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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12731/3502
DC FieldValue
dc.coverage.temporalXIV sec.
dc.date.accessioned2021-07-08T14:02:37Z
dc.date.available2021-07-08T14:02:37Z
dc.date.issued1351-03-26
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12731/3502
dc.descriptionDue documenti pergamenacei 62 Dimensioni: 56,5 x 33,7 cm 62 bis Dimensioni: 54 x 37,8 cm
dc.description.preservationOttimo
dc.format.mediumPergamena
dc.language.isola
dc.relationAttività di acquisizione ottico digitale del Fondo Antico dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
dc.source.contentScrittura relativa alla costituzione della Fraternita di Pian di Mercato in Urbino, nella quale da tre insigni dottori viene dichiarato, nulla essere dovuto al Vescovo di Urbino sopra i Legati e Fidecommessi lasciati alla Fraternita.
dc.titleDichiarazione
dc.typeitem
dc.type.physicalscroll
dc.rights.licenseCC BY
dc.relation.fondCongregazione di Carità
dc.description.archivistBusta n. 2 (Pergamene due) La complessa controversia, relativa al fatto che la Fraternita di Santa Maria della Misericordia di Pian di Mercato di Urbino dovesse o meno cedere al vescovo della stessa città la canonica porzione di ogni utilità a vario titolo pervenutagli, durò molti anni e coinvolse numerosi giuristi. Per quanto riguarda la seconda delle due pergamene, la cui data cronica completa è 20 settembre 1371, non sarà forse del tutto inutile riportare quanto scrive Antonio Corradini, in forma come al solito molto più circostanziata rispetto all’indicizzazione del Nardini: «Carta pergamena. Copia autentica del Consiglio legale spedito li 26 Marzo 1351 dal Dottore Angelo Nardi d’Amelia a favore della Fraternita di Pian di mercato sulla porzione canonica dei Legati etc. che pretendevasi dal Vescovo di Urbino (Francesco da Spoleto, che nell’anno 1352 venne all’aggiustamento) fatta nel Palazzo comune di Urbino da Marco di Petruccio di Urbino assieme con Bartolo di Marco da Mondelce, con Giovanni di Puccio di Rigio di Urbino, e con Venanzio di Marino di Giovanni da [Fanano ?], tutti e quattro Notarj, dinanzi a Pietro da Cagli Giudice delle maggiori cause civili del Comune di Urbino per il magnifico, e potente Guerriero Tassino de Donati da Firenze Vicario della città, e del Contado di Urbino per la Santa Romana Chiesa. A questa copia s’unisce sotto lo stesso numero 590 la seguente pergamena forse scritta nell’anno 1371 in circa, o poco dopo. Il famoso Dottore di ambe le leggi Francesco de Zabarelli da Padova col suo Consiglio ragionato decide, che la Fraternita di Pian di mercato di Urbino eretta già da 40 o 50 anni prima, non essendo né luogo ecclesiastico, né soggetto alla giurisdizione del Vescovo, non è tenuta a pagare a detto Vescovo la canonica porzione dei lasciti fatti alla detta Fraternita; e che il detto Vescovo di Urbino non essendo Giudice competente dei Rettori della detta Fraternita, non può esigere da essi il rendimento de conti dell’amministrazione, né costringerli col giuramento, o in altro modo a dire, se i detti lasciti siano stati fatti coll’intenzione, che si distribuiscano a Poveri. Il detto Consiglio legale soscritto e sigillato da Zabarella vedesi immediatamente confermato in simile forma da due Dottori Canonisti di Firenze, cioè da Giacomo de Foschi, e da Stefano di Giovanni de Bonacorsi. Dalla Patria di questi due Decretalisti si arguisce, che in Firenze fu fatto il detto Consiglio, e forse per la mediazione di Tassino de Donati da Firenze Vicario di Urbino per la Chiesa Romana nell’anno 1371. Ma il luogo e l’anno si potrà forsi meglio rinvenire nel volume de Consigli, che esiste tra le altre opere del detto Zabarella, il quale insegnò il Diritto Canonico in Firenze prima che fosse tirato a Roma da Bonifazio IX. L’essersi fatta la detta Copia del Consiglio di Nardi d’Amelia nel 1371 fa credere, che allora fosse rinnovata la controversia di canonica porzione tra la Fraternita ed il Vescovo di Urbino, che era Francesco immediato antecessore di Fra Guglielmo. Nessuno potrà persuadersi, che la questione fosse mossa di nuovo da Francesco da Spoleto, il quale nel 1352 approvando il Consiglio di Nardi venne alla transazione colla Fraternita. Dunque la detta questione fu rinnovata nel 1371 da un altro Francesco, contro il quale si crede fatta la copia del Consiglio di Nardi, e procurato il Consiglio di Zabarella. Ed ecco un nuovo argomento per provare, che immediatamente dopo Francesco da Spoleto fu Vescovo di Urbino un altro Francesco forse Brancaleoni, come si è detto nella filastrocca al numero 589 pergamena 31 Marzo 1456. Per altro le questioni sulla canonica porzione si crede non essere mai state ultimate, se non dopoche alla Fraternita nel 1439 fu unito con tutti i privilegi lo spedale Tarducci immediatamente soggetto alla Santa Sede.» Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 126 recto – 127 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
dc.rights.noteAcquisizione digitale eseguita in data: giugno 2021 Strumentazione: Scanner planetario Zeutschel OS 12002 Tipo immagine: TIFF Risoluzione: 400 dpi Spazio colore: RGB 24 bit Profilo colore: OS12002_mG
dc.contributor.corporatebodyCongregazione di Carità
dc.identifier.archivalunit62
item.grantfulltextopen
item.cerifentitytypePublications
item.openairetypeitem
item.date1351-03-26
item.fulltextWith Fulltext
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf
item.treefondsrootSezione pergamene
item.languageiso639-1la
Appears in Collections:1.1 Sezione Pergamene
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