Concessione in enfiteusi
Archival Unit
9
Issue Date
August 25, 1262
Chronology
XIII sec.
Content
Blanco priore, Simone arciprete di San Simone degli Acinelli, Giovanni, Amato arciprete di San Severo, Bencevenne, Ugone e Giunta, tutti canonici di Cagli, investono Bellabranca, Filippo e Montefeltrano, nell’altra metà di Rocca Rocchetta, ora Rocca Leonella, per indiviso tra i sopraddetti fratelli, e di altri diritti di possesso di altre terre.
Rog. Giovanni Guadagni.(1)
Rog. Giovanni Guadagni.(1)
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Archivist's notes
Busta 15
(1) Luigi Moranti, in un lavoro dedicato ai documenti del Dugento conservati dalla Biblioteca Universitaria di Urbino, prende in esame questa pergamena, giudicata particolarmente importante, della quale viene riportata la trascrizione integrale preceduta da un riassunto che viene riportato qui di seguito, ad integrazione del regesto di Luigi Nardini sopra riportato:
I canonici di Cagli rinnovano la concessione in enfiteusi di varie località a Bellabranca, Filippo e Montefeltrano Brancaleoni.
Il documento è interessante per la storia dei Brancaleoni, in quanto ci mostra una volta di più come i signori dei vari castelli fossero più o meno legati ad enti ecclesiastici.
Blanco Priore della Canonica di S. Maria di Cagli, Simone Arciprete di S. Simone degli Acinelli, Giovanni Amato Arciprete di S. Severo, Bencevenne, Ugone, Giunta, tutti canonici di Cagli, investono Bellabranca, Filippo e Montefeltrano Brancaleoni dei seguenti privilegi:
a) del totale diritto di signoria sopra Ranutio Piccoli, Martino Beni e Fraccolo con tutte le terre spettanti alla canonica di Cagli;
b) del diritto di esigere e godere molti pezzi di carne, focacce, denari ed altri simili canoni ed omaggi soliti a pagarsi ai detti canonici da Pietro e Paganello e da altre numerose persone ivi nominate, con descritti i titoli per cui pagano annualmente, nella festa di S. Stefano;
c) della concessione in enfiteusi della metà della Rocca Rocchetta ancora non divisa tra i detti fratelli Brancaleoni, con la piazza, muri, fossi, argini, ripe, case, ecc.;
d) del possesso della metà di un campo posto in luogo detto «Valle Canonica»; di altro chiamato «Sanctum Marianum»; di un possedimento detto «Saxum de Berardellis» nella parrocchia di S. Simone nella Valle degli Accinelli; di un pezzo di terra con lo stesso nome posto nello stesso luogo posseduto in enfiteusi da Giunta di Ranutio e da Ventura di Ranaldo; di un pezzo di terra posseduto da Pecolo di Piccolello; di un pezzo di terra pure nello stesso luogo detto «Vignale»; di un pezzo di terra nello stesso luogo detto: «Valle Cavallaria»; di un pezzo di terra nella curia di S. Simone in luogo detto «S. Marianum». Di una selva sul monte degli Accinelli chiamata «Cerretum».
Di ciascuna di queste terre poi sono descritti minutamente i confini.
Dopo tutte queste cose si deve aggiungere:
«Benvegnante Martini et filios cum tenimento et servitio quod facere tenentur eis vel dicta canonica aut plebe Sancti Simeonis» e tutto ciò per l’annuo canone di due soldi ravennati, da pagarsi il giorno della Assunta, ed in caso di mancato pagamento per 4 anni, è imposta l’ammenda di 10 libre e di 2 soldi annui per il canone ritenuto, ed inoltre altri 100 soldi.
I signori canonici confessano poi di avere ricevuta quietanza da Bellabranca Brancaleoni e dai suoi fratelli e scaduto ogni diritto sulle cose di certo Martino Omoli, dei figli di Bertoli, Giunta di Pietro, Pentamonte, Paganucci e Rapuzio a nome della canonica di Cagli, ed anche in ragione del juspatronato dei medesimi Brancaleoni sulla Pieve degli Accinelli; dalle Chiese di S. Benedetto e di S. Lorenzo della Rocca e delle loro terre, pertinenze, ecc.; sopra un podere, un tempo per canone da Giovanni Acquaviva, da Blanco di Andreolo e dal suo figlio Blancuccio.
