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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12731/3810
DC FieldValue
dc.coverage.temporalXV sec.
dc.date.accessioned2021-07-23T11:34:46Z
dc.date.available2021-07-23T11:34:46Z
dc.date.issued1445-10-23
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12731/3810
dc.description.preservationnoteBuono
dc.format.mediumPergamena
dc.language.isola
dc.relationAttività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
dc.relation.urlhttps://sanzio.uniurb.it/handle/20.500.12731/3745
dc.source.contentControversia insorta fra la nobil donna Chiara de’ Prefetti, vedova di Ser Francesco di Candolfino da Montetassi e tutrice di Lodovica figlia di Francesca e di Bartolomeo di Ser Antonio di Ser Bartolo Tarducci e di Antonia che fondarono lo Spedale della Annunziata e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista; e la Fraternita di Piandimercato circa alla proprietà le due botteghe, facenti parte dell’eredità del detto Ser Bartolo Tarducci. Rog. Pietro di Nerio della quadra del Vescovado.<sup>(1)</sup>
dc.titleControversia
dc.typeitem
dc.type.physicalscroll
dc.rights.licenseCC BY
dc.relation.fondCongregazione di Carità
dc.description.archivistBusta n. 8 <sup>(1)</sup> Antonio Corradini nel suo regesto descrive con abbondanza di dettagli i contenuti del rogito, e nella parte conclusiva si pone alcuni quesiti volti a meglio chiarire alcuni particolari; si veda dunque quanto appresso riportato: «Dopo essere stato soppresso lo Spedale Tarducci da Bartolomeo de Catoni Abbate di Gaifa, che nel 1439 13 Giugno con autorità Pontificia l’unì al nuovo Spedale della Fraternita fabbricato nel Borgo di S. Lucia, e dopo esser morto il Nobil Uomo Francesco di Candolfino da Montetassi Tutore ed Avo materno di Lodovica figlia di Francesca, e di Bartolomeo figlio di Ser Antonio figlio di Ser Bartolo Tarducci, e di Antonia, che fondarono lo Spedale dell’Annunziata, e di S. Giovanni; Nacque controversia tra Donna Chiara de Prefetti Vedova di detto Francesco, e Tutrice della detta pupilla Lodovica erede universale di detto Ser Bartolo, e di Antonia, e tra i Rettori della Fraternita asserendo la detta Nobil Donna Chiara, che due botteghe state già dei detti Conjugi Ser Bartolo, ed Antonia, e poste nel borgo di Pian di Mercato presso le vie pubbliche da due lati, i beni degli eredi di Marco di Guidarello, e i beni della detta Fraternita, le quali botteghe una volta furono di Antonio di Simeone, non erano dedicate al detto Spedale dell’Annunziata, e de Santi Giovanni [Battista ed Evangelista], e che per conseguenza non appartenevano alla detta Fraternita; E i detti Rettori sostenendo il contrario. Perciò vennero all’infrascritta transazione la detta Donna Chiara come Tutrice da una parte, e Ser Bartolomeo di Chino d’Urbino Sindaco della Fraternita dall’altra parte, essendo presenti, e consenzienti li venerabili e egregi Uomini Don Leonardo di Sabattino Canonico Urbinate, Don Giovanni della Valle Dottore di legge, Bernabeo di Niccolò di Stefano, Ser Bencevenne di Paolino, Bartolomeo di Simone, Bartolomeo di Messer Angelo de Cataldi, Bartolomeo di Vagnarello, e Amatuccio di Luca d’Urbino Rettori della detta Fraternita. Primo i detti Rettori assieme col loro Sindaco rilasciano a detta Chiara Tutrice ducati 50 oltre li 100 ducati già rilasciati ad insinuazione del Conte Guidantonio al detto Francesco della somma di 200 ducati prezzo della metà di una casa stata già di Gilio di Giacomo Orefice d’Urbino, e venduta dalla Fraternita al detto Francesco, e posta nella Contrada di Porta Maja presso la strada pubblica, i beni degli eredi del Dottore Mastro Antonio di Mattiolo, e i beni di Bartolo di Giuliano, onde il debito della Casa sia di soli ducati 50 da pagarsi nel termine di due anni. 2° Li detti Rettori promettono di pagare per la detta Pupilla Lodovica la somma in tutto di ducati 98, e bolognini 36 a diverse persone, cioè a Giacomo di Mastro Giovanni, a Giovanni di Vico da Sciabione Aromatario, a Francesco di Mastro Angelo già da Gubbio, a Antonio di Ser Bartolomeo Aromatario, a Antonio di Francesco di Onesto, e a Pietro di Sabatino bastaro. 3° Concedono gratis una casa di detto Spedale già consegnata al detto Francesco Tutore, e posta nella quadra del Vescovato nella Contrada della Castellaccia presso le vie da due lati, e gli eredi di Ser Giovanni di Stefano da Campora: con questo però, che tutto il rilasciato ceda in vantaggio della detta pupilla. Dall’altra parte la detta Chiara Tutrice cede tutto il giuspatronato, ed ogni diritto che la pupilla potesse avere sopra il detto Spedale Tarducci, ossia di S. Giovanni, o dell’Annunziata, come anche sopra quelle dette due botteghe, ossia stazioni, consegna la Bolla della fondazione con altre pergamene d’istromenti, riservandosi il diritto, che la detta pupilla riducendosi in povertà debba essere mantenuta ad alimentata secondo il suo stato dai Rettori della Fraternita. Rog. Pietro di Nerio della quadra del Vescovato nell’Udienza della Fraternita di Pian di mercato, essendo presenti il Dottor Matteo di Ser Antonio de Catanei, Don Francesco di Giuliano, Pietro di Antonio di Francesco aromatario, Giovanni di Messer Paolo de Facini, e Giacomo di Lorenzo di Giovanni aromatario d’Urbino. Nella narrativa dell’Istromento si ha, che allo Spedale Tarducci fu dal Vescovo Oddone de Colupna, e dai Canonici unito un certo Spedale posto nel Borgo di Pian di Mercato. Ma quale? Forse quello di S. Maria? Ma questo fu donato alla Fraternita da Fra Bartolomeo nel 1348. Forse quello di Valbona, di cui parlasi al Numero 377 e 388 [ovviamente l’autore riferisce i numeri utilizzati nell’ambito del repertorio lui curato; agli studiosi interessati si segnala la circostanza che - facendo riferimento all’ordinamento attuale di questo stesso fondo membranaceo della Congregazione di Carità - il numero 377 corrisponde alla pergamena numero 69 (contenuta nella busta 2) del 24 ottobre, mentre il numero 388 corrisponde alla pergamena 143 (contenuta nella busta 3) del 15 dicembre 1391]? Ma questo doveva dipendere dalla Fraternita, che ne aveva commessa la costruzione fin dall’anno 1352. Bartolo di Tarduccio era Rettore della Fraternita 1421.» Corradini, Antonio, <i>Spoglio delle pergamene urbinati</i> (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 83 verso – 85 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
dc.rights.noteAcquisizione digitale eseguita in data: luglio 2021 Strumentazione: Scanner planetario Zeutschel OS 12002 Tipo immagine: TIFF Risoluzione: 400 dpi Spazio colore: RGB 24 bit Profilo colore: OS12002_mG
dc.contributor.corporatebodyCongregazione di Carità
dc.identifier.archivalunit363
item.grantfulltextopen
item.cerifentitytypePublications
item.openairetypeitem
item.date1445-10-23
item.fulltextWith Fulltext
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf
item.treefondsrootSezione pergamene
item.languageiso639-1la
Appears in Collections:1.1 Sezione Pergamene
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