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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12731/5854
DC FieldValue
dc.coverage.temporalXVI sec.
dc.date.accessioned2021-11-08T10:32:22Z
dc.date.available2021-11-08T10:32:22Z
dc.date.issued1536-08-30
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12731/5854
dc.description.preservationBuono
dc.format.mediumPergamena
dc.language.isola
dc.relationAttività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
dc.source.contentFrancesco Battiferri, cittadino di Urbino, lascia varj legati nel suo testamento, e dona 600 fiorini alla Fraternita di Piandimercato, per mantenere un cappellano per la celebrazione delle messe nell’altare dell’Ospedale maggiore, e per ammaestrare gli esposti nelle lettere e nei buoni costumi. Istituisce erede universale Marcantonio suo figlio, che morendo senza discendenza, vuole che il podere ed il molino in vocabolo Mezzulo, passi alla detta Fraternita. Rog. Francesco Gerio di Urbino.<sup>(1)</sup>
dc.titleTestamento
dc.typeitem
dc.type.physicalscroll
dc.rights.licenseCC BY
dc.relation.fondCongregazione di Carità
dc.description.archivistBusta n. 11 <sup>(1)</sup> Si veda anche il regesto del Corradini, dal cui esame si potrà quanto meno toccare con mano la particolare importanza della famiglia Battiferri, nel cui albero genealogico figura la famosa poetessa Laura (Urbino, 13 novembre 1523 – Firenze, 3 novembre 1589): «Il magnifico Uomo Francesco Battiferri Cittadino d’Urbino nel suo testamento si lascia sepolto a S. Francesco nel sepolcro de suoi Maggiori, alla qual Chiesa lascia due scudi d’oro, ordinando, che pel suo funere vi siano venti facolotti [i. e. torce] solamente da quattro libre l’uno. Lascia al Convento di S. Bernardino 10 fiorini; al Convento di S. Girolamo 10 fiorini; alle Monache, ed al Convento di S. Chiara 20 fiorini, alle quali monache vuole che dagli eredi siano dati ogn’anno in perpetuo tre quartaroli d’olio per ardere continuamente la lampana [forma variante di lampada] avanti al Sagramento nella detta Chiesa. Lascia alla sua nipote Suor Battista Monaca in S. Chiara il panno di color berettino fino per una tonaca. Lascia alle Cappelle del Sagramento, e della Concezione nel Duomo cinque fiorini per ciascuna. Lascia a Suor Cassandra sua alunna, e Monaca in S. Lucia oltre i 50 fiorini già sborsati anche il panno beretino di S. Genese per una Tonaca. Come erede della sua Zia materna Antonia figlia del quondam Battista di Nicoluccio de Ceriori d’Urbino ordina che siano anticipatamente dati ai luoghi pii, ed a certe persone segnate nel suo libro F carta 55 tutti i cento fiorini da essa lasciati a Mastro Girolamo Fisico, ed a Battista fratelli de Cerioni in caso, che essi avessero figli maschi legittimi. Lascia alla fraternita dei Disciplinati del Corpus Domini di Piandimercato due facolotti di quattro libre l’uno. Lascia a Leonora Zitella allevata alla Pieve di cagna 40 scudi d’oro alla ragione di 60 bolognini per scudo, e il panno negro di lana per una veste lugubre per la morte di detto Testatore. Lascia a Simone ragazzo 10 fiorini etc. Lascia, che per la sua morte e sepoltura siano date le vesti lugubri ad Angelina, ed a Francesca sue figlie, ed ai loro mariti Girolamo de Vergilj, e Dottore Guido de Maschi d’Urbino, come anche ad Antonia Madre di Messer Giovannantonio Battiferri se essa sarà viva, ed interverrà alla morte e sepoltura; e similmente a Bernardina antica serva di casa. Lascia al suo servitore Benedetto Fraternale un vestito funerale col cappuccio, e una beretta negra. Lascia alla detta Berardina il vitto, e vestito etc. Lascia alla detta Angelina moglie del Vergilj 600 fiorini già sborsati per la dote, come pure a Francesca altra figlia moglie del Dottor Maschi 700 fiorini sborsati; e più altri due scudi per ciascuna, e la libertà di tornare alla Casa Paterna colla dote in occasione di vedovanza; e più 100 fiorini per ciascuna per conto dei beni materni, non ostante la rinunzia già fattane da esse. Lascia per restituzione a Porzia moglie di Marcantonio suo figlio scudi mille ricevuti in dote, non avendo essa portato altro che questi, e 16 braccia di raso bianco. Esecutori Guidobaldo Primogenito Ducale, Duca di Camerino etc. il Dottor di medicina Mastro Girolamo, e Battista fratelli de Cerioni. Lascia alla Fraternita 600 fiorini di moneta vecchia col peso di tenere in perpetuo un Cappellano morigerato, il quale debba per sempre celebrare tre messe da morto in ogni settimana per il detto Testatore nella Sala dello Spedale maggiore dove sono i letti degli Infermi; debba ammaestrare gli Esposti nelle Lettere e nei buoni costumi, e condurli seco alla sua messa. In tutti gl’altri suoi beni instituisce erede Marcantonio suo figlio, dal quale in caso che rimanghino le sole Femine, lascia 1000 scudi a ciascuna di esse; ed in tal caso lascia alla Fraternita il Podere, ed il Molino del Mezulo nella Corte di Riopetroso del Vicariato del Tavoleto, proibendone espressamente l’alienazione sotto pena di privazione dei detti beni da applicarsi ai Parenti più prossimi. Lascia ancora nel detto caso alla detta Francesca sua figlia il Podere di Casa bianca nella Corte di S. Donato nella Villa di S. Martino, il Podere da Ca i Ciappi col molino da olio nella detta Corte; parimenti lascia alla detta Francesca e ai di lei figli, e discendenti maschi la casa di sua abitazione in Urbino nella Quadra del Vescovato nel luogo di Porta Maja colle botteghe sotto, e la stanza chiamata la battilana; e più una casa per tenere lo stabbio posta avanti la casa de Brancarini, presso le strade publiche da due, e l’orto di Monsignor Vescovo; e più la Vigna nella Corte della Città nel luogo del Petriccio (detta poi il Casino) … Nel caso poi, che neppure dalle dette sue Figlie Francesca, ed Angelina rimanesse alcun maschio, sostituisce la Fraternita, proibendo espressamente in perpetuo l’alienazione, ed anche la locazione ad longum tempus dei detti beni, sotto pena di privazione, e di sostituzione ai Parenti più prossimi etc. Rog. Francesco Gerio nella Casa del Testatore nella Camera Vicino all’ingresso.» Corradini, Antonio, <i>Spoglio delle pergamene urbinati</i> (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 104 recto - 105 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
dc.rights.noteAcquisizione digitale eseguita in data: novembre 2021 Strumentazione: Scanner planetario Zeutschel OS 12002 Tipo immagine: TIFF Risoluzione: 400 dpi Spazio colore: RGB 24 bit Profilo colore: OS12002_mG
dc.contributor.corporatebodyCongregazione di Carità
dc.identifier.archivalunit534
item.grantfulltextopen
item.cerifentitytypePublications
item.openairetypeitem
item.date1536-08-30
item.fulltextWith Fulltext
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf
item.treefondsrootSezione pergamene
item.languageiso639-1la
Appears in Collections:1.1 Sezione Pergamene
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