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Si prega di utilizzare questo identifier per indicare o collegarsi a questo documento: http://hdl.handle.net/20.500.12731/3598
Numero di corda: 152
Data puntuale: 7-mag-1397
Data secolare: XIV sec.
Titolo: Costruzione della Chiesa di San Pietro Celestino
Soggetto produttore (organizzazione): Congregazione di Carità 
Contenuto: 
Alberto di Ser Peccio del Borgo di S. Lucia di Urbino, come Sindaco dei Rettori della fraternita di S. Maria di Piandimercato, vende a Ludovico di Guido di Bartolo da Cagli, abitante in Urbino, un pezzo di terra culta e vignata posta nella corte della Città nella Villa di Valdazzo, per il prezzo di 44 ducati d’oro, che dal detto Sindaco subito vennero sborsati e spesa [recte spesi] nella nuova fabbrica della chiesa dei frati di S. Pietro Celestino,(1) da costruirsi in Urbino nella Quadra di Portanova nel luogo il Poggio.
Rog. Marco di Petruccio di Urbino. Quadra di S. Croce.(2)
Livello di descrizione: Congregazione di Carità 
Identificativo URI: http://hdl.handle.net/20.500.12731/3598
Note dell'archivista: 
Busta n. 4
(1) La Chiesa di San Pietro Celestino, compatrono di Urbino, si trovava subito dopo Palazzo Bonaventura, al quale venne collegata da un arco attraverso il quale i membri della famiglia Bonaventura potessero comodamente recarsi ad assistere alla Santa Messa. Il piccolo conventino annesso fu compreso nella generale soppressione fatta da papa Innocenzo X, e le sue entrate passarono all’Università. I locali, radicalmente ristrutturati dagli interventi dell'architetto Giancarlo De Carlo, attualmente ospitano il Servizio Sistema Informatico d’Ateneo (S. S. I. A.) dell’Università di Urbino.

(2) Nel già più volte citato regesto di Antonio Corradini troviamo una maggiore abbondanza di nomi di persona, e di particolari che potrebbero interessare gli studiosi desiderosi di approfondire le vicende relative al culto urbinate di San Pietro Celestino.
«Alberto di Ser Peccio del Borgo di S. Lucia d’Urbino, come Sindaco dei Rettori della Fraternita di S. Maria di Pian di mercato a nome di detta Fraternita, colla presenza, consenso, e volontà di Frà Paolo da Gubbio Priore del luogo de Frati di S. Pietro Celestino d’Urbino, e di D. Matteo di Ghiro Canonico Urbinate, e Rettore della Chiesa di S. Paolo d’Urbino, e di Ser Palamide del quondam Ser Matteo d’Urbino, come Sindaci e Procuratori di Frà Antonio abbate del Monastero di S. Spirito presso Sulmona [ancora oggi, presso la frazione di Badia, posta a cinque chilometri da Sulmona, esiste l’abbazia celestiniana di Santo Spirito al Morrone] e Governatore di tutto l’ordine de Frati Celestini; i quali Procuratori espressamente rinunziano ad ogni diritto, che il detto luogo e Convento di S. Pietro potesse avere sull’infrascritta robba. Vende a Lodovico di Guido di Bartolo una volta da Cagli, e poi d’Urbino un pezzo di terra culta vignata, e cannetata posta nella Corte della Città nella Villa di Valdazzo presso la via pubblica, Francesco di Messer Niccolò, i beni della Chiesa di S. Marino, ed i beni dello Spedale di S. Maria della detta Villa di Valdazzo per il prezzo di 44 ducati d’oro subito sborsati da detto Lodovico compratore al detto Sindaco Alberto, il quale per ordine dei Rettori della Fraternita subito sborsa la detta somma di ducati al detto Ser Palamide, che li riceve per spenderli nella Fabbrica della nuova Chiesa dei Frati di S. Pietro Celestino da costruirsi da essi Frati in Urbino, nella Quadra di Porta Nova, nel luogo Poggio. Vengono insieme cedute al detto Compratore tutte le azioni, che la Fraternita potesse avere contro gli eredi di Pace di Santuccio d’Urbino, e sui loro beni per conto del legato fatto di detta terra alla detta Fraternita da detto Pace nel suo testamento per mano di Ser Paolo di Vanne d’Aldrovando. Anche li detti Fra Paolo Priore, Ser Palamide, e D. Matteo, come Sindaci di detto Abbate promettono di garantire il detto Lodovico Compratore, perche il prezzo di detta terra venduta viene ed è stato impiegato nella fabbrica della Chiesa nuova, che si costruisce in Urbino della Quadra di Porta Nova sotto il vocabolo di S. Pietro Celestino. Rog. Marco di Petruccio d’Urbino nella Quadra di S. Croce in casa di detto Ser Palamide in una certa loggetta in cima alla scala per cui si salisce al di sopra verso la sala, e la cucina presso le vie pubbliche da trè lati, e Francesco di Messer Niccolò, e Andrea di Messer Paolotto, essendo presenti il Nobil Uomo Niccolò del quondam Magnifico Federico Conte di Montefeltro, Ser Paolo di Ser Benedetto Paglia, Niccolò di Stefano aromatario, Ser Francesco di Beccio di Alessandro d’Urbino, e Mastro Angelo di Paccino dalla Villa di Celle di pietra.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 67 verso – 68 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
Tipologia fisica: Rotolo
Descrizione estrinseca: 
Dimensioni: 58 x 19,3 cm
La pergamena risulta strappata in basso sul lato destro. La lacerazione non comprende il testo
Stato di conservazione: 
Buono
Lingua: Latino
Progetto: Attività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo 
Compare nelle collezioni:1.1 Sezione Pergamene

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