Beneficio ecclesiastico
Archival Unit
14
Issue Date
November 21, 1542
Chronology
XVI sec
Content
Dai due istromenti contenuti in questa pergamena si rilevano le cose seguenti:
Che don Cornelio di Clemenza, figlio naturale del conte Monaldo, fu dispensato dalla irregolarità ex defectu natalium ed abilitato ai Benefizi Ecclesiastici.
Che don Francesco di Girolamo Costantini, rinunzia alla Rettoria della parrocchiale di Santo Stefano, e che viene nominato al suo posto don Cornelio di Clemenza.
Che il suddetto don Francesco fece un’altra rinunzia a favore di don Cornelio, in mano del Papa.
Che il suddetto don Cornelio fu legittimamente dispensato dal Papa, ed ottenne il benefizio di Santo Stefano.
Che trattandosi di Patronato laicale, fu dall’Ordinario del luogo, confermata la nomina con la pienezza del Diritto Canonico.
Che don Cornelio prima di prendere possesso per la seconda volta, i suddetti conti Patroni, diedero un nuovo consenso.
Che il suddetto don Cornelio prese il nuovo possesso, senza nessun pregiudizio dei suoi diritti e di quelli dei Patroni.
Rog. Carlo Ghighi d’Apecchio(1).
Che don Cornelio di Clemenza, figlio naturale del conte Monaldo, fu dispensato dalla irregolarità ex defectu natalium ed abilitato ai Benefizi Ecclesiastici.
Che don Francesco di Girolamo Costantini, rinunzia alla Rettoria della parrocchiale di Santo Stefano, e che viene nominato al suo posto don Cornelio di Clemenza.
Che il suddetto don Francesco fece un’altra rinunzia a favore di don Cornelio, in mano del Papa.
Che il suddetto don Cornelio fu legittimamente dispensato dal Papa, ed ottenne il benefizio di Santo Stefano.
Che trattandosi di Patronato laicale, fu dall’Ordinario del luogo, confermata la nomina con la pienezza del Diritto Canonico.
Che don Cornelio prima di prendere possesso per la seconda volta, i suddetti conti Patroni, diedero un nuovo consenso.
Che il suddetto don Cornelio prese il nuovo possesso, senza nessun pregiudizio dei suoi diritti e di quelli dei Patroni.
Rog. Carlo Ghighi d’Apecchio(1).
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Archivist's notes
Busta 23
(1)Non vi è dubbio che la situazione lumeggiata da questo documento (e da altri di questo stesso fondo) sia piuttosto complessa.
A beneficio dei pochi (presumibilmente) eruditi che nutrono interessi specifici nei confronti di queste problematiche, si riporta qui di seguito una nota con la quale il notaio Torelli conclude il suo regesto, e nella quale vengono proposte alcune congetture sull’effettivo significato storico degli avvenimenti:
Ma perché due rinunzie, una libera in mano dell’Ordinario di Urbino, l’altra a favore di Cornelio in mano del Papa?
Perché nominato se non nominato dai Patroni, i quali alla seconda provisione danno un consenso dopo fatta?
Perché due possessi?
Perché le parole legittime dispensatus a Sanctissimo?
Perché le altre cum plenitudine Juris Canonici?
Perché ancor le altre Auctoritate Apostolica Ordinaria?
Potrà forse dirsi che anche Don Francesco Costantini ebbe la Bolla da Roma come 1539 I. Dicembre, e 1541. Verissimo; ma benché non si capisca il come, ed il perché, pure non apparisce esser stato provveduto antecedentemente dall’Ordinario di Urbino, ed averne staccata la Bolla, né il caso cammina di pari passo.
Che dunque?
Congettura alla soluzione de’ Quesiti qui sopra
A me sembra dover dirsi che la prima nomina, presentazione, Bolla, Possesso fosse o nullo, od almeno dubioso.
Ed ecco il Principio, su cui si basa la Congettura.
Dalla dottrina del Concilio di Trento, manifestata più tardi dell’epoca di questa Pergamena, Sessione 25 capitolo 15 De Reformatione, si comprende che anche prima del suddetto Concilio, eravi una certa disciplina nella Chiesa, la quale non avrà veduto di buon occhio un figlio illegittimo nominato da un Padre naturale ad un Benefizio Ecclesiastico, ed avrà considerata come cosa deforme vedere un Padre incontinente provvedere con un Ecclesiastico Benefizio il frutto della sua incontinenza.
In questo caso Monaldo era il Padre, ed il primo de’ Patroni, e Cornelio era il figlio, ed il provvisto.
Non è dunque maraviglia che a togliere lo scandalo che un siffatto Padre avesse nominato, e provveduto un siffatto figlio, fossero esclusi i Patroni dalla nomina, e presentazione, e si addolcisse la cosa con una rinunzia in mano del Papa, e con una collazione papale, eseguita poi, e confermata dall’Ordinario: come pure non è maraviglia che i Patroni gelosi del loro Patronato volessero darne un’approvazione, e consenso.
