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Si prega di utilizzare questo identifier per indicare o collegarsi a questo documento: http://hdl.handle.net/20.500.12731/7046
Numero di corda: 4
Data puntuale: 8-set-1235
Data secolare: XIII sec
Titolo: Testamento di Gentile Brancaleoni
Contenuto: 
Testamento di Gentile Brancaleoni che istituisce eredi i suoi propri figli ed usufruttuaria la sua moglie Isabella [nella pergamena precedente lo stesso personaggio era stato identificato con il nome di Isabetta].
Rog. Tebaldo Amicoli.(1)
Livello di descrizione: Archivio dei Conti Brancaleoni 
Identificativo URI: http://hdl.handle.net/20.500.12731/7046
Note dell'archivista: 
Busta 15
(1) Luigi Moranti, in un lavoro dedicato ai documenti del Dugento conservati dalla Biblioteca Universitaria di Urbino, prende in esame questa pergamena, giudicata particolarmente importante, della quale viene riportata la trascrizione integrale preceduta da un riassunto che viene riportato qui di seguito, ad integrazione del regesto di Luigi Nardini sopra riportato:
Gentile Brancaleoni in questo suo testamento lascia 3 libbre ravennati al Monastero di S. Cristoforo del Ponte; 10 libbre della stessa moneta per la riparazione del Ponte della Valle del Candigliano; 100 soldi all’Eremo di S. Maria in Morimondo, dove elegge sepoltura; 40 soldi per la cera, il funerale, la sepoltura e per Messe da cantarsi o dai Chierici o dai Religiosi, come meglio converrà o riterrà opportuno sua moglie Risabella e il figlio Bellabranca che elegge eredi fideicommissari.
Lascia poi 10 libbre ai suoi nepoti Brancaleone e Sabuardo, figli di Comitissa sua sorella, senza però specificare se per ciascuno o per tutti e due assieme.
Lascia pure 12 libbre a sua figlia Geltrude sulla di lei dote.
Lascia alle altre sue figlie Beatrice, Jasdra e Comitissa 150 libbre testa per parte e dote.
E poiché la moglie doveva dare alla luce un bambino, il testatore specifica: se questi sarà femmina avrà 150 libbre come le altre figlie, se sarà maschio [sarà poi Filippo] godrà di tutti i beni e privilegi al pari degli altri fratelli maschi.
Quindi istituisce usufruttuaria sua moglie Risabella con tutti i poteri di vendere, affittare, dare in enfiteusi se come vedova resterà in casa.
Se poi dovesse eleggere altro stato, vuole che le sia data una dote di 300 libbre, alle quali il testatore, per sua espressa volontà, ne aggiunge altre 100.
Istituisce poi eredi proprietari i figli: Guido, Ugolino, Bellabranca, Ranuccio, Dadeo [sic], Montefeltrano e Francesco (detto Contuccio) ed il postumo, se sarà maschio.
Se poi qualcuno di essi non avrà figli, la parte della sua eredità passerà ai discendenti degli altri fratelli in egual misura.
Infine ordina che se tra i figli dovesse sorgere qualche questione sulla eredità, sia in tutto e per tutto arbitra la sua moglie Risabella, che sarà tutrice e curatrice dei figli e delle figlie.
Moranti, Luigi, Carte del secolo XIII nell’Archivio Storico Urbinate, in: Studi in onore di Riccardo Filangieri, v. 1, Napoli, L’Arte Tipografica, 1959, p. 199 – 215.
Tipologia fisica: Rotolo
Stato di conservazione: 
Buono
Lingua: Latino
Progetto: Attività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo 
Compare nelle collezioni:1.1 Sezione Pergamene

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