Testamento
Archival Unit
434
Issue Date
January 10, 1473
Chronology
XV sec.
Producing entity (organization)
Content
Arcangelo di Anichino di Urbino, fa testamento a favore di sua moglie Marta, alla quale sostituisce la Fraternita di Piandimercato.
Rog. Simone d’Antonio.(1)
Rog. Simone d’Antonio.(1)
Description level
Archivist's notes
Busta n. 9
(1) A ben guardare le disposizioni testamentarie di Arcangelo di Anichino non sono così semplici come appare da quanto scrive il Nardini; si veda dunque anche il regesto del Corradini, che ci aiuta a precisare il contesto storico, con alcuni particolari interessanti, capaci di illustrare le abitudini del tempo:
«Carta.
Arcangelo di Anichino d’Urbino, sano di mente, di senso, e di corpo benché vecchio decrepito, nel suo testamento si lascia sepolto a S. Francesco, nella qual Chiesa vuole, che ogn’anno dagli eredi si faccino celebrare due Uffizj dai Frati di detto luogo, cioè uno ad onore della Madonna nella Festa dell’Assunta nella sua Cappella coll’intervento di 20 Frati Sacerdoti almeno, e l’altro nel dì seguente, o dentro 10 giorni, del medesimo numero di frati e sacerdoti, per l’anima del Testatore, e degli altri suoi defonti; di più vuole che al detto Convento si dia la cera, ossia le candele per illuminare il Santissimo Sagramento per tutto l’anno, e che per fare, e celebrare tutte le dette cose si spendano otto fiorini alla ragione di 40 bolognini per fiorino, e se avvanza qualche cosa dai detti otto fiorini si dia al Predicatore di detto Convento, da computarsi nel suo salario stabilito dai detti Frati e Convento.
Lascia alla Cattedrale 20 fiorini da spendersi nella fabbrica del tetto, ed un fiorino al Monte di Pietà.
Lascia 25 fiorini ad Antonio di Anovandolo altramente Dalfino, ed a Battista di Nicolò, altramente Mazza 15 fiorini; come pure una mina di grano all’anno ad ambedue loro vita durante.
Lascia a Marta sua moglie 75 fiorini per la restituzione di Dote, ed altri 25 fiorini del suo.
In tutti gl’altri beni instituisce erede la detta Marta senza obbligo d’inventario, o di rendimento de conti; e dopo la morte di essa sostituisce la Fraternita di Pian di mercato. Rog. Simone d’Antonio della Quadra di Posterula nell’udienza di detta Fraternita presso la Fraternita di S. Antonio, essendo presenti Francesco di Bartolomeo di Sante di Luca, Don Bartolomeo di Paolo da Cavallino, Giorgio di Francesco di Paolo altramente Belacqua dalla Villa di S. Leo etc.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 113 verso – 114 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
(1) A ben guardare le disposizioni testamentarie di Arcangelo di Anichino non sono così semplici come appare da quanto scrive il Nardini; si veda dunque anche il regesto del Corradini, che ci aiuta a precisare il contesto storico, con alcuni particolari interessanti, capaci di illustrare le abitudini del tempo:
«Carta.
Arcangelo di Anichino d’Urbino, sano di mente, di senso, e di corpo benché vecchio decrepito, nel suo testamento si lascia sepolto a S. Francesco, nella qual Chiesa vuole, che ogn’anno dagli eredi si faccino celebrare due Uffizj dai Frati di detto luogo, cioè uno ad onore della Madonna nella Festa dell’Assunta nella sua Cappella coll’intervento di 20 Frati Sacerdoti almeno, e l’altro nel dì seguente, o dentro 10 giorni, del medesimo numero di frati e sacerdoti, per l’anima del Testatore, e degli altri suoi defonti; di più vuole che al detto Convento si dia la cera, ossia le candele per illuminare il Santissimo Sagramento per tutto l’anno, e che per fare, e celebrare tutte le dette cose si spendano otto fiorini alla ragione di 40 bolognini per fiorino, e se avvanza qualche cosa dai detti otto fiorini si dia al Predicatore di detto Convento, da computarsi nel suo salario stabilito dai detti Frati e Convento.
Lascia alla Cattedrale 20 fiorini da spendersi nella fabbrica del tetto, ed un fiorino al Monte di Pietà.
Lascia 25 fiorini ad Antonio di Anovandolo altramente Dalfino, ed a Battista di Nicolò, altramente Mazza 15 fiorini; come pure una mina di grano all’anno ad ambedue loro vita durante.
Lascia a Marta sua moglie 75 fiorini per la restituzione di Dote, ed altri 25 fiorini del suo.
In tutti gl’altri beni instituisce erede la detta Marta senza obbligo d’inventario, o di rendimento de conti; e dopo la morte di essa sostituisce la Fraternita di Pian di mercato. Rog. Simone d’Antonio della Quadra di Posterula nell’udienza di detta Fraternita presso la Fraternita di S. Antonio, essendo presenti Francesco di Bartolomeo di Sante di Luca, Don Bartolomeo di Paolo da Cavallino, Giorgio di Francesco di Paolo altramente Belacqua dalla Villa di S. Leo etc.»
Corradini, Antonio, Spoglio delle pergamene urbinati (copia di Antonio Rosa), manoscritto cartaceo, legato in cartone, secolo XIX, millimetri 305 x 220, volume II, carte 113 verso – 114 recto (segnatura di collocazione ‘Urbino 107’).
Physical type
Rotolo
Preservation status
Mediocre
Notes on the preservation status
Il documento risulta lacerato nella parte inferiore
Language
Latino
File(s)
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Name
00434_A.jpg
Size
29.76 MB
Format
JPEG
Checksum (MD5)
6443389794814e4b69596b5243dc1f94-6