Moranti, Luigi, Carte del secolo XIII nell’Archivio Storico Urbinate, in: Studi in onore di Riccardo Filangieri, v. 1, Napoli, L’Arte Tipografica, 1959, p. 199 – 215.
(1) Luigi Moranti, in un lavoro dedicato ai documenti del Dugento conservati dalla Biblioteca Universitaria di Urbino, prende in esame questa pergamena, giudicata particolarmente importante, della quale viene riportata la trascrizione integrale preceduta da un riassunto che viene riportato qui di seguito, ad integrazione del regesto di Luigi Nardini sopra riportato:
I canonici di Cagli rinnovano la concessione in enfiteusi di varie località a Bellabranca, Filippo e Montefeltrano Brancaleoni.
Il documento è interessante per la storia dei Brancaleoni, in quanto ci mostra una volta di più come i signori dei vari castelli fossero più o meno legati ad enti ecclesiastici.
Blanco Priore della Canonica di S. Maria di Cagli, Simone Arciprete di S. Simone degli Acinelli, Giovanni Amato Arciprete di S. Severo, Bencevenne, Ugone, Giunta, tutti canonici di Cagli, investono Bellabranca, Filippo e Montefeltrano Brancaleoni dei seguenti privilegi:
a) del totale diritto di signoria sopra Ranutio Piccoli, Martino Beni e Fraccolo con tutte le terre spettanti alla canonica di Cagli;
b) del diritto di esigere e godere molti pezzi di carne, focacce, denari ed altri simili canoni ed omaggi soliti a pagarsi ai detti canonici da Pietro e Paganello e da altre numerose persone ivi nominate, con descritti i titoli per cui pagano annualmente, nella festa di S. Stefano;
c) della concessione in enfiteusi della metà della Rocca Rocchetta ancora non divisa tra i detti fratelli Brancaleoni, con la piazza, muri, fossi, argini, ripe, case, ecc.;
d) del possesso della metà di un campo posto in luogo detto «Valle Canonica»; di altro chiamato «Sanctum Marianum»; di un possedimento detto «Saxum de Berardellis» nella parrocchia di S. Simone nella Valle degli Accinelli; di un pezzo di terra con lo stesso nome posto nello stesso luogo posseduto in enfiteusi da Giunta di Ranutio e da Ventura di Ranaldo; di un pezzo di terra posseduto da Pecolo di Piccolello; di un pezzo di terra pure nello stesso luogo detto «Vignale»; di un pezzo di terra nello stesso luogo detto: «Valle Cavallaria»; di un pezzo di terra nella curia di S. Simone in luogo detto «S. Marianum». Di una selva sul monte degli Accinelli chiamata «Cerretum».
Di ciascuna di queste terre poi sono descritti minutamente i confini.
Dopo tutte queste cose si deve aggiungere:
«Benvegnante Martini et filios cum tenimento et servitio quod facere tenentur eis vel dicta canonica aut plebe Sancti Simeonis» e tutto ciò per l’annuo canone di due soldi ravennati, da pagarsi il giorno della Assunta, ed in caso di mancato pagamento per 4 anni, è imposta l’ammenda di 10 libre e di 2 soldi annui per il canone ritenuto, ed inoltre altri 100 soldi.
I signori canonici confessano poi di avere ricevuta quietanza da Bellabranca Brancaleoni e dai suoi fratelli e scaduto ogni diritto sulle cose di certo Martino Omoli, dei figli di Bertoli, Giunta di Pietro, Pentamonte, Paganucci e Rapuzio a nome della canonica di Cagli, ed anche in ragione del juspatronato dei medesimi Brancaleoni sulla Pieve degli Accinelli; dalle Chiese di S. Benedetto e di S. Lorenzo della Rocca e delle loro terre, pertinenze, ecc.; sopra un podere, un tempo per canone da Giovanni Acquaviva, da Blanco di Andreolo e dal suo figlio Blancuccio.
Moranti, Luigi, Carte del secolo XIII nell’Archivio Storico Urbinate, in: Studi in onore di Riccardo Filangieri, v. 1, Napoli, L’Arte Tipografica, 1959, p. 199 – 215.
Physical type
Rotolo
Preservation status
Buono
Language
Latino
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Name
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Format
JPEG
Checksum (MD5)
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