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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12731/9055
Title: Comunione di san Girolamo
Author: Vanvitelli, Luigi
Date: 1728 - 1730
Secular date: sec. XVIII
Object ⁄ typology: Dipinto
Subject of the work: Comunione di san Girolamo
Technical data: Olio su tela, cm 415 x 250
Location of the work: Chiesa di San Girolamo
Location: Urbino (PU), PU
Description: 
Una tradizione agiografica diffusa a partire dal tardo Medio Evo ricostruisce gli ultimi momenti di vita del padre della Chiesa San Girolamo, che in punto di morte e in condizioni di estrema decrepitezza, oberato dal peso degli anni e dallo stile di vita penitenziale condotto, volle ricevere la comunione circondato dai suoi confratelli. Seppure di rara iconografia, l’episodio è tramandato da autorevoli pittori del Rinascimento e della Controriforma, quali Sandro Botticelli (New York, Metropolitan Museum, 1490 circa) e i bolognesi Agostino Carracci e Domenico Zampieri, noto ai più come il Domenichino. Proprio alla Comunione di San Girolamo di Agostino Carracci (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 1592) si era ispirato il Domenichino, con un’opera (Città del Vaticano, Musei Vaticani, 1611-1614) che sarebbe stata considerata in poco tempo una delle più belle di Roma, come documentano le testimonianze letterarie e i numerosi duplicati successivi. Una delle copie dalla Comunione di san Girolamo del Domenichino è la pala settecentesca conservata nell’altare maggiore della chiesa di San Girolamo di Urbino. La scena si svolge nel presbiterio di una chiesa, colto lateralmente per mostrare i personaggi in azione, alle spalle dei quali si apre, in luogo del transetto, un paesaggio agreste al tramonto. Al centro della composizione un sacerdote porge l’ostia consacrata a San Girolamo, dal fisico stremato e consunto, le cui membra, seppure cadenti, esprimono tensione nel gesto e nello guardo desideroso di ricevere l’eucarestia.
[...] La datazione della Comunione è stata recentemente chiarita da chi scrive anche attraverso la lettura degli inventari del complesso conventuale conservati nel Fondo antico della Biblioteca Universitaria di Urbino. [...]
Nel 2000 Franco Negroni attribuì la pala a Luigi Vanvitelli (1700-1773), già considerato l’autore di un’altra copia della Comunione del Domenichino presente nella chiesa di San Domenico a Urbino. L’assegnazione al Vanvitelli è in questa sede confermata, alla luce delle notizie riportate da Maria Barbara Guerrieri Borsoi in uno studio sui dipinti preparatori per i mosaici della basilica di San Pietro, realizzati tra la seconda metà del Seicento e i primi decenni del Settecento. A partire dal 1725 le tele giunsero in alcune chiese di Urbino, con il favore del cardinale Annibale Albani, all’epoca prefetto della Congregazione della Reverenda Fabbrica. Dai documenti conservati presso la Fabbrica di San Pietro, dove i dipinti preparatori furono realizzati, Guerrieri Borsoi ricava che Luigi Vanvitelli eseguì due copie della Comunione di San Girolamo, una tra il 1728 e il 1729 e una tra il 1729 e il 1730. Se un dipinto fu inviato nella chiesa di San Domenico, dove tuttora si trova, l’altro, di cui Guerrieri Borsoi non rilevava traccia, venne con ogni probabilità indirizzato dal cardinale Albani all’altare maggiore di San Girolamo.
Luigi Vanvitelli, di formazione napoletana e romana, noto per aver progettato la Reggia di Caserta, fu attivo a più riprese nel territorio marchigiano, sin dagli anni giovanili, quando accompagnava suo padre, il vedutista olandese Gaspar Van Wittel, durante i suoi viaggi di lavoro. [...] Proprio in quegli anni, tra il 1728 e il 1730, Luigi eseguì le due copie della Comunione, svolgendo un’attività, quella di pittore, che coltivava sin dalla sua formazione paterna, ma che ben presto avrebbe abbandonato per dedicarsi all’architettura. La produzione pittorica di Vanvitelli, limitata al periodo giovanile e, principalmente, all’area romana, risulta vicina stilisticamente all’opera di Sebastiano Conca, come ha rilevato Francesco Petrucci. Pur trattandosi di una copia, la Comunione di San Girolamo della chiesa di San Girolamo a Urbino, presenta una illuminazione differente rispetto a quella chiara e uniforme domenichiniana, ben conciliabile con lo stile vanvitelliano, memore della tradizione barocca romana e napoletana. Come nella Comunione della chiesa di San Domenico a Urbino, la luce è distribuita in modo eterogeneo e simbolico: abbagliante e fredda nel corpo del santo, nell’ostia consacrata e nel bianco della veste del giovane diacono inginocchiato in primo piano a destra; radente negli altri personaggi, solcati da profonde ombre che accentuano un moto drammatico assente nell’originale del Domenichino.[...]
Marilena Luzietti
Tratto da:
Raccolte d'arte 1. / a cura di Bonita Cleri ; presentazione di Stefano Pivato ; con un saggio di Giovanna Perini Folesani ; testi di Bonita Cleri, Daphne De Luca, Fabio Fraternali, Anna Fucili, Marilena Luzietti, Marcella Pantalone ; schede di Anna Maria Ambrosini Massari ... [et al.], Urbino : Università degli Studi Carlo Bo, 2014, pp. 129-131.
Preservation state: 
buono
URI Identifier: http://hdl.handle.net/20.500.12731/9055
License: 
Appears in Collections:Biblioteca Universitaria San Girolamo

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