Sembra poi dalle parole legittime dispensatus, dalle altre sine prejudicio jurium suorum e dalle altre sine prejudicio alterius adeptę possessionis scilicet ad illam confirmandam, et manutenendam che fosse il suddetto Cornelio dispensato a ritenere le rendite del suddetto Beneficio sino a quel punto percepite, ed a velare la cosa più che fosse possibile ad onor del Padre, e del figlio (v. [Torelli, Pietro Paolo], Repertorio, e Compendio di ciascuna delle Pergamene dell’Archivio Baronale delle Loro Eccellenze i Signori Conti Brancaleoni del Piobbico. Formato d’ordine, e commissione de’ Signori Conti Pietro – Maria Mattarozzi Brancaleoni, e Benedetto di Lui Figlio, e Successore, manoscritto cartaceo, legato in cartone ricoperto con carta fiorata, secolo XVIII, millimetri 437 x 300, [38] carte non numerate, delle quali la prima e le ultime quattro sono bianche. Il documento trovasi conservato presso l’Ufficio Fondo Antico dell’ateneo urbinate, ma si possono consultare le riproduzioni digitali del medesimo al recapito appresso indicato: https://sanzio.uniurb.it/handle/20.500.12731/6996).
(1)Non vi è dubbio che la situazione lumeggiata da questo documento (e da altri di questo stesso fondo) sia piuttosto complessa.
A beneficio dei pochi (presumibilmente) eruditi che nutrono interessi specifici nei confronti di queste problematiche, si riporta qui di seguito una nota con la quale il notaio Torelli conclude il suo regesto, e nella quale vengono proposte alcune congetture sull’effettivo significato storico degli avvenimenti:
Ma perché due rinunzie, una libera in mano dell’Ordinario di Urbino, l’altra a favore di Cornelio in mano del Papa?
Perché nominato se non nominato dai Patroni, i quali alla seconda provisione danno un consenso dopo fatta?
Perché due possessi?
Perché le parole legittime dispensatus a Sanctissimo?
Perché le altre cum plenitudine Juris Canonici?
Perché ancor le altre Auctoritate Apostolica Ordinaria?
Potrà forse dirsi che anche Don Francesco Costantini ebbe la Bolla da Roma come 1539 I. Dicembre, e 1541. Verissimo; ma benché non si capisca il come, ed il perché, pure non apparisce esser stato provveduto antecedentemente dall’Ordinario di Urbino, ed averne staccata la Bolla, né il caso cammina di pari passo.
Che dunque?
Congettura alla soluzione de’ Quesiti qui sopra
A me sembra dover dirsi che la prima nomina, presentazione, Bolla, Possesso fosse o nullo, od almeno dubioso.
Ed ecco il Principio, su cui si basa la Congettura.
Dalla dottrina del Concilio di Trento, manifestata più tardi dell’epoca di questa Pergamena, Sessione 25 capitolo 15 De Reformatione, si comprende che anche prima del suddetto Concilio, eravi una certa disciplina nella Chiesa, la quale non avrà veduto di buon occhio un figlio illegittimo nominato da un Padre naturale ad un Benefizio Ecclesiastico, ed avrà considerata come cosa deforme vedere un Padre incontinente provvedere con un Ecclesiastico Benefizio il frutto della sua incontinenza.
In questo caso Monaldo era il Padre, ed il primo de’ Patroni, e Cornelio era il figlio, ed il provvisto.
Non è dunque maraviglia che a togliere lo scandalo che un siffatto Padre avesse nominato, e provveduto un siffatto figlio, fossero esclusi i Patroni dalla nomina, e presentazione, e si addolcisse la cosa con una rinunzia in mano del Papa, e con una collazione papale, eseguita poi, e confermata dall’Ordinario: come pure non è maraviglia che i Patroni gelosi del loro Patronato volessero darne un’approvazione, e consenso.
Sembra poi dalle parole legittime dispensatus, dalle altre sine prejudicio jurium suorum e dalle altre sine prejudicio alterius adeptę possessionis scilicet ad illam confirmandam, et manutenendam che fosse il suddetto Cornelio dispensato a ritenere le rendite del suddetto Beneficio sino a quel punto percepite, ed a velare la cosa più che fosse possibile ad onor del Padre, e del figlio (v. [Torelli, Pietro Paolo], Repertorio, e Compendio di ciascuna delle Pergamene dell’Archivio Baronale delle Loro Eccellenze i Signori Conti Brancaleoni del Piobbico. Formato d’ordine, e commissione de’ Signori Conti Pietro – Maria Mattarozzi Brancaleoni, e Benedetto di Lui Figlio, e Successore, manoscritto cartaceo, legato in cartone ricoperto con carta fiorata, secolo XVIII, millimetri 437 x 300, [38] carte non numerate, delle quali la prima e le ultime quattro sono bianche. Il documento trovasi conservato presso l’Ufficio Fondo Antico dell’ateneo urbinate, ma si possono consultare le riproduzioni digitali del medesimo al recapito appresso indicato: https://sanzio.uniurb.it/handle/20.500.12731/6996).
Physical type
Rotolo
Preservation status
Buono
Language
Latino
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Checksum (MD5)
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