '60 da Radio Firenze, e ha curato per la Rai, con cui ha collaborato, una sceneggiatura dell'"Illustrissimo" di Cantoni, regolarmente retribuita, ma mai trasmessa.
Nel 1970 lo scrittore torna in libreria con "La Delazione", edita da Fabbri, nel 1973 riceve il Premio Basilicata: di questi racconti, "Diario svizzero" era già apparso sul secondo numero de "il Menabò".
Ancora dieci anni di attesa e nel 1980, su "La battana" fiumana, esce il racconto "Matilde", cui nel 1982 segue il romanzo "egiziano" "Alessandria" (Torino, Fògola), che consegue nello stesso anno il Premio Selezione Campiello. Sempre nel 1982 una serie di racconti brevi, "I Sogni e la Città", viene raccolta e pubblicata nell'antologia "Campiello". Tre anni dopo, presso l'editore romano Bulzoni, stampa una seconda silloge di saggi, "Far grosso e la corporeità".
Di nuovo un periodo di silenzio, rotto nel 1986 da un saggio su "Il Palace" dello scrittore francese Claude Simon, apparso su "Studi Urbinati" e intitolato "I piccioni di Simon".
Nel 1993 vede finalmente la luce il romanzo breve "Jane" nel "Belpaese", rivista diretta da Raffaele Crovi. Questo lungo racconto attendeva di essere pubblicato da quasi quarant'anni, dal 1955-56, ma una logorante storia di equivoci e incomprensioni, di valutazioni e controvalutazioni critiche dei redattori einaudiani, ha fatto sì che fosse la sensibilità di Crovi a strapparlo dall'oscurità per consegnarlo alle stampe, insieme all'interessante carteggio Lunardi-Calvino-Vittorini prodottosi intorno all'opera.
Infine, novantenne, dà alle stampe la raccolta di tutte le liriche scritte nel lungo sessantennio 1923-83, con il titolo "Poesie" (Istituto Internazionale Studi Piceni).
Nel 2000 pubblica il romanzo "Un eroe qualunque" (il lavoro editoriale) che era parzialmente apparso nel 1960 su "Letteratura" con il titolo "Il convento" e che da decenni riposava nei cassetti dello scrittore, dopo aver illusoriamente visto uno spiraglio di luce nelle bozze di stampa delle edizioni Piemme.
[dalla "Nota biografica" di Teresa Ferri in, "Raul Lunardi: un eroe qualunque", a cura di Teresa Ferri, Ancona, il lavoro editoriale, 2000, pp. 23-26]
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