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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12731/4023
Archival Unit: 428
Issue Date: 7-Mar-1472
Chronology: XV sec.
Title: Eredità
Producing entity (organization): Congregazione di Carità 
Content: 
Lite fra la Fraternita di Piandimercato, rappresentata dal proprio Procuratore Girolamo di Mastro Marco di Urbino e Ser Roberto di Guido di Urbino e Ser Angelo del fu Antonio di Francesco, sopra l’eredità di Antonio padre di detto Angelo.(1)
Description level: Congregazione di Carità 
URI Identifier: http://hdl.handle.net/20.500.12731/4023
Archivist's notes: 
Busta n. 9
(1) Luigi Nardini sorvola sulla natura della lite e sulle sue origini, particolari che invece Antonio Corradini si premura di chiarire:
«Dinanzi a Giovanni di Luca altrimenti Zacagna, a Girolamo di Ser Niccolò, e dinanzi al Decretalista Guido de Bonclerici da Cagli Vicario del Vescovo d’Urbino, per la terza volta eletti arbitri dalle parti, come per mano di Ser Francesco di Ser Angelo Publico Notaro, viene agitata la causa da Girolamo di Mastro Marco d’Urbino Sindaco, e Procuratore della Fraternita di Piandimercato contro Ser Roberto di Guido d’Urbino Procuratore di Ser Arcangelo di Antonio dalla Villa della prima parte di Spineto, e di Angelo del fu Antonio di Francesco da detta Villa sopra l’eredità di Antonio Padre di detto Angelo, il quale fin dall’anno 1458 6 Maggio, come per mano di Ser Bartolomeo di Ser Antonio di Ser Giorgio da Monteguiduccio, nel suo testamento instituì erede universale il detto Angelo suo figlio, o i figli di detto Angelo con questo, che dovessero stare nella casa di detto Testatore, e non dovessero vendere per portare fuori del territorio dell’Illustrissimo Signore.
Il che non fu osservato, né adempito da detto Angelo, il quale dopo la morte del Padre vendette i beni a detto Ser Arcangelo, e andò ad abitare fuori della Città, e del territorio d’Urbino, lasciando luogo alla sostituzione in favore della detta Fraternita.
A questo però fu risposto dalla parte avversa, che tra l’altre cose disse ancora, che dall’eredità si dovevano diffalcare 37 ducati d’oro ascendenti alla somma di 44 fiorini alla ragione di 40 bolognini per fiorino, e più per la dote di Grazia madre di detto Angelo.
Ser Stefano d’Antonio d’Urbino Procuratore della detta Fraternita nel dì 14 Aprile 1472 comparve replicando contro il detto Ser Arcangelo dal Palazzo del Piano, e contro il detto Angelo andato ad abitare nel territorio di Pesaro etc.
Adi 14 Maggio furono prodotti alcuni atti preparatorj del giudizio per mano di Ser Domenico Antaldi.
Giusta la forma de Decreti di Federico contro quelli, che si assentavano, ed abitavano famigliarmente fuori d’Urbino, e del suo Distretto, erano questi incapaci a succedere nei beni, e nell’eredità.
Lo Statuto di Pesaro disponeva, che i Cittadini, e gl’Abitanti della Città, e del Contado di Pesaro non potessero partirne, né permanere in altro territorio più di tre mesi, sotto pena della confiscazione di tutti i loro beni.
Così dalle dette scritture.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carta 113 recto e verso (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
Physical type: Rotolo
Language: Latino
Project: Attività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo 
Appears in Collections:1.1 Sezione Pergamene

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